
Il recente sinodo vaticano sull'Amazzonia ha beatificato la Pachamama, emblema di fertilità intristita dalla fame e dalla carestia. Un altro passo verso la desacralizzazione di Cristo: sempre più svuotato il comandamento «Non avrai altro Dio all'infuori di me».IDOLILa nuova Chiesa 3.0 si è data al paganesimo. È il nuovo trend. Avendo deciso di darsi al paganesimo, la nuova Chiesa 3.0 avrebbe potuto rivolgersi a Giunone, che era già sul posto, ma evidentemente i santi padri non amano le donne a forma di donna, preferiscono forme più androgine e si sono rivolti all'ossuta Pachamama. La Pachamama è diventata un must, come lo spread nel 2011: tutti i giornaloni ne parlano come se sapessero che cos'è, ma in realtà le idee sono confuse. Pachamama è il nome di una divinità non amazzonica che vuol dire Madre Terra, e sembra un simbolo di fertilità, essendo rappresentata come una donna nuda e incinta. In realtà rappresenta la fertilità intristita dalla carestia, talmente rinsecchita che per completare la sua gravidanza e sputare un po' di raccolto ha bisogno di sacrifici umani, come lo spread appunto, e come lo spread è francamente bruttina, ossuta e legnosa, con il seno floscio e vuoto, non in grado di dare nulla. La strana guerra della sempre più incredibile nuova Chiesa 3.0 nel banalizzare Maria, così da desacralizzare sempre più Cristo, ha portato a una specie di noia per tutte le Madonne, dalla Natività di Giotto alla Madonna di Vladimir, è ci si è rivolti agli Inca, popolo celebre per mitezza e bontà di cuore, che aveva questo vizietto dei sacrifici umani: ma chi siamo noi per giudicare?La Pachamama è stata importata durante il cosiddetto sinodo dell'Amazzonia, ma la Pachamama con l'Amazzonia non c'entra nulla, è una divinità degli Inca, che stavano sulle Ande, mentre l'Amazzonia sta in Brasile. Quindi le alternative sono tre: le sempre più pirotecniche e incredibili gerarchie della nuova Chiesa 3.0 non sanno leggere un atlante; oppure l'atlante non ce l'hanno proprio, perché se lo sono venduto, probabilmente insieme con i Vangeli, di cui pure sembrano sprovvisti; infine l'ipotesi più inquietante: la divinità inca venerata con l'infanticidio è stata associata all'Amazzonia dove si pratica ancora l'infanticidio. Una Madre Terra stitica e miserabile, come quella di cui parla Greta Thunberg o i malthusiani in genere, che ha bisogno di sacrifici di bambini, per esempio non mettendoli al mondo per non crollare. La Provvidenza cacciata dalla Pachamama.Le rappresentazioni della Madonna sono ognuna diversa, e tutte commoventi, mentre le Pachamama sono tutte ottusamente identiche, perché raffigurano una divinità astiosa che deve essere sempre rappresentata identica a sé stessa. La Pachamama è brutta come la fame. Quest'ultima affermazione non è un giudizio estetico, ma un'informazione antropologica. La Pachamama rappresenta la Madre Terra in carestia. Una donna incinta ha il seno florido, la Pachamama ce l'ha vuoto e cadente, come succede alle donne quando subiscono la fame: ha urgenza di sangue, ha urgenza di un sacrificio o non porterà a termine la gravidanza finché la terra sarà vuota di messi. Era il simbolo della madre terra senza salvezza e senza provvidenza, arcigna, miserabile, affamata, cui bisogna fare sacrifici perché torni a dare qualcosa. I sacrifici umani erano chiamati capacocha. Digitate su Google le parole Pachamama e capacocha e avrete tutte le informazioni sui sacrifici umani di bambini a questa divinità atroce. Ora, la Pachamama è ormai ingentilita in una specie di superstizione e ci si limita come sacrifici solo a feti di lama. Nel Vangelo è scritto: «Chi non è con me è contro di me». Tutto quello che non è cristianesimo è contro Cristo, le parole tolleranza e discernimento non sono contenute nel Vangelo e non fanno parte del cristianesimo. Non si tollera il male, non si tollera che alcuni non abbiano Cristo: il cristiano porta Cristo, evangelizza. Se non evangelizza non è più un cristiano. «Io sono la verità e la via», e al di fuori di ciò non c'è né verità né via: questa frase non lascia margini al dialogo interreligioso