2019-06-30
La Rackete rischia 39 anni di galera. Lunedì il gip deciderà se scarcerarla
La donna, ai domiciliari, si scusa per il tentato speronamento. Il comandante delle Fiamme gialle: «Fiero dei miei uomini».La manovra corsara con speronamento della motovedetta militare italiana 808 della Guardia di finanza costa l'arresto in flagranza alla capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete, che finisce ai domiciliari in un'abitazione di Lampedusa con le accuse di resistenza o violenza contro una nave da guerra e tentato naufragio a causa dello speronamento. Questo è il contenuto del verbale di arresto, che le è stato notificato dal comandante della tenenza di Lampedusa della Gdf, il luogotenente Antonino Gianno, poco dopo l'impatto in porto. I magistrati della Procura di Agrigento, però, l'avevano già iscritta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e rifiuto di obbedienza a una nave militare (coordina l'inchiesta il procuratore aggiunto Salvatore Vella). E stanno valutando, in base agli atti che di volta in volta vengono inviati dalla polizia giudiziaria, anche la contestazione di altri reati e di violazioni varie del codice della navigazione. la multaLa comandante rischia dai tre ai dieci anni di reclusione per aver speronato la motovedetta, ma la pena potrebbe salire a 12 anni per il reato di tentato naufragio. E poi c'è la multa da 16.000 euro che, in caso non venisse pagata nei termini, potrà arrivare fino a 50.000 euro. La violazione del decreto Sicurezza bis è stata contestata, oltre che al comandante della nave, anche all'armatore e al proprietario, con sanzioni da 16.000 euro a testa. L'ultimo azzardo della Rackete si conclude alle tre del mattino sul sedile posteriore di una macchina della Finanza che la porta via con i lampeggianti accesi. La Procura, però, sta valutando anche delle ipotesi di reato a carico dell'equipaggio. Perché, come ha ammesso l'avvocato della Ong tedesca, Leonardo Marino, la scelta di entrare in porto nonostante i divieti «è stata dell'equipaggio della Sea Watch 3» e non solo del capitano. Ora gli investigatori dovranno ricostruire ascoltando i testimoni i contenuti della riunione che si è tenuta verso le 22.30 sul ponte, durante la quale il comandante avrebbe detto di aver deciso di entrare in porto. «Le sono stati notificati degli atti, il verbale di sequestro e di arresto e la notifica della sanzione in base al decreto Salvini, niente di più», conferma l'avvocato Marino, già legale della Iuventa della Jugend rettet e ora difensore della Sea Watch 3 insieme al collega Alessandro Gamberini, che invece era consulente di Open arms. La Sea Watch 3 è stata quindi sequestrata e verrà trasferita nel porto di Licata, dove verranno apposti i sigilli dell'autorità giudiziaria. La nave, comunque, è stata portata il prima possibile lontano dal molo, perché la sua presenza impediva l'attracco ai traghetti di linea. Anche sul sequestro probatorio della nave dovrà esprimersi il gip del tribunale di Agrigento.«Da giurista, conoscendo i provvedimenti adottati, si prefiguravano responsabilità penali. Non voglio sostituirmi alla magistratura, a cui spetta applicare le leggi, che ci sono, piaccia o non piaccia», ha detto il premier Giuseppe Conte. «Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti», ha commentato il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. I finanzieri hanno rischiato grosso. E pesa la relazione di servizio che gli uomini della pattuglia prepareranno nelle prossime ore. A partire dal momento in cui Rackete ha riacceso i motori, ha acceso le luci e ha ordinato all'equipaggio di prendere posto.centimetri«La comandante», hanno raccontato i militari a bordo, «non ha fatto nulla per evitarci, siamo stati fortunati: poteva schiacciarci». Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha parlato di un atto di guerra: «Si è rischiato il morto». A bordo della 808 c'erano il comandante, il direttore di macchina, il motorista e due radaristi: due erano in plancia, uno a poppa e due a prua. In due, uno avanti e uno dietro, hanno tentato a braccia di allontanare la motovedetta dalla Sea Watch 3, in modo da guadagnare qualche centimetro di spazio per sfilarsi e non rimanere incastrati tra la pesante nave di ferro e la banchina di cemento. Ci sono riusciti, anche se la motovedetta 808 ha urtato parte del molo prima di riuscire a spostarsi. «Orgoglioso dei miei finanzieri», ha commentato il comandante generale della Guardia di finanza Giuseppe Zafarana. «Avevamo tentato di fermarla più volte», ha raccontato il direttore di macchina. I militari hanno intimato l'alt almeno tre volte: prima che la nave entrasse in porto, quando ha messo la prua in direzione Lampedusa e poi quando è arrivata al molo. «Ma il comandante della Sea Watch 3», ha commentato il direttore di macchina, non ha risposto all'alt, non ha voluto sentire ragioni e ha continuato a manovrare, venendo verso di noi». Una volta entrata in porto, di poppa, la Sea Watch 3 si è avvicinata alla banchina commerciale dove di solito attracca il traghetto che fa la spola con Porto Empedocle, unico posto in cui una nave di 50 metri potesse fermarsi. I finanzieri, a quel punto, per impedire l'attracco, non avendo altra scelta, hanno posizionato la 808 a protezione della banchina. Ma la nave della Ong si è comunque avvicinata manovrando con le eliche di prua. Da bordo qualcuno ha anche intimato ai militari di spostarsi. Come se a dare gli ordini nel porto di Lampedusa fosse il personale della nave di un'associazione tedesca con bandiera olandese. A quel punto le due imbarcazioni si sono scontrate. «La mia intenzione era quella di completare la missione, non certo di speronarvi», ha detto la capitana, appena scesa dal vascello, ammettendo il rischio corso per la manovra pirata. Le lacrime di coccodrillo: «Vi chiedo scusa, ma non era assolutamente nelle mie intenzioni venirvi addosso». Troppo tardi. espulsione Entro 48 ore la Procura di Agrigento dovrà chiedere al gip la convalida dell'arresto. Il gip ha altre 48 ore di tempo per fissare l'udienza. «Io spero che lunedì i giudici di Agrigento confermino l'arresto della comandante della Sea Watch che questa notte ha fatto un atto di guerra contro il nostro Paese», ha aggiunto Salvini, «e se così non sarà abbiamo già pronto un decreto di espulsione».