2019-11-14
La Lega va contro la lotta al contante: «Usate quei miliardi per Venezia»
Il piano di Matteo Salvini per recuperare risorse: svuotare il fondo per il bonus cashback. Pronti un emendamento sul ripristino del Mose e due per lo scudo Ilva. Autodifesa fiscale: «Dalla pace sulle liti un miliardo all'anno».Il Servizio bilancio del Senato ritiene sovrastimate molte entrate da misure simbolo come plastic tax e sugar tax. M5s, Pd e Iv se le danno ancora sulla lotta agli evasori.Lo speciale contiene due articoliSi è tenuta ieri una conferenza stampa di Matteo Salvini con i capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo sul pacchetto di emendamenti che la Lega sta predisponendo sulla manovra economica. In termini di giudizio politico complessivo, Salvini è stato durissimo con il Conte due: «Il nostro è un enorme sforzo per migliorare una manovra presentata da incapaci di intendere e di volere, nel migliore dei casi. Non ho capito se è gente che ci è o che ci fa: abbiamo dei dilettanti allo sbaraglio pericolosi per sé e per il Paese. Speriamo che ci ascoltino, ammesso che sopravvivano alla loro guerra per bande quotidiana».E ancora: «Un risultato l'hanno ottenuto», ha sarcasticamente notato il leader leghista: «Stanno mettendo d'accordo tutta Italia… Ho incontrato i sindacati dei vigili del fuoco che saranno tutti in piazza, i poliziotti e gli agenti della penitenziaria l'hanno già fatto. E poi benzinai, agricoltori, Confindustria, Confcommercio, Confartigianato: tutti hanno espresso giudizi negativi». «Quanto ai pensionati», ha concluso Salvini, «l'elemosina di tre euro all'anno grida vendetta». Il capogruppo alla Camera Molinari ha spiegato che l'attività emendativa leghista è volta a «smontare l'aumento della pressione fiscale: vogliamo dimostrare che alcune di queste tasse potrebbero essere evitate». E Molinari ha indicato il primo strumento per reperire risorse: colpire il cashback, meccanismo che doveva rappresentare un incentivo all'uso della carta di credito ma - come La Verità ha ampiamente spiegato nelle scorse settimane - produrrebbe effetti perversi. «Sostituendo quella misura», ha spiegato Molinari, «si recuperano 3 miliardi per cancellare la tassa sulla plastica, che è come metterci un dazio da soli, la tassa sulle bevande zuccherate e quella sulle auto aziendali. Cancelliamo quello che doveva essere - ma non è - un incentivo e traiamo da lì le risorse per tagliare altre tasse». In mattinata era stato lo stesso Salvini a lanciare una proposta tranchant: «Per i danni provocati dal maltempo a Venezia si utilizzi subito uno dei tre miliardi che il governo vorrebbe regalare a chi paga con bancomat o carta di credito». Inoltre il Carroccio ha depositato una richiesta di emendamento alla manovra per stanziare subito 100 milioni per la manutenzione del Mose. Il capogruppo al Senato Romeo, chiarito che da parte del suo gruppo «non c'è nessuna volontà di ostruzionismo, ma solo emendamenti mirati», ha sottolineato tre priorità. Primo: la Lega ha presentato per due volte e in due provvedimenti diversi l'emendamento per il ripristino dello scudo legale sul caso Ilva. I senatori leghisti hanno inserito l'emendamento sia nel loro pacchetto di modifiche alla manovra sia tra gli emendamenti al decreto clima («Voglio vedere se diranno che non è ammissibile: prima o poi dovranno fare i conti con questo emendamento», ha chiosato Romeo). Secondo: un emendamento per introdurre le norma applicativa che manca («per volontà dei Cinquestelle», ha rimarcato il capogruppo leghista) per far scattare la videosorveglianza negli asili nido e nelle case di riposo. Terzo: ripristino dei 400 milioni per la sicurezza nei Comuni che erano stati stanziati ai tempi di Salvini al Viminale e che il governo non ha prorogato. Successivamente ha ripreso la parola Salvini per sottolineare un'altra misura leghista che «renderebbe un miliardo di euro l'anno»: si tratta della pace fiscale per le liti pendenti in materia tributaria. Si tratta di un aspetto apparentemente paradossale, ma che dà la misura del trattamento oppressivo subito dal contribuente italiano. La Lega, facendo di necessità virtù, propone che se un contribuente è in lite tributaria con lo stato e vince o in primo o in secondo grado, possa evitare di essere trascinato fino al terzo e ultimo grado pagando qualcosa (ovviamente in misura inferiore). Annota Salvini: «Speriamo che qualche genio non ci dica si tratti di un condono». In effetti, sarebbe paradossale definire così un pagamento - sia pure ridotto - a carico di chi ha vinto un grado di giudizio: ed è vero che per molti contribuenti potrebbe essere una soluzione, pur di chiudere la lite e uscire dal labirinto del contenzioso. E in più lo stato incasserebbe, e ci sarebbe un effetto deflattivo delle liti in terzo grado. Le ultime bordate di Salvini sono partite sulla vicenda Ilva: «Quando torneremo al governo, non vorrei operare in condizioni di emergenza perché questi, nel frattempo, hanno fatto scappare le imprese che erano in Italia. Stanno facendo più danni della grandine. Si tratta di un danno devastante a livello mondiale: danno l'idea dell'Italia come paese non serio, dove cambia il governo e cambiano le regole».