2021-08-02
«La chiamano transizione ecologica ma per noi è un suicidio economico»
Il presidente dell'Isag Enrico Mariutti,: «Non è solo un'illusione, è una speculazione, un gigantesco trasferimento di soldi alle imprese orientali. A noi la conversione porterà solo problemi: bollette salate e freno allo sviluppo» «La transizione ecologica rischia di essere una batosta per i nostri portafogli, un freno per lo sviluppo dell'economia dei Paesi europei e una dipendenza maggiore dalla Cina». Enrico Mariutti, presidente dell'Istituto Alti Studi in Geopolitica (Isag), ricercatore e analista in ambito economico e energetico, lancia subito il sasso. Una prospettiva che lascia senza parole. Ma la rivoluzione verde, il mondo più pulito? «La responsabilità dell'Europa nella produzione di Co2 è pari solo al 9% del totale. I colossi asiatici sono quelli che inquinano di più e non solo non hanno nessuna intenzione di smettere ma, anzi, progettano di accrescere le loro emissioni. Questo vuol dire che, nonostante i nostri sforzi, la situazione non cambierà molto senza un uguale impegno da parte di Cina e India». Quale è la situazione delle riserve di materie prime necessarie all'economia green? «Le materie prime non sono illimitate. Un generatore eolico è fatto di calcestruzzo, acciaio, polimeri plastici e zinco, un impianto fotovoltaico di silicio, vetro e alluminio, una batteria di nickel, litio, cobalto e terre rare. Per la transizione ecologica dobbiamo moltiplicare il prelievo delle risorse naturali. La produzione di litio da qui al 2040 dovrà aumentare di 42 volte. Se dovessimo garantire la circolazione di mezzo miliardo di veicoli elettrici, le riserve attuali di litio potrebbero anche bastare ma dovendo sostituire tutti i veicoli attualmente in circolazione, di sicuro si andrebbe in deficit di minerali. Tant'è che i prezzi stanno già salendo. Nel 2021, per la prima volta da dieci anni, pale eoliche e pannelli fotovoltaici sono rincarati proprio a causa della maggiore richiesta di materie prime. Dall'inizio dell'anno il prezzo dell'acciaio è aumentato del 18%, quello del rame poco meno e quello del silicio policristallino è quadruplicato». Aumenterà anche il prezzo dell'energia? «Nel misurare il costo dell'energia prodotta con le rinnovabili di solito non si considerano i costi di integrazione. Gli oneri per le centrali di backup per esempio». Cosa sono le centrali di backup? «Con una centrale solare o eolica non posso produrre quanta energia voglio. Pertanto quando la domanda sale e queste centrali non sono in grado di coprire il maggior fabbisogno, entrano in funzione le centrali di backup, di solito a gas. Questi impianti restano spenti per la maggior parte dell'anno ed è un onere a carico della bolletta dei consumatori ma non è contabilizzato tra i costi delle rinnovabili. Un altro costo implicito è che se dobbiamo convertire tutto a elettricità, bisogna eliminare caldaie e fornelli a gas. E quindi occorre ricostruire la rete italiana. Tutta l'energia che passa nei tubi del gas, dovrà andare sui fili elettrici che sono insufficienti rispetto alla domanda futura. La transizione ecologica porrà problemi anche al fisco». Vuol dire più tasse? «Il motore a combustione garantisce un gettito allo Stato di circa 80 miliardi l'anno di cui la metà sono accise sul combustibile. Qualcuno dice che il fisco potrebbe rivalersi sull'elettricità ma sarebbe difficile distinguere quale è la destinazione finale. Risultato: la bolletta aumenterebbe per tutti anche per chi non ha un'auto elettrica. C'è l'incognita dei prezzi delle materie prime. Se tutti costruiranno auto elettriche, la domanda di litio per le batterie esploderà e le quotazioni schizzeranno alle stelle. Nei primi mesi del 2021, il costo del litio è salito del 91%». Dobbiamo aspettarci bollette salate? «Entro il decennio, il prezzo all'ingrosso dell'elettricità è destinato a raddoppiare da 40-50 euro a megawattora a 90-100 euro, a causa della crescente penetrazione delle rinnovabili. Il prezzo all'ingrosso descrive quanto paghiamo l'elettricità agli impianti ma non tiene conto degli investimenti che lo Stato dovrà sostenere per il potenziamento della rete e per la sicurezza degli approvvigionamenti. E questi sono extra-costi che si scaricheranno sulle bollette o sulla fiscalità generale. La Corte dei conti tedesca ha messo in guardia il governo su questi oneri di integrazione, stimando un fabbisogno finanziario per la Germania di 100 miliardi di euro nei prossimi 10 anni». Quanto aumenteranno le nostre bollette con la transizione ecologica? «Se i prezzi delle materie prime restano quelli attuali, la bolletta potrebbe anche raddoppiare. Ma è una stima ottimistica». Ci sarà un periodo buio? «Ci stiamo suicidando economicamente e con piena consapevolezza. Oltretutto, l'aumento dei prezzi dell'energia rischia di frenare l'economia globale. Pensare di soddisfare l'incremento della domanda di energia con batterie e pannelli, è ridicolo». La transizione ecologica è una grande illusione? «Più che una illusione, è una speculazione. È un gigantesco trasferimento di soldi dai consumatori alle imprese dell'high tech. E non sono imprese occidentali ma cinesi. Stiamo organizzando un travaso di ricchezza dall'Europa alla Cina, che grazie al monopolio nel settore dei pannelli solari e delle batterie, e al predominio nelle commodities strategiche, sarà l'unica a incassare».