2019-05-21
La Lega ora non si fida più: «Conte tifa per i 5 stelle». Replica: «Ditemelo in faccia»
Giancarlo Giorgetti accusa il premier di essere di parte. L'avvocato: «Affermazione gravissima». Il Viminale aggiorna il dl Sicurezza bis: oltre i 100 migranti recuperati, nave sequestrata.Le misure su famiglia e immigrazione «in correzione» al Colle. Due per il dopo Giorgio Toschi al vertice della Gdf.Matteo Salvini aveva avvisato i pm sulla Sea Watch: «Grave se mi scavalcano». Anm e Armando Spataro sparano a zero.Lo speciale contiene tre articoli.Dalla guerra di trincea, ieri Lega e Movimento 5 stelle sono passati all'assalto reciproco all'arma bianca. Lo scontro tra i due alleati di governo, nelle ultime 24 ore, ha raggiunto i livelli di aggressività più alti da quando è iniziata la campagna per il voto europeo di domenica 26 maggio. Le conflittualità si sono aperte per un'intervista alla Stampa di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro di Matteo Salvini. Preoccupato e innervosito per l'incerta calendarizzazione del Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare il Decreto sicurezza bis, caro alla Lega per le nuove misure di contrasto all'immigrazione clandestina, il sottosegretario ha sparato una raffica di dure frasi: «La campagna elettorale ha paralizzato il governo»; «L'opposizione ormai ce l'abbiamo dentro la maggioranza»; «Il Paese ha bisogno di sbloccarsi e invece loro (i grillini, ndr) hanno posizioni troppo ideologiche». Nell'intervista, Giorgetti si è lamentato soprattutto per il blocco dell'esecutivo, che da tempo avrebbe dovuto varare il Decreto sicurezza bis e le norme per impedire alle organizzazioni non governative il recupero dei barconi di profughi. «Il Consiglio dei ministeri era già fissato», ha protestato Giorgetti, «ma all'ultimo momento è nato il Decreto famiglia e (i grillini, ndr) lo hanno messo come contrappeso o come ricatto contro Salvini». Per criticare il blocco della legge anti clandestini, il sottosegretario leghista ha poi sparato un colpo ad alto potenziale e se l'è presa direttamente con il premier, Giuseppe Conte, accusandolo di «non avere sensibilità politica» e di «non essere una persona di garanzia», in quanto «è espressione dei 5 stelle ed è chiamato alla coerenza di appartenenza». Il colpo a effetto di Giorgetti ha acceso per ore la conflittualità tra alleati ma alla fine ha anche accelerato i tempi della riunione di governo. La ridda di prese di posizione è stata comunque frenetica. Accusato di «tifare» per il M5s, Conte ha reagito con una lunga, stizzita dichiarazione: «Se si mette in dubbio l'imparzialità e l'operato del presidente del Consiglio», ha detto, «si mette in discussione anche l'azione di governo, ma allora bisogna farlo in base a percorsi chiari e trasparenti. Non possiamo accettare allusioni, insinuazioni affidate alla stampa con una mezza intervista... Chi lo fa se ne assuma la responsabilità». La conclusione di Conte ha avuto il tono di un ultimatum: «Quando la dialettica trascende fino a mettere in dubbio l'imparzialità del premier, la cosa non è grave, è gravissima. Chi mi mette in discussione, lo faccia in Consiglio dei ministri». Contestualmente, però, il premier ha annunciato che la riunione del governo si sarebbe tenuta in giornata, sia pure in due momenti diversi: una prima veloce consultazione alle 16, e la riunione vera in serata, a partire dalle 20.30. A quel punto è partita l'operazione ricucitura. Il vicepremier grillino e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha invitato tutti ad abbassare i toni: «Noi vogliamo andare avanti con questo governo». Il suo collega delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha chiesto il confronto immediato con Giorgetti: «Voglio parlare con Giancarlo, non si può mettere in dubbio l'imparzialità del presidente del Consiglio». Toninelli ha aggiunto di essere lui stesso al lavoro sul Decreto sicurezza bis: «Non abbiamo mai avuto perplessità sul provvedimento», ha precisato: «C'erano solo dei dettagli, che erano tecnicamente sbagliati e li abbiamo aggiornati. Grazie al mio ministero abbiamo inserito anche il sequestro delle imbarcazioni che violano le normative del mare e abbiamo rettificato una norma che non era ben scritta. Spero che basti».Avuta la certezza che il governo sarebbe stato convocato in serata, e che si sarebbe davvero discusso del Decreto sicurezza bis (anche se l'ordine del giorno presentava una formula minimalista, indicando ci sarebbe stato soltanto un «inizio dell'esame…»), due minuti prima della riunione delle 16 lo stesso Matteo Salvini ha voluto confermare la sua fiducia nel premier: «Sì, ce l'ha assolutamente», ha dichiarato, «e del resto se non avessi fiducia nel