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-lega-va-contro-la-lotta-al-contante-usate-quei-miliardi-per-venezia-2641332588.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="i-tecnici-bocciano-i-conti-giallorossi" data-post-id="2641332588" data-published-at="1757844457" data-use-pagination="False"> I tecnici bocciano i conti giallorossi Un buco senza la ciambella intorno. È questa la sensazione che, giorno dopo giorno, si rafforza, esaminando il pacchetto economico giallorosso. E la cosa appare acclarata dalle prospettive più diverse. Dal punto di vista dei contribuenti generalmente intesi, su cui sarà in ultima analisi scaricata una sventagliata di aumenti fiscali (sugar tax, plastic tax, auto aziendali). Dal punto di vista delle imprese, a cui il taglio della mini Ires procurerà 4 miliardi di tasse in più nei prossimi anni. Dal punto di vista degli autonomi, delle partite Iva, del mondo produttivo: colpiti attraverso la stretta sulle compensazioni e attraverso il ripristino di tutti i paletti e le cause ostative che non consentiranno, o comunque complicheranno, l'accesso al regime del 15% sotto i 65.000 euro. Ma - oltre al danno, ecco la beffa - i conti rischiano di non tornare nemmeno dal punto di vista delle casse dello stato. E non solo per l'effetto inevitabilmente depressivo che una manovra di tasse determinerà nell'economia, disincentivando consumi e investimenti privati. Ma pure per una sovrastima delle entrate compiuta dal governo. A puntare il dito su queste previsioni gonfiate è stato il Servizio bilancio del Senato, che ha messo nero su bianco le sue perplessità: tra taglio delle tax expenditures per i redditi più alti, plastic tax, auto aziendali, tracciabilità delle detrazioni, è come se il governo avesse immaginato un gettito molto superiore a quello che effettivamente rischia di realizzarsi. Rilanciata opportunamente da Giuliano Mandolesi su Italia Oggi, la questione appare di gravità enorme sia per il carattere approssimativo dell'operato dei giallorossi (le loro coperture appaiono aleatorie e poco chiare) sia per il fatto che i conti non torneranno (l'accusa esplicita del Servizio Bilancio è quella di una poderosa sovrastima di tutte le misure chiave): in sostanza, una pesante bocciatura per chi voleva presentarsi con la doppia patente di competenza e affidabilità. Quanto al decreto fiscale, dalla prossima settimana si inizierà a votare, dopo lo sfoltimento di circa 300 emendamenti dichiarati inammissibili dalla presidente della Commissione Finanze Carla Ruocco. In attesa del vertice di oggi, intanto, è già scoppiata una nuova rissa tra M5s e renziani. Questi ultimi hanno presentato emendamenti contro le manette agli evasori, e hanno scatenato la prevedibile reazione furiosa dei pentastellati: «A presentare un emendamento per cancellare il carcere ai grandi evasori è Italia viva, la stessa forza politica che ha partecipato alle riunioni tecniche, a quelle politiche, fino ai tavoli di maggioranza che hanno chiuso l'accordo sul decreto fiscale. Noi non crediamo che si possa “giocare" su un aspetto così fondamentale», ha scritto il Blog delle stelle. Intanto, il Pd cerca di rinviare (ma solo di qualche mese, fino a luglio) le sanzioni contro i commercianti nel caso in cui non collaborino alla cosiddetta lotteria degli scontrini. Ma resta paradossale il fatto che lo Stato si inventi nuove trovate, scaricando sui commercianti costi burocratici e organizzativi (con relative e pesanti sanzioni, che in questo caso possono arrivare ai 500 euro). Nella logica statalista che le è propria, Leu rilancia la gestione pubblica di Alitalia: dopo il prestito ponte ormai eterno, si prospettano altri oneri e rischi a carico dei contribuenti. Niente da fare invece per l'Iva agevolata al 10% per gli assorbenti. Quanto alle opposizioni, la Lega insiste per la cancellazione della Tasi. Fratelli d'Italia invece ripropone (l'aveva già fatto in passato) il tema della flat tax incrementale, per premiare fiscalmente (anziché penalizzarli) gli incrementi di reddito. Mentre Forza Italia si concentra sull'abolizione dei limiti all'uso del contante e al rilancio dei Pir (Piani individuali di risparmio).