2023-07-11
La Nato guarda anche a Sud. Ora l’Italia ha l’occasione per accrescere il suo peso
A Vilnius i leader provano a ricucire le fratture su adesione di Kiev, uso delle bombe a grappolo e rafforzamento in Asia in funzione anti cinese (con la Francia che frena).Potrebbe essere un vertice decisivo quello che la Nato terrà oggi e domani a Vilnius: un summit molto delicato, ma che potrebbe rivelarsi anche ricco di opportunità per l’Italia. Secondo quanto recentemente riferito da Euractiv, il vertice dovrebbe portare all’approvazione di tre «piani regionali», tra cui uno che «coprirà il Sudest dell’alleanza militare, compresi il Mediterraneo e il Mar Nero, con un comando a Napoli, in Italia». Si tratterebbe di un’ottima opportunità per il nostro Paese, che vedrebbe crescere il suo peso nell’Alleanza atlantica, tutelando al contempo il proprio interesse nazionale: Roma ha d’altronde estremo bisogno di una stabilizzazione del Nord Africa e di consolidare ulteriormente la propria presenza nel Mediterraneo. Non solo. Secondo quanto affermato a giugno dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, è possibile che il summit spingerà per un aumento dei contributi economici all’Alleanza da parte dei vari Paesi membri. «Ci aspettiamo», aveva dichiarato, «che i leader al vertice concordino sul fatto che il 2% del Pil per la difesa non è qualcosa verso cui dovremmo tendere, non un tetto, ma un minimo necessario da investire nella nostra sicurezza condivisa». Un simile scenario potrebbe favorire la nostra industria della Difesa, senza trascurare che contare politicamente di più in una Nato più forte militarmente costituisce uno scenario positivo per il nostro Paese. Al di là del ruolo italiano, il summit di Vilnius cercherà un compattamento interno su vari dossier potenzialmente divisivi. La Nato ha infatti bisogno di superare le sue fratture interne in funzione di un incremento della propria capacità di deterrenza nei confronti di Russia e Cina, soprattutto dopo che ieri Xi Jinping e il presidente del Consiglio federale russo, Valentina Matvienko, hanno detto di voler consolidare le relazioni tra Mosca e Pechino. Il principale nodo del vertice di Vilnius sarà probabilmente quello dell’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza. In particolare, il dibattito verterà sulle tempistiche di un’eventuale ammissione di Kiev, che dovrebbe comunque aver luogo dopo la conclusione della guerra. Se Stati Uniti e Germania sono restii a concedere all’Ucraina un percorso accelerato d’ingresso, i Paesi baltici e il Regno Unito sembrano premere per una linea di maggiore rapidità. Su questo fronte, secondo Stoltenberg, potrebbe essere raggiunto un accordo già nella giornata di oggi. Ulteriore questione potenzialmente sul tavolo è quella delle bombe a grappolo. Regno Unito, Germania e Spagna hanno infatti accolto con fastidio la decisione dell’amministrazione Biden di fornire a Kiev questi ordigni, il cui divieto - va ricordato - non è stato sottoscritto né dagli Usa né dalla Russia né dall’Ucraina. Si tratta in particolare di bombe già usate, nel conflitto in corso, da Mosca, mentre - secondo quanto riportato a gennaio dalla rivista Foreign Policy - la Turchia le avrebbe fornite a Kiev dalla fine del 2022. Bisognerà pertanto capire se, sul tema, le divisioni in seno al blocco euroatlantico siano destinate o meno ad acuirsi. «Sul necessario sostegno militare all’Ucraina ci muoveremo nel pieno rispetto dei trattati internazionali. Non è che se dalla Russia c’è una violazione dei trattati internazionali, noi dobbiamo fare lo stesso», ha detto ieri il commissario Ue alla Giustizia Diedier Reynders sull’invio di questa tipologia di bombe. Un altro nodo che verrà affrontato è quello dell’ingresso nell’Alleanza atlantica della Svezia, su cui pesa da tempo il veto della Turchia a causa della questione curda. Nonostante la Casa Bianca stia de facto cercando di strappare un sì a Recep Tayyip Erdogan concedendogli i caccia F-16, quest’ultimo ha rilanciato, chiedendo una ripresa del processo di adesione di Ankara all’Ue. Il sultano ha, insomma, ricominciato con la sua linea spregiudicata, mettendo sotto pressione sia l’Occidente sia la Russia (è in quest’ottica che ha di recente affermato che l’Ucraina «merita di essere ammessa nella Nato»). Anche sulla Cina, si registrano delle tensioni. Da una parte, il quotidiano Nikkei ha riportato che l’Alleanza cercherà di rafforzare i legami con Australia, Nuova Zelanda e Corea del Sud: una mossa con cui si punta evidentemente ad arginare l’influenza di Pechino nell’Indo-Pacifico. Dall’altra parte, la Francia, ben attenta a curare i suoi interessi con il Dragone, si è detta contraria alla proposta, caldeggiata soprattutto da Stoltenberg, di aprire un ufficio della Nato a Tokyo. La decisione, sempre secondo Nikkei, sarebbe quindi stata rimandata a fine anno. Infine, la recente proroga del mandato dello stesso Stoltenberg per un altro anno dimostra, forse, che non c’è accordo politico sulla scelta del suo successore alla guida della Nato. Si tratta di un tema che potrebbe quindi essere discusso tra oggi e domani. Il vertice di Vilnius può, insomma, essere l’occasione per trovare un’efficace sintesi rispetto a tutte queste differenze interne. La Nato deve fare i conti specialmente con l’egoismo francese e la spregiudicatezza turca, ma deve farlo in fretta. Ne va della sua capacità di deterrenza nei confronti di Mosca e Pechino. D’altronde, è proprio facendo leva sulle ambiguità di Parigi e Ankara che Roma può cercare di rafforzare ulteriormente la propria posizione politica in seno all’Alleanza, per conseguire un ruolo di leadership nel fianco meridionale della Nato.
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.