2022-03-12
La coperta corta dell’energia eolica
Dai sei nuovi impianti, autorizzati dal governo, non potremo aspettarci più di 800 gwh. I costi di manutenzione e trasporto impattano sull’efficacia. E si devasta il paesaggio.Il consiglio dei ministri, giovedì scorso, ha sbloccato l’avvio di sei impianti eolici, con una potenza che arriva nel complesso a 418 mw. Si tratta di quattro progetti in provincia di Foggia, con taglie da 40 a 120 mw di potenza, uno in provincia di Sassari (121,5 mw) e uno in provincia di Matera (33 mw). Già il 2 dicembre scorso il consiglio dei ministri era intervenuto per sbloccare altri impianti eolici per totali 347 mw, la gran parte sempre in provincia di Foggia, area assai pregiata per questo tipo di impianti a causa della ventosità relativamente costante rispetto al resto del territorio nazionale. Lo sblocco governativo consiste nel dare il via libera agli iter autorizzativi e si rende necessario qualora questi si fermino a causa di disaccordo tra le diverse autorità competenti, in sede di conferenza dei servizi. Tipicamente, il disaccordo si verifica tra Regioni e governo oppure tra il ministero della Transizione ecologica e quello della Cultura, cui fanno capo le soprintendenze.In Italia gli impianti eolici hanno un fattore di carico intorno al 20-25%, cioè producono energia per circa 2.000-2.200 ore all’anno. In altre zone d’Europa, ad esempio nel mare del Nord, questo fattore è superiore al 35% e arriva a volte al 50%. Un minor fattore di carico, dunque una minore attività a parità di potenza installata, significa tempi di ritorno dell’investimento più lunghi, e dunque necessità di maggiori incentivi.Nel caso dei 418 mw, a regime potremo attenderci poco più di 800 gwh di energia. Non è poco, ma come sappiamo il problema degli impianti eolici è legato all’intermittenza della fonte ventosa, oltre che alla necessità di bilanciare questa intermittenza utilizzando impianti di riserva a fonte convenzionale. Questa azione di bilanciamento, eseguita da Terna, ha un costo, per l’intero sistema, che rimane nascosto fino a che lo si ritrova nella bolletta mensile, affogato assieme ad altri in quella voce un po’ misteriosa che si chiama «oneri di sistema». Nel caso poi di grande densità di impianti su un’area ristretta, come si sta verificando in Puglia, vanno risolti i problemi della rete di trasporto che deve convogliare l’energia prodotta verso i centri di consumo. Per come è la situazione italiana, il maggiore consumo è situato nel Nord del Paese, a causa della alta concentrazione di industrie, soprattutto in pianura padana, e della densità abitativa. Dunque, per ogni nuovo impianto avviato nel Sud, la rete nazionale deve tenere conto dei flussi prospettici di energia e predisporre programmi aggiornati e piani di sviluppo e manutenzione che tengano conto delle nuove situazioni. Ciò richiede ingenti investimenti, che diventano obbligati nel momento in cui è il Meridione, per le sue caratteristiche climatiche, ad essere la sede elettiva della maggior parte degli impianti di produzione di energia elettrica a fonte rinnovabile.La gran parte degli impianti eolici ha goduto o gode di due possibili incentivi: la tariffa omnicomprensiva, che nel 2021 è risultata pari in media a 139 euro/mwh, oppure incentivi tra 19 e 45 euro/mwh, cui va aggiunto il prezzo dell’energia elettrica di borsa (il prezzo unico nazionale, pun). I nuovi impianti dovrebbero godere dei nuovi incentivi, più ragionevoli, attuati con uno schema di prezzo per differenza rispetto al pun. Nella situazione attuale di grave emergenza energetica, lo sblocco degli iter autorizzativi può sembrare una buona notizia. Tuttavia, non si può non notare come la deroga alle norme e procedure ordinarie, in virtù di situazioni eccezionali, stia diventando sempre più la regola generale. Mentre ancora permane uno stato di emergenza pandemico e un altro stato di emergenza per la guerra in Ucraina è stato appena dichiarato, commissariare, decretare d’urgenza e agire in deroga è ormai la cifra stilistica di questo governo. Ciò anche perché il Pnrr richiede una serie di adempimenti con scadenze temporali precise, e la preoccupazione principale di questo governo è proprio di rispettare questi obblighi a qualunque costo. Un modus operandi che richiede un grande controllo da parte del parlamento, a garanzia di tutti.
Jose Mourinho (Getty Images)