governo non sarei qua».Contrariamente alle voci che da una settimana precedevano il testo vero e proprio del Decreto, il provvedimento presentato ieri non prevede multe per ogni immigrato che venga «salvato» in mare (s'erano ipotizzate ammende da 3.500 a 5.500 per ogni clandestino fatto sbarcare). Il testo di cui ieri sera il Consiglio dei ministri ha iniziato l'esame stabilisce invece che nessuna nave diversa da quelle militari possa intervenire in soccorso dei migranti ignorando «le istruzioni operative emanate dalle autorità responsabili dell'area in cui ha luogo l'operazione di soccorso». Chi viola queste istruzioni, invece, rischierà una multa da 10 a 50.000 euro. Se poi il comandante o l'armatore della nave dovessero ripetere più volte la violazione, oppure se il loro intervento portasse allo sbarco di un numero d'immigrati superiore a 100, scatterebbero la confisca della nave stessa e il suo immediato sequestro cautelare. Nel testo è contenuta anche una norma per favorire i rimpatri. L'articolo 12 istituisce un Fondo, dotato quest'anno di 2 milioni di euro, destinati a «finanziare interventi di cooperazione e intese bilaterali» per riportare in patria gli «irregolari presenti sul territorio nazionale e provenienti da Stati non appartenenti all'Unione europea». Dal prossimo anno, i milioni del Fondo dovrebbero aumentare fino a un massimo di 50. Tutto questo, ovviamente, sempre che la Lega riesca a far varare il suo Decreto.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-lega-ora-non-si-fida-piu-conte-tifa-per-i-5-stelle-replica-ditemelo-in-faccia-2637652837.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="in-cdm-solo-la-lettura-dei-decreti-poi-la-partita-del-vertice-della-gdf" data-post-id="2637652837" data-published-at="1758064351" data-use-pagination="False"> In Cdm solo la lettura dei decreti. Poi la partita del vertice della Gdf Giuseppe Conte ieri si è inventato il consiglio dei ministri in due tranche. La prima, durata pochi minuti, non è stata nemmeno un pre consiglio, ma una pre lettura dei decreti. È bastato mettere la frasetta: «Inizio dell'esame». In pratica un saluto veloce in attesa di riunirsi in serata, quando l'esame è proseguito ma senza alcuna decisione finale. Sul tavolo ciascuno dei due partiti di maggioranza, sempre più surriscaldata, ha messo un testo che ritiene fondamentale. I grillini il decreto Famiglia e la Lega il Sicurezza bis. Una lotta frontale che di fatto ha imposto la sola lettura e il rinvio di qualunque via libera. Il primo testo, messo assieme in fretta e furia, si base su un grande misunderstanding. Il miliardo che i 5 stelle vorrebbero mettere a copertura per approvare nuovi stimoli alla natalità in realtà non esiste. È solo una minore spesa. Il che lascia intendere che il tentativo cadrà nel nulla. Salvo l'intento politico di creare disagio a Matteo Salvini. Il decreto sicrezza bis, invece è stato consegnato nella sua interezza. Diciotto articoli che si prefigge di aggiungere nuove norme per il contrasto all'immigrazione come un'ammenda che va da 10.000 ai 50.000 euro per le navi che prestino soccorso ai migranti anche in acque internazionali, fino al sequestro dell'imbarcazione, se viene reiterato l'aiuto in mare. Vengono confermati anche gli stanziamenti (come nella prima bozza di decreto) per il potenziamento della figura degli agenti sotto copertura. Sempre in tema di immigrazione è previsto anche un fondo «destinato a finanziare interventi di cooperazione» che premino quei Paesi che si rendano disponibili a politiche di rimpatrio. Altro tema al centro del provvedimento, quello delle misure di contrasto ai fenomeni di violenza connessi alle manifestazioni sportive. Possibile in inibizione ai luoghi di sport anche per «coloro che risultino denunciati o condannati, anche con sentenza non definitiva, negli ultimi cinque anni». Norme più stringenti proposte per le società sportive che non dovranno intrattenere rapporti con persone fatte oggetto di provvedimenti di legge. Ma non è stato certo il merito del decreto ad aver scatenato la rissa. Sono state tutte le dichiarazioni di sfiducia reciproca, le stesse che hanno portato Giancarlo Giorgetti a dire che i due partiti non sono più in grado nemmeno di stilare un ordine del giorno. Esattamente quanto accaduto ieri. I testi dei due decreti sono stati inviati preventivamente al Colle, un modo per prendere ulteriore tempo. Mentre il resto della riunione di cdm ha dovuto affrontare le nomine. Innanzitutto quella ai vertici della Guardia di Finanza. Il mandato di Giorgio Toschi scade fra dieci giorni. Al suo posto sono in lizza, Giuseppe Zafarana ed Edoardo Valente. Nel dossier anche il ricambio di due vice direttori di Aisi e Aise, i servizi di intelligence interni ed esterni. La scelta è stata in questo caso tutta in capo a Conte con il pieno appoggio dei 5 stelle. Un motivo in più per allargare il divario politico tra Salvini e Di Maio. