2021-05-16
La Juve batte l’Inter in una tonnara e resta aggrappata alla Champions
(Jonathan Moscrop/Getty Images)
Finisce 3-2 a Torino dopo una lotta senza esclusione di colpi e una girandola di decisioni arbitrali contestate. Un espulso a testa, un rigore per l'Inter e due per i padroni di casa, che grazie a Juan Cuadrado vedono l'Europa.La federazione della Svezia annuncia il forfait di Zlatan Ibrahimovic per l'infortunio al ginocchio. E il Milan si interroga sulla tenuta del quarantenne per l'anno prossimo.Lo speciale contiene due articoli. Forse non è un caso che Juventus-Inter, derby d'Italia infuocato come tutti gli incontri di cartello, si sia giocato il 15 maggio, data di nascita dello scrittore russo Bulgakov, quello che scrisse Il maestro e Margherita, raccontando le gesta del diavolo mentre crea scompiglio sulla Terra. Nell'incontro tra bianconeri e nerazzurri in molti si attendevano il colpo di scena sulfureo. La compagine di Andrea Pirlo doveva vincere a ogni costo per restare aggrappata all'ultimo treno della Champions League e dare senso a una stagione a rischio deragliamento. I nerazzurri, con lo scudetto già in tasca, non vedevano l'ora di mettere la tremarella agli arcinemici di sempre, con Antonio Conte pronto a digrignare il dente avvelenato nei confronti dell'ex squadra del cuore. Nel mezzo, il plauso per la brigata atalantina di Gianpiero Gasperini. Tarantolata, micidiale, senza sovrastrutture e obblighi di blasone, ne ha rifilati quattro al Genoa (3-4 il risultato a Marassi), centrando la qualificazione alla massima competizione europea per il terzo anno consecutivo e cullando il sogno di mettere in bacheca la Coppa Italia, in vista della finale di mercoledì prossimo proprio contro la Vecchia Signora. La Juve è chiamata invece a sfoderare il fascino irresistibile degli ultimi nove anni per concretizzare l'impresa seduttiva: il 3-2 finale ne compatta gli orizzonti per la conquista del quarto posto e la autorizza a sperare nel miracolo sportivo inaspettato. Mister Pirlo conferma le anticipazioni della vigilia: Chiellini al centro della difesa assieme a De Ligt, a centrocampo Bentancur affianca Rabiot, Arthur si accomoda in panchina, fasce affidate a Cuadrado e Chiesa, in avanti CR7 e Kulusevski, con Morata e Dybala pronti a entrare a partita in corso. Dal canto suo, Conte ripropone i titolari della cavalcata di stagione: De Vrij torna in difesa, a centrocampo Brozovic, Barella ed Eriksen, con Hakimi e Darmian sulle fasce, la coppia di arieti Lukaku e Lautaro Martinez incaricata di dar fuoco alle polveri offensive. L'occasione per l'Inter era ghiotta. Alla luce del 2-0 dell'andata, avrebbe potuto vincere due partite contro la Juventus in Serie A. Non accadeva dalla stagione 2003/04, quando in panchina sedeva Alberto Zaccheroni. Anche per queste premesse, il nervosismo nei primi minuti era lampante. Ammonizione per Kulusevski al 13°, brutta entrata su Hakimi, giallo per Bentancur per fallo tattico su Lautaro, contatto rabbioso in area interista tra Darmian e Chiellini. L'arbitro Calvarese viene richiamato dal Var e decreta il rigore per i bianconeri, con ammonizione per Darmian. Cristiano Ronaldo si incarica del penalty, tira senza la consueta sicurezza, il portiere Handanovic intuisce, respinge, ma il portoghese non fa sconti e ribadisce in rete al secondo tentativo. Vantaggio Juve. Ma le pungolate nerborute non si arrestano. In un capovolgimento di fronte, in piena area della Juventus, De Ligt rifila un pestone a Lautaro Martinez. Siamo al trentaquattresimo. Intervento del Var che sancisce l'ennesimo tiro dal dischetto. Se ne prende carico lo specialista Lukaku, e affidare un rigore a lui è più sicuro che infilare un lingotto d'oro a Fort Knox. Szczesny spiazzato e pareggio per la compagine di Conte. Tre i minuti di recupero prima del fischio dell'intervallo, e la Juventus ritrova quel carattere che sembrava smarrito da diverse giornate. Kulusevski si inventa un cross, il pallone rimpalla sul difensore De Vrij, Cuadrado si avventa rapace e segna il gol del 2-1 con rimpallo sfortunato su Eriksen. Nel secondo tempo, i neocampioni d'Italia tentano di mischiare le carte inserendo Ivan Perisic, votato all'attacco e al guizzo dell'invenzione repentina, al posto di Matteo Darmian. Ma sono ancora i nervi tesi a farla da padrone. Rodrigo Bentancur interviene in maniera irregolare su Lukaku e si becca il secondo cartellino giallo. Le proteste dalla panchina fioccano, inizalmente Calvarese non pareva intenzionato a sanzionare l'intervento, poi cambia idea. Siamo al minuto 55, la Juventus è in dieci e Pirlo decide di coprirsi inserendo McKennie al posto della punta Kulusevski. Inizia un assedio interista destinato a far breccia. Eriksen scalda le mani al numero uno bianconero con una punizione insidiosa, De Ligt chiude in spaccata su cross di Perisic, Lautaro sfiora il gol da cineteca in rovesciata. Esce CR7, al suo posto spazio per Alvaro Morata. Il campione portoghese accetta il cambio