che nel cristianesimo non esiste. L'unico dialogo è l'evangelizzazione.La chiesa di Santa Maria in Traspontina a Roma, vicinissima a San Pietro, è stata profanata mettendo sugli altari le Pachamama. Il 21 ottobre qualcuno ha prelevato i manufatti -che secondo il cristianesimo si chiamano idoli e non dovrebbero stare sugli altari - e li ha sistemati sul Tevere. A me sembra un'idea carina: i manufatti venivano tolti dalla chiesa, e i cristiani (veri) possono essere contenti, e venivano messi in acqua così che la Madre Terra si incontrasse con le Acque e anche la nuova religione panteista ecologista e scema potrebbe essere contenta. Invece tutti scontenti. Subito arrivarono le condanne e i commenti negativi dai giornali e da ambienti vaticani. Gli anonimi autori erano stati bollati come «attivisti ultraconservatori» dalla stampa, ci mancava solo «nazifascisti» e «odiatori seriali». La nuova Chiesa 3.0 ha chiesto perdono a chi si è sentito offeso dal furto delle Pachamana (chi? i peruviani? i brasiliani? i fabbricanti di Pachamama?). Schiere di cattolici hanno invece recitato rosari di riparazione per chiedere perdono a Dio per la presenza di idoli sugli altari.Il 4 novembre l'autore del gesto si è rivelato al pubblico: si chiama Alexander Tschugguel, è di Vienna e ha 26 anni. La nuova Chiesa 3.0 il primo comandamento lo conosce? È questo che fa notare Alexander nel suo video: la presenza di queste statuette in chiesa va contro il primo comandamento, che recita: «Io sono il Signore, tuo Dio (...): non avrai altri dei al di fuori di me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai». Tschugguel ci dice che dopo essersi informato sulle questioni sinodali ed essersi recato a Roma all'inizio del sinodo visitò la chiesa di Santa Maria in Traspontina dove due cappelle erano state allestite con manufatti amazzonici. I volontari che erano lì spiegavano che «il sinodo non riguardava tanto la religione quanto la politica» e che le persone in Amazzonia non venivano battezzate dai missionari perché «non fa parte della loro cultura». Tornati a Vienna e avendo riflettuto sulla bontà o meno della presenza di quei manufatti in chiesa, lui e alcuni amici hanno deciso di recarsi di nuovo a Roma e agire. Dice poi che hanno deciso di non nascondersi perché non vogliono si pensi sia stata un'azione da codardi. Nel frattempo le statuette, di legno e prive di valore, sono state ripescate per essere trionfalmente messe sugli altari. Chi le ha ripescate? I carabinieri e sommozzatori dello Stato italiano, con i soldi dei contribuenti italiani, gli stessi per i quali in caso di furto non si muove nessuno.E ora torniamo al sinodo dell'Amazzonia, così capiamo che vuol dire la Pachamama. Ospiti d'onore del sinodo: l'iper abortista Jeffrey Sachs, un economista americano, e l'iper abortista Ban Ki-moon, nessuno dei due è cattolico, ed entrambi adorano l'aborto, non perché siano cattivi, ma perché c'è questa povera madre Terra rinsecchita e con le mammelle vuote che ha bisogno di sacrifici umani per riprendersi. Al sinodo dell'Amazzonia la nuova Chiesa 3.0 ha cinguettato che dobbiamo obbedire all'Onu e l'Onu ha due parole d'ordine: contraccezione chimica e aborto. Il Nemico è dentro le porte.
Roberto Saviano (Ansa)
I media continuano a grondare odio. Michele Serra: «Le vittime non sono tutte uguali». Nessuna pietà dal giornale dei vescovi. Fdi contesta Corrado Formigli: «In tv ha ignorato la vicenda».
Donald Trump (Ansa)
Il presidente Usa confida a Fox News di non essere riuscito a guardare il video del delitto. Poi chiarisce: «È un episodio isolato». Il governatore dello Utah, Cox: «Siamo a un punto di svolta della storia».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
Finita la caccia al killer dell’attivista Usa: è un ragazzo di 22 anni, convinto dal padre a consegnarsi. Sui bossoli inutilizzati le scritte: «Fascista, prendi questo!» e il ritornello del canto.
Sergio Mattarella (Ansa)
Facendo finta di ignorare le critiche della Meloni, Re Sergio elogia il «Manifesto» rosso di Spinelli. E lo propone nuovamente come base di un’Unione ai minimi storici.