2025-09-05
La Cgil marina il lavoro e rema per Flotilla
Anna Foglietta durante la manifestazione al Lido di Venezia (Ansa)
Nelle Marche il sindacato si «iscrive» alla crociata utopistica delle barche civili in viaggio verso Gaza con a bordo i viveri. Giorgia Meloni rassicura la Schlein: «Esistono canali umanitari più sicuri, ma tuteleremo gli attivisti». Cinema zavorrato a Venezia.I centri sociali vanno in crociera con la Cgil. E lo fanno in grande stile, attraverso la Global Sumud Flotilla inventata dall’ecosistema pro Pal per tre motivi: portare 350 tonnellate di aiuti a Gaza (una goccia nel mare, visto che israeliani e onlus Usa ne distribuiscono 850 tonnellate al giorno), rinverdire il marketing umanitario-velleitario caro alla sinistra al caviale e dorare l’abbronzatura di fine estate. Fra le 60 imbarcazioni coinvolte, sono pronte a partire da Genova anche quelle italiane con il tradizionale campionario di attivismo gruppettaro più una delegazione di incursori dell’opposizione (Benedetta Scuderi di Avs, Annalisa Corrado e Arturo Scotto del Pd, Marco Croatti dei 5stelle), con la speranza di trasformare la regatalonga in acque pericolose in un incidente diplomatico per l’Italia.Non per niente Elly Schlein ha chiesto a palazzo Chigi di tutelare l’allegra ciurma in libera uscita («il governo dia protezione agli attivisti») e Giorgia Meloni le ha risposto con la carta vetrata. «Per agevolare il buon esito della consegna di generi di prima necessità alla popolazione palestinese, tenuto conto della limitata quantità di aiuti trasportabili sulle imbarcazioni coinvolte, si suggerisce la possibilità di avvalersi di canali alternativi e più efficaci di consegna». Per esempio Food for Gaza, che funziona regolarmente attraverso percorsi ufficiali protetti dalla diplomazia internazionale. La premier ha anche sottolineato che «nonostante Global Sumud Flotilla sia una missione con una finalità di natura simbolica o politica, e che quindi si intende portare avanti a prescindere da quanto sopra esposto, il governo italiano assicura che saranno adottate tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe». Il finale è una citazione mascherata da Totò (Cca’ nisciun è fess): «Avvalersi dei canali umanitari già attivi eviterebbe di esporre i partecipanti all’iniziativa ai rischi derivanti dal recarsi in una zona di crisi e al conseguente onere a carico delle diverse autorità coinvolte di garantire tutela e sicurezza». Già, ma non ci sono le telecamere. Vistosi definire irresponsabile e bucare il salvagente con l’ochetta, l’ammiragliato dem ha replicato piccato con Francesco Boccia e Chiara Braga: «Ci sembra una risposta vaga ed evasiva. Il fine della missione non è simbolico: si tratta di tonnellate di cibo da portare a Gaza. E sottolineiamo che non si tratta di una iniziativa politica ma umanitaria».Alla vigilia della partenza, la Flottiglia Resiliente (Sumud in arabo) ha scoperto di avere un alleato in più, il solito, quello che fa da servizio d’ordine ai cortei di terra: la Cgil è pronta a remare idealmente verso il Mediterraneo orientale. Dopo essersi speso per fermare l’autonomia differenziata, bloccare il premierato, difendere Ilaria Salis dalla giustizia ungherese, sostenere le istanze della comunità transgender e perdere rovinosamente i referendum, Maurizio Landini poteva esimersi dall’indossare il costume da bagno ascellare in questo crepuscolo d’estate? Certo che no. E allora Cgil per Greta, visto che la testimonial internazionale della barcolana fuori stagione è sempre la Thunberg. L’Horatio Nelson della situazione è il segretario Cgil della Regione Marche, Giuseppe Santarelli, che ha lanciato per domani la mobilitazione in cinque piazze con lo scopo di «fermare la barbarie sostenendo la #GlobalSumudFlotilla, la flotta civile e non violenta che porta aiuti alla popolazione di Gaza per rompere l’assedio e riaprire i corridoi umanitari. La nostra voce si unisce a quella di chi chiede pace, giustizia e rispetto del diritto internazionale per fermare la violenza e impedire che si consumi un genocidio, come denunciato dalle istituzioni internazionali». Il giorno in cui la Cgil da partito tornerà a farsi sindacato, quindi a occuparsi di tutelare le prerogative del lavoro, dei salari, dell’ascensore sociale, della sicurezza nei cantieri, sarà festa grande sul cassero.Tutto è pronto per l’happening in bermuda e se ci scappa uno schiaffo a babordo meglio; il martirio esige un prezzo da pagare. Il primo incidente diplomatico è avvenuto alla Mostra del cinema di Venezia, dove un naviglio alternativo è stato fermato dai carabinieri in un canale del Lido: sopra c’era la zia del corsaro nero, Anna Foglietta, che sventolava una bandiera palestinese con la street artist e attivista Laika. «O si sta dalla parte degli oppressi o si è complici», hanno dichiarato in segno di solidarietà a Flotilla. In fermento anche i centri sociali del Nordest che hanno minacciato, rigorosamente dalla terraferma: «Se la spedizione sarà fermata bloccheremo il porto di Venezia». Un analogo diktat è stato lanciato dai camalli di Genova: «Se perdiamo il contatto con le navi anche solo per 20 minuti paralizziamo tutto». C’è da capirli, sono preoccupati per le sorti dei crocieristi. Nel caso possono sempre chiedere al pirata dei Caraibi del Vaticano, Luca Casarini, di mettersi una benda sull’occhio e correre a salvarli.
Orazio Schillaci e Giuseppe Valditate (Ansa)
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