2018-07-19
La legittima difesa non eccita il M5s però ricompatta il centrodestra
Parte al Senato la discussione su cinque diversi progetti di legge. La freddezza dei magistrati frena i grillini. Alfonso Bonafede: no alla liberalizzazione delle armi. Fi pressa la Lega: niente processi per chi è aggredito in casa.Puntuale come il caldo d'estate, ecco che riparte anche il grande circo della legittima difesa. Ieri mattina, al Senato, sono stati iscritti nel calendario della commissione Giustizia i cinque progetti di legge fin qui presentati sulla materia: due sono di Forza Italia, uno della Lega, uno di Fratelli d'Italia e uno d'iniziativa popolare. Ora si dovrà decidere quale dovrà andare in discussione per primo, oppure se fonderne alcuni tra loro, se non addirittura condensarli tutti in uno soltanto.Ma è bastato che sempre ieri il ministro grillino della Giustizia, Alfonso Bonafede, si lasciasse scappare qualche battuta sul tema per infuocare il dibattito: «I cittadini che spesso si difendono legittimamente», ha detto Bonafede, «si sentono abbandonati dallo Stato perché devono comunque subire tre gradi di giudizio per dimostrarsi innocenti. Questo non deve più accadere: chi si è difeso legittimamente non deve attraversare un calvario». Bonafede ha annunciato poi che «si sta studiando una soluzione con la Lega», ma ha indicato linee guida più moderate rispetto al Carroccio: «Le indagini», ha spiegato il ministro, «vanno sempre fatte nel caso in cui il criminale muoia. Però dobbiamo dare al pubblico ministero una legge più chiara di quella che c'è ora». In effetti, il Movimento 5 stelle non pare appassionarsi molto al tema. Ieri un suo senatore in commissione Giustizia, Francesco Urraro, ha lanciato un forte segnale negativo alla Lega, dichiarando che «il nostro sarà un lavoro scrupoloso, di sintesi e ragionamento, nel solco delle garanzie costituzionali, senza muoversi sull'onda emotiva». Tanto che Mara Carfagna, vicepresidente azzurra della Camera, ha parlato di «un insulto» e ha chiesto alla Lega di «non tollerare nuovi rallentamenti». Ma la polemica è destinata a tornare rovente soprattutto tra destra e sinistra. Già in campagna elettorale, del resto, Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia avevano fatto della modifica della legittima difesa una bandiera contro la riforma tentata dal Partito democratico nella scorsa legislatura. Dopo due anni di discussione, il 4 maggio 2017 la Camera aveva approvato la proposta del Pd, firmata da David Ermini: la legittima difesa veniva individuata come «la giustificata reazione a un'aggressione», ma solo nel caso di un ingresso avvenuto «con violenza, minaccia o inganno» e soprattutto «se di notte». Proprio sull'esimente notturna (considerata un aspetto folkloristico, se non insensato, da molti tecnici del diritto) il centrodestra aveva dato battaglia e bloccato la riforma in Senato. Quel che più il centrodestra rimproverava alla proposta del Pd era la conferma dell'obbligatorietà del processo per chi si difende da un attacco e causa un ferimento o la morte dell'aggressore. Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, sia pure con sfumature diverse, volevano invece l'esclusione piena della colpa per chi spara «se la reazione è stata la conseguenza di un grave turbamento psichico»: un po' come già avviene in Francia, Spagna, Germania.Il nuovo progetto della Lega, firmato dal suo capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, introduce ora la «presunzione di legittima difesa»: contro chi entra in una casa, in un negozio o in un'attività imprenditoriale armato o comunque contro la volontà degli occupanti, insomma, ogni reazione è legittima. Gli stessi ambiti fisici sono individuati nelle due proposte di Forza Italia: una, però, esclude la punibilità degli atti causati dalla difesa soltanto nel caso «di concitazione o paura»; l'altra interviene sulla proporzionalità dell'offesa ed esclude la colpa solo «quando l'eccesso di difesa sia dovuto al condizionamento psicologico determinato dal comportamento verso il quale la reazione sia diretto». Queste norme a maglie più larghe non piacciono ai magistrati. Il presidente della loro Associazione nazionale, Francesco Minisci, ha detto ieri che «la legge in vigore è chiara e copre tutte le evenienze che si possono verificare». Al contrario, le nuove proposte comporterebbero «il pericolo di una giustizia fai-da-te»: «Deve restare il principio della proporzionalità tra offesa e difesa», ha aggiunto Minisci, «e non si può prescindere dalla valutazione del giudice, caso per caso. Altrimenti si rischia di legittimare persino l'omicidio».Una volta tanto, magistrati e avvocati non sono lontani: «Eliminare il principio di proporzionalità è un errore» contesta Beniamino Migliucci, presidente dei penalisti italiani: «Non credo si possa sparare al ragazzo che ti entra in giardino per rubare una bicicletta». Migliucci difende anche il principio dell'«attualità» della difesa: non si può reagire dopo che il pericolo è svanito, per esempio sparando a un ladro che fugge. Da domani si vedrà in Senato. Intanto, ieri, il grande circo è ripartito.
Jose Mourinho (Getty Images)