2023-03-21
La Guardia di finanza: congelati 2 miliardi di euro a 23 oligarchi
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Il sequestro di "New Vogue", yacht del valore di oltre 3,3 milioni di euro, riconducibile a oligarchi russi (Ansa)
Il generale Giuseppe Zafarana illustra in commissione difesa il lavoro portato avanti dalle Fiamme gialle nell'ultimo anno. «Abbiamo avviato accertamenti nei confronti di oltre 1.600 soggetti» presenti nelle liste europee «per aver contribuito a compromettere o minacciare l’integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina». La rete estera della Gdf in 80 paesi del mondo.Più di 2 miliardi di euro congelati a 23 oligarchi russi. E’ questo il valore del lavoro che la Guardia di finanza Italiana ha portato avanti nell’ultimo anno, partecipando alla task force che i principali paesi occidentali hanno organizzato contro la Russia di Vladimir Putin. Lo ha spiegato il comandante generale delle fiamme gialle, il generale Giuseppe Zafarana, nel corso di una audizione davanti alla commissione Difesa della Camera. «A oggi il Nucleo speciale di polizia valutaria ha eseguito atti di congelamento su fabbricati, autoveicoli, aeromobili, opere d'arte, imbarcazioni, terreni e quote societarie, per un valore di circa 2 miliardi di euro nei confronti di 23 oligarchi russi e 3 entità» ha sottolineato Zafarana. «A partire dal febbraio 2022 - ha ricordato il comandante - il corpo, in qualità di membro del Comitato di sicurezza finanziaria, Autorità competente per l'Italia all'attuazione degli asset freezing disposti dall'Unione europea, ha avviato accertamenti nei confronti di oltre 1.600 soggetti» presenti nelle liste europee «per aver contribuito a compromettere o minacciare l’integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina». Si tratta di provvedimento di natura amministrativa che hanno diretta efficacia e i cui effetti cessano solo con la cancellazione dei soggetti dalle liste dell’Unione Europea. Del resto, il sistema prevenzione e contrasto di prevenzione al finanziamento del terrorismo e all’attività di paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale si basano proprio su queste misure restrittive di congelamento di fondi e risorse economiche di particolari soggetti. L’attività va avanti ormai da più di un anno. E la Guardia di finanza si avvale di una rete di esperti e di collegamento distaccati alle ambasciate italiane all’estero. La rete internazionale si è ormai molto sviluppata. I paesi coperti dalle Fiamme gialle sono circa 80 in tutto il mondo. Ormai ci sono veri e propri «ufficiali superiori a cui sono affidate delicate funzioni di analisi e di studio delle manifestazioni di illegalità economico-finanziaria con possibili riflessi sullo stato» ha ricordato Zafarana. Lavorano in sinergia con le missioni diplomatiche nazionali e tutelano il sistema Italia all’estero, con sedi anche a Tokyo, Tripoli e Tel Aviv. Particolare attenzione, poi, è stata data dalle Fiamme gialle all’esercizio del golden power, ovvero a monitorare gli investimenti stranieri in asset strategici di interesse nazionale. Come noto, il golden power è lo strumento che il nostro Stato può esercitare per imporre specifiche condizioni all’acquisto di partecipazioni societarie o di porre il veto all’acquisto di partecipazioni su operazioni straordinarie o di estrema rilevanza. Una serie di indagini è stata condotta della Guardia di finanza proprio sul trasferimento nel 2018 del pacchetto di maggioranza delle azioni di un'impresa di Pordenone, specializzata nella progettazione e produzione di droni di tipo militare e certificati per gli standard Nato. «Dall'attività di intelligence è emerso che il trasferimento era in favore di un'impresa di Hong Kong, risultata successivamente riconducibile, attraverso una complessa ramificazione di partecipazioni, a due rilevanti aziende pubbliche della repubblica popolare cinese» ha ribadito Zafarana in commissione Difesa, parlando in merito al «supporto fornito all'autorità di governo per l'assunzione delle decisioni concernenti l'esercizio dei poteri speciali (golden power) per monitorare gli investimenti stranieri in asset strategici per l'interesse nazionale». A proposito delle indagini, Zafarana ha sottolineato che «Il subentro della nuova proprietà era stato perfezionato con modalità opache, tese a non fare emergere il trasferimento delle azioni al nuovo socio straniero. A seguito della segnalazione del Corpo, il governo ha esercitato i poteri speciali previsti dalla disciplina del golden power, imponendo alla società cinese di cedere le quote societarie acquisite». Infine, ha ricordato il generale della Guardia di Finanza, «stiamo lavorando su una verifica fiscale nei confronti di una grande multinazionale che opera nel settore dei social. Abbiamo concepito e condiviso insieme all'Agenzia delle entrate un rilievo che sarà particolarmente significativo a fini dell'Iva perché la multinazionale mette a disposizione una piattaforma sulla quale vengono offerti servizi in cambio dell'utilizzo dei dati degli utenti e questa è un'operazione rilevante ai fini dell'imposta sul valore aggiunto»
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