2025-03-09
La cifra che lo Stato dovrà sborsare potrebbe superare i 600.000 euro
La Corte d’Appello dovrà ora decidere l’entità del risarcimento per i 41 della Diciotti.Una valutazione ufficiale dell’entità del danno per i nove giorni di attesa che i migranti eritrei hanno passato nell’estate 2018 sulla nave militare Diciotti prima di sbarcare sul suolo italiano al momento non esiste. Sarà la corte d’Appello di Roma, come deciso venerdì dai giudici delle sezioni unite civili della corte di Cassazione, a dover stabilire la cifra che la presidenza del Consiglio e il ministero dell’Interno dovranno versare a ogni migrante eritreo costituito in giudizio. È possibile però risalire a una stima probabile, in base alle richieste avanzate dal difensore dei 41 eritrei e alle indicazioni inserite dai giudici della Cassazione nella loro ordinanza di 37 pagine. Stando alle richieste del difensore, l’avvocato Alessandro Ferrara, «per ogni giorno di illegittimo trattenimento sulla motonave Diciotti, in aperta e palese violazione dell’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che, secondo la Corte di Strasburgo, si applica anche alle procedure di trattenimento degli stranieri extracomunitari, essendo la detenzione amministrativa del tutto equiparabile alla detenzione carceraria, in quanto una delle mutevoli forme di privazione della libertà, i parametri prevedono un importo di 174 euro al giorno». Nel caso specifico si tratta al massimo di nove giorni, se si calcolano quelli in mare, altrimenti sei, se si prendono in considerazioni quelli dell’ormeggio. I giudici della Cassazione, però, non hanno parlato di detenzione amministrativa, ma di «danno non patrimoniale da lesione dei diritti inviolabili della persona». Che va dal danno biologico a quello morale, fino a quello esistenziale. Le stime cambiano, ma non di molto. Nel 2011 la Corte di cassazione ha individuato nella «tabella» elaborata dal Tribunale di Milano un generale «parametro di conformità della valutazione del danno biologico», così attribuendo alla stessa tabella un rilievo para-normativo. Basta consultare la tabella, quindi, per comprendere il ragionamento che i giudici della Corte d’appello di Roma dovranno affrontare per la conta dei danni. Il parametro principale è l’età del danneggiato: più è bassa e più si alza l’asticella del risarcimento. A conti fatti si presenta una forbice tra i 115 e i 175 euro al giorno. E infatti proprio l’avvocato Ferrara ieri con il Fatto quotidiano aveva parlato di «160 euro per ogni giorno di detenzione, dunque dieci o in subordine sei», a seconda che si calcolino solo i giorni trascorsi in porto o anche quelli passati in mare. Il Corriere della sera, invece, aveva sparato una cifra compresa tra i 41 e 72.000 euro per migrante, ripescando una notizia dell’agenzia Ansa del 2019 subito smentita da Baobab experience, la Ong italiana che si oppone alle politiche di frontiera e che ha sostenuto l’azione dell’avvocato Ferrara contro la presidenza del Consiglio e il ministero dell’Interno, con questa precisazione: «È vero che i migranti presi in carico vogliono un risarcimento dai 41.000 ai 71.000 euro a testa? La quantificazione del risarcimento è stata fatta in base a parametri europei, che prevedono un importo di 174 euro al giorno per illegittimo trattenimento. A seconda delle ipotesi di 5 giorni o 10 di privazione della libertà si arriva a 1.000 o 1.700 euro a testa». Che nella condizione più sfavorevole per presidenza del Consiglio e ministero dell’Interno, ovvero al massimo del risarcimento per i nove giorni passati sulla nave da tutti e 41 migranti, fa 627.300 euro. Ai quali dovranno aggiungersi le spese legali.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)