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-lega-ora-non-si-fida-piu-conte-tifa-per-i-5-stelle-replica-ditemelo-in-faccia-2637652837.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="le-toghe-pronte-alla-piazza-contro-il-lumbard" data-post-id="2637652837" data-published-at="1758064351" data-use-pagination="False"> Le toghe pronte alla piazza contro il lumbard La miccia si accende domenica sera. Sono le 21 e Matteo Salvini è collegato con la trasmissione Non è l'arena di Massimo Giletti su La 7. Si trova a Firenze, dove lo attende un comizio in piazza, e apprende in diretta che tutti i 47 migranti a bordo della Sea Watch 3 sono stati fatti sbarcare a Lampedusa per ordine della Procura di Agrigento. Nessuno aveva avvisato il Viminale dell'iniziativa, quindi il vicepremier si chiede se dietro l'operazione ci sia la «manina» di qualche ministro 5 stelle e poi attacca i giudici: «Se qualche procuratore vuole sostituirsi al governo», dice il responsabile dell'Interno, «o al Parlamento si candidi. Se è stato un escamotage per far sbarcare i migranti, mi muoverei perché è favoreggiamento al traffico di esseri umani». Il riferimento è al procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, che aveva già indagato Salvini con l'accusa di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti. Lui ha autorizzato lo sbarco e sta conducendo le indagini. Nella mattinata di ieri il leader leghista torna sull'argomento a Cofee Break su La 7 punta il dito proprio contro il magistrato: «È un segnale pericoloso far scendere altri immigrati perché gli scafisti metteranno altre donne e bambini in acqua. Il procuratore ha preso questa iniziativa senza avvisare il Viminale che non ha dato alcuna autorizzazione. Se la magistratura impone la sua legge, ne prendiamo atto sperando che sia l'ultima volta che accade». Non si fa attendere la risposta dell'Associazione nazionale dei magistrati, per voce del presidente Pasquale Grasso che, senza citare il caso specifico della Sea Watch 3, ricorda che i magistrati «agiscono in nome del popolo italiano, non secondo investitura elettorale». La scelta di far scendere i naufraghi sarebbe infatti un provvedimento che scatta in automatico in seguito al sequestro dell'imbarcazione. Si tratterebbe di un atto dovuto. Una precisazione che ha spinto Salvini, nel pomeriggio di ieri, ad ammorbidire i toni: «Ho pieno rispetto delle indagini e prendo atto con soddisfazione che è stato indagato il comandante della Sea Watch per favoreggiamento», spiega all'Ansa, «a riprova del fatto che non è una fantasia quello che denuncio da mesi. Questi sono aiutanti degli scafisti e spero che la Procura vada fino in fondo. Ci sono evidenze di connivenze tra trafficanti di esseri umani e aiutanti di esseri umani. Conto», conclude, «che questo sia stato l'ultimo viaggio illegale di questa nave fuorilegge». A fianco dei colleghi si era però nel frattempo speso l'ex procuratore di Torino Armando Spataro: «Stringiamoci attorno a loro, se necessario scendiamo in piazza in loro onore, parliamo e informiamo». Chi invece non stempera affatto la polemica sono i 5 Stelle, tirati in ballo dallo stesso ministro dell'Interno che, durante la trasmissione di Giletti, aveva domandato se qualche ministro grillino del governo si era preso la responsabilità di autorizzare lo sbarco. A rispondere a muso duro al numero uno del Viminale, e a fare quadrato intorno ai giudici, è il vicepremier Luigi di Maio: «Si legga le leggi dello Stato che rappresenta. Non accetto si accusi il Movimento sulla politica migratoria che abbiamo tenuto con rigore. Non accetto che il ministro dell'Interno dica che se stanno sbarcando dalla Sea Watch 3 è perché i nostri ministri hanno aperto i porti». Poi arriva anche Danilo Toninelli a schierarsi dalla parte delle toghe: «La magistratura è indipendente, ci sono leggi e testi unici, ben venga il sequestro del mezzo gestito dalla magistratura attraverso la Guardia di finanza. È evidente che l'epilogo della vicenda è legato al sequestro della nave da parte della magistratura, non serve un esperto per capirlo. Magari Salvini si informi prima di parlare. E trovi soluzioni vere sui rimpatri, non ancora avviati da quando è il responsabile della sicurezza nazionale». Intanto ieri la Sea Watch 3, adesso sequestrata, ha lasciato il porto di Lampedusa ed è arrivata a Licata, come disposto dalla Procura. Il comandante della nave, Arturo Centore, è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e oggi sarà interrogato.