senza battere ciglio. Ha speso parecchie energie e la benzina pare contata. Si approda agli ultimi dieci minuti, il neo entrato Vecino mette alla prova i riflessi di Szczesny, poi Barella crossa in area, la palla colpisce Chiellini ed entra in porta. Sulle prime Calvarese ravvisa una punizione a favore della Juventus, ma dopo un consulto col Var assegna la rete all'Inter. Il pareggio sembra gettare l'ombra orrorifica definitiva sulle speranze sabaude. Ma al minuto 86 accade quello che i tifosi bianconeri sperano. Contatto tra Perisic e Cuadrado in area nerazzurra, un altro rigore. Con CR7 sostituito, il tiratore designato è proprio Cuadrado. La conclusione è una sassata che gela Handanovic: 3-2 e tre punti che potrebbero cambiare il destino di mister Andrea Pirlo. Nessuno ha giocato con il freno a mano tirato. Non a caso, nel finale, il direttore di gara ha estratto altri cartellini. Doppio giallo a Brozovic, la prima volta per proteste, la seconda per un fallo tattico, ammonizione per l'eroe di serata, Cuadrado, dopo un'entrata su Barella. Il triplice fischio conclusivo arriva dopo 94 minuti di intensità senza quartiere e somiglia a un campanello d'allarme per Milan e Napoli, rivali della Juventus nel contendersi i due posti restanti per la prossima Champions League. I rossoneri di Stefano Pioli sono chiamati a ripetere la convincente prova di settimana scorsa contro il Torino misurandosi con il Cagliari, il Napoli di Gattuso farà visita alla Fiorentina, già salva e priva di ulteriori stimoli. Chi si aspettava un finale di stagione sulfureo è accontentato.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-juve-batte-linter-in-una-tonnara-e-resta-aggrappata-alla-champions-2653000603.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="zlatan-non-ce-la-fa-niente-europei" data-post-id="2653000603" data-published-at="1621106078" data-use-pagination="False"> Zlatan non ce la fa: niente Europei Zlatan non ce la fa. La notizia è arrivata da Stoccolma ieri in mattinata: sul palcoscenico dell'Europeo di questa estate, fra tante stelle non splenderà quella di Ibrahimovic. La lesione al ginocchio sinistro è troppo rognosa per poter ricostruire in tempo una condizione adeguata. La federazione del Paese scandinavo, dopo aver annunciato in pompa magna, appena qualche settimana fa, il rientro fra i ranghi del più forte giocatore svedese di ogni tempo (che era uscito non senza polemiche dal giro della nazionale), ha dovuto prendere atto della dura realtà: «Oggi Ibrahimovic ha informato il ct Janne Andersson che il suo infortunio gli impedirà di partecipare ai prossimi Europei di quest'estate. Zlatan, speriamo di rivederti presto in campo». La stessa cosa che sperano i tifosi del Milan, già rassegnati a fare a meno del fuoriclasse per le ultime partite del campionato, decisive per centrare l'obiettivo della qualificazione alla prossima Champions League. Non è solo il ginocchio del bomber ad aver fatto crac, ma anche le certezze del circolo rossonero. Giusto qualche settimana fa c'era stata la fumata bianca sul rinnovo del contratto di Ibra per un'altra stagione. Mino Raiola, agente del calciatore, ha strappato 7 milioni di ingaggio per un atleta che in ottobre taglierà il traguardo dei 40 anni. Sono riemersi gli spettri di febbraio, quando il centravanti era ancora infortunato e si era assentato da Milano per prendere parte al festival di Sanremo, suscitando più di qualche perplessità sulla sua condotta fra gli addetti ai lavori. Fra le tante bizzarrie di quella bizzarra settimana, non si può dimenticare il passaggio in motocicletta scroccato a uno sconosciuto per sgusciare via da un ingorgo in autostrada e presentarsi per tempo all'Ariston accanto ad Amadeus. Dall'altra parte ci sono 15 reti in campionato e una innata attitudine da leader, che hanno issato il Milan in zone di classifica che gli competono ma che da anni risultavano inavvicinabili. Con Ibrahimovic in rosa la squadra di Pioli ha performato egregiamente, benedetta dai gol di Zlatan ma soprattutto galvanizzata dalla sua presenza in spogliatoio. La stella scandinava con la propria luce ha illuminato e fatto sbocciare definitivamente talenti a metà del guado come Kessié e Calhanoglu, ha incanalato energie dirompenti come quelle di Theo Hernandez, spinto oltre i propri limiti gregari di sostanza come Davide Calabria e stimolato la crescita di campioncini come Hauge e Brahim Diaz. Tutta gente che, nel momento del bisogno, ha risposto presente e contribuito al successo. Dall'altra parte però c'è l'età che avanza, un fisico coltivato con professionalità maniacale ma ormai vecchio 40 primavere. Da una parte Ibrahimovic si risparmierà le fatiche di una competizione top da disputare in piena estate, in virtù di questo infortunio, e dopo le sei settimane di stop preventivate dallo staff medico potrà concentrarsi sul rientro con l'obiettivo di essere in bolla per agosto, quando riparitrà la Serie A.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco