2020-09-22
La Cgil fa cacciare l’Ugl dal tavolo dei rider
La sigla di centrodestra firma un accordo con Assodelivery, ma Maurizio Landini protesta e Nunzia Catalfo la esclude: «Poco rappresentativa». Intanto la sede bolognese del sindacato di Paolo Capone viene assaltata da un gruppo in trattativa con il governo che tace sul vandalismo.Il mix tra statalismo di sinistra e mentalità grillina sta portando l'Italia verso l'idiosincrasia per il mercato. In molti potrebbero gioirne, se almeno le barriere alzate portassero vantaggi per il sistema Paese. Invece, la strada giallorossa uccide il mercato e non porta alcun vantaggio. Lo si vede dalle posizioni che il governo sta prendendo nella partita di Piazza Affari e ancora di più nelle mosse sul contratto nazionale per i rider. Per capirlo basta mettere in fila i fatti. La scorsa settimana Assodelivery e Ugl, il sindacato guidato da Paolo Capone, siglano un accordo con competenza nazionale. Il testo prevede una serie di interessanti vantaggi. Per la prima volta stabilisce un compenso minimo di 10 euro lordi per ogni ora lavorata. In caso di lavoro notturno, festività e maltempo, l'intesa prevede indennità integrative crescenti. Nei primi quattro mesi dall'apertura del servizio in una nuova città, ai rider viene garantito poi un incentivo di 7 euro l'ora, anche se non dovessero esserci richieste di consegne, purché si rendano reperibili. Un modo per rimettere sulle spalle dell'impresa, in questo caso della piattaforma, il cosiddetto rischio aziendale. Infine, il contratto stabilisce un «sistema premiale» che frutterebbe di 600 euro nel caso ogni 2.000 consegne. È chiaro che il documento è perfezionabile . Ma è bene dire subito che per i rider è il migliore sulla piazza. Se ne sono accorti persino in Spagna dove il quotidiano El Mundo ha raccontando il pragmatismo del Ccnl italiano come modello da seguire. Invece, la scorsa settimana, quando il ministero del Lavoro, guidato da Nunzia Catalfo, lo ha recepito, apriti cielo. Critica aspra al concetto del cottimo (in realtà sarebbe un sistema premiale che sostituisce il meccanismo del minimo garantito) e soprattutto obiezione nei confronti dell'Ugl considerata (nero su bianco nella lettera di risposta) troppo poco rappresentativa. È vero che l'Ugl è sotto rappresentata rispetto alla Cgil tra i lavoratori subordinati, ma è altrettanto vero che ha attirato tra le proprie file i rider che ci tengono a rimanere autonomi perché vogliono essere pagati a consegna e prendere più soldi. Qui sta il mercato e qui bisogna contare il peso della rappresentatività. La verità è che il ministero proprio come la Cgil vuole imporre ai circa 30.000 rider un contratto che al massimo piace a 5.000, quelli disposti sa diventare lavoratori subordinati. Motivo per cui Maurizio Landini - e il ministero si appresta ad andare a ruota - ha chiesto di rendere illegittimo il contratto firmato da Ugl e Assodelivery. Non solo si tratta di una richiesta così anti democratica che non serve nemmeno ribattere, ma anche profondamente penalizzante. Abbiamo recuperato un contratto firmato più di un anno fa da Cgil e Uil, valido per la Toscana. A fronte di una assunzione permette a chi consegna il cibo di incassare 60 centesimi a ora lavorata, 1,5 euro a consegna e 0,3 euro come rimborso benzina o 0,1 euro per chi va in bici. Risultato? La media guadagnata per ogni ora di lavoro è di 4,5 euro lordi. Basterebbe questo calcolo per capire perché l'esperimento siglato in Toscana non si sia diffuso nel resto della Penisola. Una paga che è un insulto. Invece per Landini se il sindacato è di destra bisogna dichiarare finita la partita e riprendersi il pallone. Ma è ancora più grave che i desiderata della Cgil vengano recepiti paro paro dal ministero. Giovedì la Catalfo ha infatti convocato un tavolo sui rider. Senza invitare né Assodelivery né Ugl. Il 3 novembre entrerà in vigore il decreto Rider approvato proprio dai giallorossi. Per nove mesi il ministero del Lavoro non si è nemmeno occupato del tema. Eppure se il 4 novembre non ci sarà un contratto nazionale, i rider dovranno passare a quello della logistica che al di là dei contenuti (che qui non vale la pena affrontare) bloccherebbe il sistema nel suo complesso perché nessuna app è in grado di pagare i lavoratori se non con l'unità di misura delle consegne fatte. La prima convocazione delle sigle è avvenuta lo scorso 3 agosto e viene il dubbio che sia stata sollecitata dalla Cgil quando si è saputo dei passi in avanti dell'Ugl. Un governo degno di tale nome avrebbe preso atto della realtà dei fatti. Invece no. Si vuole cancellare un buon contratto e affossare una categoria, pur di salvare un modello di rappresentanza che non funziona più. E pur di farlo si è pronti a dialogare anche con violenti e vandali. I Rider Union Bologna (invitati in precedenza dal ministero) ieri hanno vandalizzato la locale sede di Ugl, imbrattandola con scritte. Non contenti hanno rivendicato l'assalto, evidentemente immaginando di essere coperti. Al momento in cui andiamo in stampa il governo non ha condannato il gesto. Nemmeno Michele Forlivesi, responsabile della segretaria tecnica del ministero, invitato da Rider Union Bologna a un evento, si è fatto vivo. Vediamo a che punto il governo e la Cgil si spingeranno pur di andare contro alla realtà. Quando non bastano le fake news, si passa alla cancellazione degli avversari. Un tempo la chiamavano damnatio memoriae.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
(Ansa)
La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa. Nell'esplosione hanno perso la vita 3 carabinieri e sono risultate ferite 15 persone tra forze dell'ordine e vigili del fuoco. (NPK) CC
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