2020-02-06
La Cina annuncia una cura per la malattia di Wuhan. L’Oms frena: zero riscontri
Pechino ottiene risultati positivi ma l'agenzia è cauta: funziona solo in vitro. Via alla sperimentazione sui pazienti, anche con medicine antimalariche. La Cina annuncia trionfante di aver trovato almeno due farmaci efficaci contro il nuovo coronavirus. A stretto giro, però, l'Organizzazione mondiale della sanità smonta l'enfasi di Pechino: con toni vicini alla smentita, l'Oms afferma che non esistono ancora terapie efficaci contro il 2019-nCoV e che mancano studi su larga scala. Al governo cinese sembrano bastare i risultati in vitro - cioè su modelli cellulari - per definire l'efficacia del farmaco. Secondo quanto annunciato in pompa magna dalla tv di Stato Cgtn, un team di ricercatori della Zhejiang University, guidati dalla scienziata Li Lanjuan, avrebbe dimostrato che Abidol (farmaco autorizzato per il controllo del dolore) e Darunavir (un antivirale che di solito si associa a Ritonavir per la cura dell'Hiv) sono in grado di inibire lo sviluppo del virus in test preliminari (cioè su modelli cellulari, su vetrini). «Lo sviluppo di terapie o vaccini contro patogeni come questo, di solito, richiede anni», spiega Tarik Jasarevic, portavoce dell'Oms, «prima bisogna affrontare lunghe sperimentazioni e passare attraverso anche qualche sconfitta». La parola «sconfitta» però non sembra essere contemplata nella Repubblica popolare cinese: hanno coperto col segreto di Stato l'epidemia - segnalata ai primi di dicembre a Wuhan - e atteso la fine dell'anno per informare l'Oms del pericolo. Per tacere dei cittadini cinesi, che hanno appreso la realtà solo da pochi giorni. Nel frattempo però i funzionari statali erano stati solerti nell'arrestare Li Wenliang, il medico che per primo aveva condiviso l'allarme di un'infezione «simile alla Sars» in una chat con altri clinici. Tutti i medici sono finiti in manette, per essere riabilitati - malvolentieri - quando l'epidemia ha assunto rilevanza planetaria. Qualche dubbio su trasparenza e tempestività, inoltre, viene spontaneo anche nei riguardi dell'Oms. Nonostante l'agenzia fosse informata da fine dicembre della nuova potenziale epidemia in corso a Wuhan, ha impiegato mille cautele nell'affrontare il tema e quasi una settimana (dal 23 al 29 gennaio), per passare dal livello di rischio medio a quello elevato: condizione necessaria a mettere in atto, su scala internazionale, una serie di misure per il contenimento del contagio. Eppure i numeri delle persone infette - ben al disotto di quelli stimati dalla stessa Università di Hong Kong- crescevano esponenzialmente anche per il governo di Xi Jinping. Come riportava ieri La Verità, ci sono ombre sul direttore dell'Oms, l'etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus. Il portale Asian Review segnala che «i legami tra la Cina e l'Onu (di cui l'Oms è un'agenzia speciale, ndr) sono molto stretti, dal momento che la Cina è il secondo finanziatore delle Nazioni unite su scala mondiale». Cinese era chi ha preceduto Ghebreyesus, ossia Margaret Chan, nominata per l'incarico dal suo governo dopo aver affrontato l'epidemia di Sars nel 2003. Pechino, poi, è uno dei più generosi finanziatori dell'Etiopia, nazione d'origine di Ghebreyesus. Saranno coincidenze, ma alla vigilia del voto per la direzione dell'agenzia molti media internazionali (tra cui New York Times e Washington Post) riportarono alla luce l'operato del politico etiope ai tempi in cui questi era ministro della Salute in patria (dal 2005 al 2012): in Etiopia si sono verificate tre distinte epidemie che Ghebreyesus trattò come semplici sindromi diarroiche, nonostante oltre 76.000 casi e 863 decessi. Ieri, per la prima volta, davanti alla fanfara cinese sulle nuove cure, l'Oms ha azzardato una riserva: un conto è dire che ci sono le cure, un altro dire che si possono testare farmaci nell'uomo per debellare l'infezione. «Abidol e Darunavir sono farmaci già autorizzati per altri impieghi», spiega alla Verità Silvio Garattini, farmacologo fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, «sappiamo già che sono sicuri e conosciamo le dosi da impiegare. Si tratta di testarli per una nuova indicazione». Stessa sorte potrebbe spettare anche ad altre due molecole che hanno dimostrato attività contro il nuovo coronavirus: clorochina e remdesivir. «Alcune ricerche francesi sulle scimmie», spiega Garattini, «dimostrano che la clorochina, impiegata per la malaria, ha un'attività sul coronavirus, per questo credo verrà testata». Questi studi «si possono fare facilmente solo in Cina», continua l'esperto, «perché ci sono sufficienti contagiati per stabilire se il farmaco è attivo o no. Dobbiamo ricordarci che da questa infezione ci sono anche persone che guariscono e, in relazione a un singolo caso, non sappiamo se sarebbe guarito anche senza farmaco». Proprio da questo concetto è partita la sperimentazione a Wuhan su Remdesivir, antivirale sviluppato dall'americana Gilead - con scarsi risultati - per l'Ebola, ma rivelatosi promettente per il coronavirus cinese. Il Friendship Hospital di Pechino, che testa il farmaco nell'istituto di Wuhan, ha fatto domanda per brevettare questo e altri farmaci anche in altri Paesi o regioni in base al trattato di cooperazione in materia di brevetti, e nella nota chiede alle industrie straniere di non mettere in atto i diritti legittimi sui brevetti per aiutare la Cina. «Se non era prevista dalla Gilead, può brevettare il Remdesivir per la nuova indicazione», dice Garattini. Così la Cina potrebbe guadagnare, a spese della ricerca americana. La richiesta di registrazione, dice la Reuters, era già partita il 21 gennaio, quando l'epidemia era moderata.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».