2021-10-14
La Lamorgese ora ammette: l’assalto alla sede Cgil? Li abbiamo lasciati fare
Giuliano Castellino (Ansa)
La difesa nel question time alla Camera: arrestare Giuliano Castellino avrebbe creato disordini. Giorgia Meloni attacca: «Non siamo un Parlamento di imbecilli, è strategia della tensione».Il militante nero, adesso a Poggioreale, rischierebbe l'incolumità per vendette ultras.Lo speciale contiene due articoli.Il capo romano di Forza nuova, Giuliano Castellino, annunciava dal palco l'assedio alla Cgil. E il Viminale annuiva. O meglio abbozzava. Troppo rischioso l'arresto. Meglio lasciarlo scatenare, assieme a suoi esaltati accoliti, davanti alla sede del sindacato. Dopo giorni di surreale melina, ieri Luciana Lamorgese ha parlato. Confermando il più raggelante dei timori: piuttosto che tentare di fermare i facinorosi, il suo ministero dell'Interno ha concesso ai barbari di portare a termine le pianificate scorrerie.Nell'insostenibile attesa dell'informativa a Montecitorio, prevista martedì, Lady Viminale ha intanto risposto a un'interrogazione presentata dal capogruppo di Fratelli d'Italia, Francesco Lollobrigida, sul corteo dello scorso 9 ottobre. Solito periodare involuto, ma parole sbalorditive e inequivocabili: «La scelta di procedere coattivamente intervenendo su Castellino a piazza del Popolo, dove si è distinto per il suo protagonismo indirizzando la manifestazione verso la Cgil, è stata ritenuta non percorribile dai responsabili dell'ordine pubblico» rivela Lamorgese in aula, tentando maldestramente di scaricare le responsabilità. «Il ricorso alla coercizione» aggiunge «poteva provocare una reazione violenta della piazza con il rischio di degenerazione».Dunque, riassumiamo: a Castellino, lo scorso 1 3 settembre, viene notificato il Daspo. Era già sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. E non poteva partecipare alle manifestazioni pubbliche senza autorizzazione. Invece, spiega un mese fa la nota della polizia, aveva imperversato nei cortei organizzati a Roma, proprio in piazza del Popolo, durante l'estate: il 24 luglio, il 14 e 28 agosto. Nell'ultima, dettaglia il provvedimento, fronteggiava «i reparti schierati in assetto antisommossa, posti a protezione di Via del Corso, con l'obiettivo di sfondare lo sbarramento e raggiungere le sedi del parlamento e del governo». Intanto, incitava «con veemenza i manifestanti ed è venuto a contatto fisico con gli operatori di polizia, reiterando nei loro confronti le offese e le violenze, così come aveva fatto in precedenza». Per questo, era scattata la denuncia. A quella piazza il leader di Forza nuova non poteva nemmeno avvicinarsi. «In passato era già stato oggetto di diverse segnalazioni per violazioni al regime di sorveglianza speciale» riepiloga sibillina Lamorgese. Eppure, libero e indisturbato, Castellino ha potuto rivelare lo scorso sabato le sue bellicose intenzioni: «Andiamo ad assediare la Cgil». Ben due ore prima di concludere l'assalto. Pregevole lasso di tempo in cui, comunque, si decide di non intervenire. Per evitare, spiega la ministra, l'ipotetica «reazione violenta della piazza». Che però era fatta, in larghissima maggioranza, da pacifici manifestanti contro il green pass. È sembrato più accorto, quindi, permettere a Forza nuova lo scalpo criminale. Con Castellino, a caccia del segretario della Cgil, che minacciava la polizia: «Portateci da Landini o andiamo a prenderlo noi». Temevamo «una degenerazione» spiega però Lady Viminale. Invece, grazie all'inerzia, è stata improvvisata una partitella da polo tra gentiluomini? Surreale. Giorgia Meloni, nella replica in aula, è scatenata: «La risposta di Lamorgese non è semplicemente insufficiente, ma offensiva delle forze dell'ordine. Sette agenti lasciati a prendere le bastonate davanti alle Cgil sono un fatto indecente per quella gente e questo parlamento, che non è fatto di imbecilli». La leader di Fratelli d'Italia, che assieme alla Lega chiede le dimissioni della ministra, è sicura che l'apparente dilettantismo nasconda uno spregiudicato tornaconto: «Non siamo imbecilli, quello che è accaduto sabato è stato volutamente permesso. È stato calcolo, e questo ci rimanda indietro ad anni bui. Siamo alla strategia della tensione». Enrico Letta, segretario del Pd, derubrica: «Meloni vuole solo cercare di coprire le sue responsabilità, visto che nelle ore successive non c'è stata una condanna chiara rispetto alla matrice fascista di questo evento». Nell'intervento alla Camera, Lamorgese parla però anche del ventilato scioglimento di Forza nuova: «È all'attenzione del governo». Che si muoverà in base alle decisioni della magistratura e del parlamento. In ogni caso, «è un tema di eccezionale rilevanza giuridica e politica e di estrema complessità e delicatezza». Insomma, la strada è impervia. Lo saranno pure i prossimi giorni. La ministra ieri ha convocato il Comitato nazionale ordine e sicurezza, con intelligence e polizia, per una stretta sulle manifestazioni. L'obbligo di green pass al lavoro scatterà venerdì. Si temono nuovi disordini. Sarà rafforzato il servizio d'ordine. E vengono monitorati siti e social network: «Per garantire», sottolinea Lamorgese, «la libertà di manifestare» Su Ioaproitalia compare già un finto manifesto funebre: «È venuto a mancare Mario Draghi. I funerali avranno luogo il 15 ottobre». E su Bastadittatura parte l'appello per un «girotondo popolare» attorno a Palazzo Chigi. Appuntamento: 19 ottobre, alle 12. Qualche ora dopo Lady Viminale riapparirà a Montecitorio, per dare la sua definitiva versione dei fatti.