2020-04-08
La Raggi ringrazia gli operai della Metro C ma per colpa sua rischiano di non essere pagati
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Virginia Raggi e Paola De Micheli (Ansa)
Il sindaco di Roma si complimenta per la continuità dei lavori del tratto T3 della metropolitana di Roma. Allo stesso tempo l'amministrazione comunale non ha ancora deliberato il via libera ai 10 milioni di euro stanziati dal Cipe a dicembre. Il consorzio ha già inviato tre lettere di richiamo: «Ingiustificata inerzia dell'amministrazione nel compimento degli atti necessari a consentire la ripresa degli scavi delle gallerie tra Fori Imperiali e Piazza Venezia».Ripartono i lavori pubblici a Milano in questi giorni. Mentre a Roma non si sono mai fermati per l'emergenza Covid 19. Tanto che il sindaco Virginia Raggi il 16 marzo scorso ricordava su Facebook come « queste ore difficili per tutto il Paese voglio ringraziare anche chi lavora in cantieri importanti per Roma, come quelli della metro C a piazza Venezia. Operai e tecnici che stanno svolgendo indagini approfondite del sottosuolo, tutte operazioni utili alla realizzazione della futura stazione». Peccato che proprio quegli operai e tecnici che stanno sorvegliando le scavatrici della metropolitana di Roma rischino di non essere pagati per il lavoro che hanno svolto in queste settimane di emergenza. Per quale motivo? Perché se loro lavorano chi non sta portando avanti l'approvazione dei soldi arrivati dal ministero, 10 milioni di euro di stanziamento del Cipe, è l'amministrazione comunale della Raggi. La vicenda va avanti da tempo, almeno 13 anni, tra blocco dei lavori e avanzamento a rilento. La parte in costruzione è la T3. Da piazza San Giovanni dovrebbe arrivare in piazza Venezia, pieno centro. A ottobre si era paventato il rischio che le talpe scavatrici venissero persino abbandonate a sé stesse e interrate. Poi il comune ha iniziato una nuova trattativa con i costruttori, tra cui Astaldi, e soprattutto con il governo, in particolare con il ministro dei Trasporti Paola De Micheli. Il problema delle inefficienze del Comune è visibile anche nella crisi dell'Atac, l'azienda dei trasporti guidata da Paolo Simioni ormai in una crisi economica irreversibile, con buona parte del personale in solidarietà o in ferie forzate. In ogni caso la situazione si sblocca. E tra novembre e dicembre viene deliberato lo stanziamento di 10 milioni di euro che dispone la continuazione dell'opera di scavo delle talpe verso Piazza Venezia e il finanziamento di circa 10 milioni di euro da parte del ministero dei Trasporti. La delibera è del 20 dicembre, pubblicata il 12 marzo in Gazzetta Ufficiale. Secondo la legge Obiettivo del 2001 e il decreto legge successivo del 2002 che la attua, sta al soggetto aggiudicatore (ovvero Roma Capitale, e in particolare il Dipartimento Trasporti) disporre l'atto amministrativo che permette al Contraente Generale (Metro C) di continuare i lavori. In pratica sta all'amministrazione comunale sbrogliare la matassa. Metro C si è tenuta pronta a continuare i lavori investendo tutte le misure di sicurezza per i propri lavoratori relative all'epidemia da Covid-19 nonché a tenere attiva la talpe, sostenendo costi anche elevati.Nonostante questo, Roma Capitale non ha ancora proceduto a dare il via alle opere. Ogni giorno di ritardo rispetto alla pubblicazione della delibera Cipe in Gazzetta Ufficiale comporta un danno erariale consistente e un consumo di cassa per Metro C. La Raggi però continua a disinteressarsene. Tanto che proprio Metro C ha inviato diverse lettere di sollecito in questi mesi a Roma Capitale. La prima il 14 febbraio, poi il 19 marzo, contestando «l'ingiustificata inerzia dell'amministrazione nel compimento degli atti necessari a consentire la ripresa degli scavi delle gallerie tra Fori Imperiali e Piazza Venezia, sospesi ormai dal novembre 2019, nonostante il Committente avesse espresso sin dall'origine la propria piena consapevolezza delle ragioni di urgenza di tali lavori, sia per la sicurezza delle macchine operatrici che per il contenimento dei tempi e dei costi di realizzazione della tratta T3». L'altra lettera di Metro C alla Raggi è del 25 marzo, dove i toni sono ancora più perentori: «Lo scrivente ha segnalato più volte l'inaccettabilità di tale condotta sottolineando che, nonostante la grave emergenza sanitaria economica in atto, la nostra Società sta continuando a profondere tutto l'impegno necessario al fine di assicurare la continuità dei lavori in regime di sicurezza». C'è il rischio, infatti, che si possano «vanificare tutti i gravosi sforzi che la scrivente sta mettendo in campo, a tutela della continuità produttiva, anche in questo momento di estrema difficoltà per il Paese»