2022-02-24
La campagna russa di Berlusconi: «Vendo la pubblicità ai comunisti»
Silvio Berlusconi e Adriano Galliani (Ansa)
Nel libro di Giuseppe Pastore i ricordi del Cav conquistatore degli stadi e geniale promoter di Publitalia nell’ex Urss: ci prendiamo tutto.Tra il primo e il secondo, tra i maccheroni alle olive e le scaloppine al limone, il presidente si alza e prende la parola.«Stamattina ho letto un’intervista a Ottavio Bianchi. Gli hanno chiesto chi fosse più forte in questo momento tra il Napoli e il Milan. Ha risposto: sicuramente loro sono più bravi a parlare. Ora, sapete questo che significa? Che se la stanno facendo sotto. Sono nervosi perché sanno che siamo più forti di loro. E allora io penso che ci siamo. Se non ci fossero stati i petardi e le rondelle, saremmo già soli in testa alla classifica. Loro a Pisa avevano perso, noi con la Roma avevamo vinto. Due punti in più per noi, due punti in meno per loro. Ma a me di essere vincitore morale non me ne frega niente. E non deve fregare niente nemmeno a voi. Vi chiederei di credere nelle vostre possibilità, ma io sono già sicuro che voi ci credete. Sono nuovo nel calcio ma mi hanno già spiegato che è meglio non fare tabelle, sennò facciamo la fine della Roma di due anni fa. E allora vi dico: vinciamole tutte. Ne mancano quattro? Vinciamole tutte. Dobbiamo andare a Napoli? Vinciamo anche lì. Abbiamo perso una sola partita su ventisei, a settembre. Fuori casa non abbiamo mai perso. Non ci facciamo condizionare dal pubblico, dai fischi, dagli arbitri. Abbiamo imposto il nostro giuoco a Torino e a Roma: lo faremo anche a Napoli. La cosa più difficile da fare l’avete già fatta: avete acquisito una mentalità vincente e avete dimostrato voglia di vincere in tutte le partite. Questo è un segno di grande maturità e di grande professionalità. Adesso è il momento di stare tranquilli, di non rispondere alle provocazioni del Napoli e dei giornalisti. Vedete, io penso che ogni tanto sia necessario fare qualche follia e pensare in modo un po’ folle, quando tutti pensano: ma questo qui è matto. Qui abbiamo due olandesi, bene, avrete sicuramente sentito parlare dell’Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam. Era un bel fantasista anche lui, Arrigo, oggi sarebbe una buona riserva di Donadoni… Invece la follia spesso non è altro che credere sempre nelle nostre possibilità, cascasse il mondo, qualunque cosa succeda. E allora capisci che ciò che per tutti era follia, in realtà era autostima, era… ottimismo. Lasciatemi raccontare il consiglio che do sempre ai miei agenti che vanno a vendere la pubblicità, che poi è un consiglio che ho ereditato dal mio papà: quando incontri qualcuno devi avere il sole in tasca e devi saperlo donare agli altri con un sorriso. E sapete dove vado a vendere la pubblicità questa settimana? Ai comunisti… Davvero, venerdì andiamo a Mosca, firmiamo un accordo con i russi e d’ora in avanti tutta la pubblicità televisiva delle aziende europee in Russia la gestisce Publitalia. E dicevano che ero pazzo! Avete visto le facce dei napoletani ieri a Torino? Tutti mogi, tutti musi lunghi, tutti preoccupati… Invece noi sorridiamo e continueremo a sorridere. Però… a questo punto… devo chiedervi un fioretto. Una cosa che ci aiuterà a vincere le partite, se mi ascolterete. Ho cinquantun anni e mi sento nel pieno della mia energia, vi dico sinceramente che con le donne nonostante l’età si possono fare ancora grandi performance. Voi avete appena vent’anni, vi aspetta tutta una vita di piaceri e gloria anche in quel senso. Per questo vi chiedo di fare un sacrificio, un mese di astinenza sessuale perché l’occasione è vincere un campionato italiano e queste occasioni capitano poche volte nella vita: tutte le vostre forze e energie dovete metterle in campo, assicurando così la massima concentrazione a voi e alla squadra».Nessuno osa fiatare. Ma Ruud Gullit sembra ciondolare il capoccione in segno di nervosismo, o addirittura – Dio non voglia – dissenso. Interviene Sacchi: «Presidente, credo che Ruud voglia dire qualcosa». Il presidente ne è sinceramente sorpreso, ma le sorprese non gli dispiacciono. Gullit si alza un po’ innervosito da quello che sta per dire, cerca sguardi di approvazione che fatica a scorgere. Poi si fa coraggio e guarda negli occhi Berlusconi: «Presidente, io con le palle piene non riesco a correre».Una risata collettiva, spontanea, liberatoria da quel clima un po’ inamidato e vagamente opprimente. Approvano anche Galliani e Paolo Berlusconi, il quale è notoriamente di bocca buona. Il presidente non ride. Abbozza un sorriso di cortesia, certamente colpito dalla baldanza del dissacrante commensale, ma non gli piace che un ospite a cena faccia battute più divertenti delle sue.
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Ll’Assemblea nazionale francese (Ansa)