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-lamorgese-ora-ammette-lassalto-alla-sede-cgil-li-abbiamo-lasciati-fare-2655292299.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="i-propositi-spiattellati-ai-poliziotti-portateci-landini-o-lo-prendiamo" data-post-id="2655292299" data-published-at="1634155449" data-use-pagination="False"> I propositi spiattellati ai poliziotti: «Portateci Landini o lo prendiamo» Da ieri Radiocarcere ha alimentato una voce incontrollata: uno dei militanti di Forza nuova arrestati per gli scontri di Roma e detenuto a Poggioreale era coinvolto in una vecchia storia che gli ultrà napoletani non hanno mai digerito, la morte del tifoso Ciro Esposito a Roma poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli nel maggio 2014. Per quella vicenda è stato condannato a 16 anni Daniele De Santis, che negli ambienti della destra romana è conosciuto col nome di Gastone. Le ricostruzioni giornalistiche dell'epoca, però, sono zeppe di accostamenti del nome di De Santis a quello di Giuliano Castellino, ultrà dei Boys della Roma, sorvegliato speciale dal 31 gennaio 2021 con obbligo di residenza a Roma e divieto di presenziare alle manifestazioni pubbliche. Castellino era sulle scale d'ingresso della sede della Cgil insieme al capo e fondatore di Forza nuova Roberto Fiore sabato scorso. Ed è finito in carcere a Poggioreale. Ora Radiocarcere ha vomitato fuori tutti i maldipancia con una sentenza molto pesante: qualcuno avrebbe deciso di fargliela pagare cara. L'incolumità di Castellino, insomma, sarebbe in grave pericolo. Il suo avvocato, Carlo Taormina, che difende anche Fiore, Biagio Passaro, Luigi Aronica e Salvatore Lubrano, ieri li ha incontrati per preparare l'udienza di convalida di oggi. E ha fatto sapere che risponderanno alle domande del gip. La loro versione è diametralmente opposta a quella della Procura: racconteranno come insieme alla polizia hanno gestito la situazione per evitare che degenerasse, che erano in contatto con la Digos ed erano sì presenti, ma non hanno fatto nulla. Nel loro racconto, insomma, sarebbero dei testimoni. Ovviamente i due fascicoli aperti a Roma ricostruiscono tutt'altro e continuano ad arricchirsi di informative degli investigatori. «Risulta accertata l'attiva presenza degli arrestati che hanno partecipato a tutte le varie fasi dei gravi fatti verificatisi nel pomeriggio e nella sera del 9 ottobre e che hanno costituito sostanzialmente una sorta di guerriglia urbana», scrivono i pm chiedendo la convalida dell'arresto dei sei fermati. «L'obiettivo dei manifestanti», valutano i magistrati, «e segnatamente di coloro che hanno assunto un ruolo determinante nelle iniziative violente non era certamente limitato a una mera azione di danneggiamento bensì a una ben più consistente azione volta alla distruzione della sede di una istituzione costituzionalmente rilevante e più in generale alla turbativa dell'ordine pubblico». Secondo le toghe, la «sfrontatezza dei manifestanti appare evidente, se si considera che pochi di loro avevano il volto travisato, né si preoccupavano di evitare di essere ripresi dalle telecamere, effettuando anzi dei propri video, trasmessi in diretta sui social». E viene sottolineato che Passaro ha postato su Facebook un video che lo riprende mentre si vanta di essere entrato nella sede della Cgil. Castellino, invece, viene indicato come «istigatore» e «leader» della protesta, perché, dopo le incitazioni dal palco, avrebbe detto agli operatori di polizia: «Portateci da Landini (Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ndr) o lo andiamo a prendere noi». Il Nucleo informativo dei carabinieri di Roma, per esempio, ha identificato e denunciato a piede libero altre 24 persone che avrebbero partecipato agli scontri: 13 per assalto alla Cgil, per il quale vengono contestati i reati di occupazione di edificio, danneggiamento, devastazione, resistenza a pubblico ufficiale, adunanza sediziosa e manifestazione non autorizzata (tra i quali ci sono anche Fiore, Castellino, Pamela Testa, Aronica, Passaro e Lubrano); undici, invece, per gli scontri a via del Babuino e per quelli tra largo Chigi e via del Corso con contestazioni che vanno dalla resistenza a pubblico ufficiale all'adunanza sediziosa e alla manifestazione non autorizzata. Sono stati riconosciuti attraverso l'analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza e dei video girati durante i disordini. Nonostante gli arresti e le denunce tra gli indomiti militanti di Forza nuova, su gruppi e chat, circolano ancora messaggi: «Media, mainstream, questure e partiti del sistema non sono in grado di leggere i fatti e danno la croce addosso a un movimento politico che non rappresenta che una piccolissima componente delle centinaia di migliaia di italiani esasperati, perché minacciati nello stesso diritto elementare al lavoro e alla sopravvivenza. [...] Il popolo deve solo difendere con le unghie e con i denti la propria libertà e non è certo arrestando alcuni nostri dirigenti che il sistema impaurito e nervoso potrà fermarlo; nemmeno lo scioglimento di Forza nuova potrebbe invertire la rotta di quanto sta avvenendo e avverrà nelle prossime settimane».