Ma quali scuse pretende la Boschi dopo i disastri del papà in Etruria?

Ma quali scuse pretende la Boschi dopo i disastri del papà in Etruria?
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Oggi dobbiamo chiedere scusa a Maria Elena Boschi. Lo ha chiesto lei, in una cinguettante intervista a Repubblica, a corredo delle notizie sul fallimento della Popolare di Bari. Alla giornalista che le domandava se, con il senno di poi, dovesse fare autocritica e avesse qualche conflitto d'interessi da rimproverarsi, l'ex ministro delle Riforme ha rovesciato la frittata, spiegando che semmai, a dover chiedere scusa sono altri. Sintetizziamo in breve il pensiero della deputata di Italia viva. «La mia famiglia ha pagato un prezzo altissimo e ingiusto. Mio padre è stato massacrato mediaticamente, anche se i procedimenti hanno sempre visto archiviate (...)

Pure tra i macronisti cresce il dubbio se sostenere il neo premier Lecornu
Sébastien Lecornu (Ansa)
  • Il nuovo capo del governo, che ieri ha visto il suo ex leader Nicolas Sarkozy, rischia di perdere il sostegno perfino di alcuni parlamentari eletti nel partito del presidente. Mozione di 104 deputati contro l’inquilino dell’Eliseo.
  • A pochi mesi dalle Regionali, il Parlamento tedesco toglie le garanzie a Maximilian Krah, accusato di aver ricevuto soldi dalla Cina: perquisiti i suoi uffici e la sua casa.

Lo speciale contiene due articoli

Blitz di Macron e Germania per portar via soldi all’Italia
Friedrich Merz ed Emmanuel Macron (Ansa)

Altro che Difesa comune: vertice «segreto» con i Paesi Baltici. Obiettivo: tagliare dal bilancio Ue i fondi per i «mediterranei».

Coincidenze, sim e azioni di disturbo. Tutti i misteri dei droni abbattuti
Il drone Geran-2, nome russo per lo Shahed 136 di fabbricazione iraniana (Getty images)
Per intercettare dei mezzi piuttosto lenti la risposta occidentale è stata sproporzionata.
La Polonia schiera l’esercito: 40.000 soldati al confine con la Russia e la Bielorussia
Getty images
Starmer, Merz e Macron parlano da capi della Nato: «Rinforzare le difese». A Vilnius il comandante Alexus Grynkkewich: «L’art.5 può scattare». Pietro Parolin: «Temo l’escalation».
Le Firme

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