2020-10-13
La Azzolina fa autogol con le nomine a Milano
Il ministero spedisce tre commissarie nel capoluogo lombardo per occuparsi dei supplenti nel territorio dell'ex ministro Marco Bussetti. Il quale viene difeso direttamente dai sindacati: «Qui sforzi al massimo, è un attacco politico». E il trio ha persino fatto degli errori. La scusa è stata quella di accelerare le nomine dei supplenti, in realtà le tre presidi inviate a Milano da Lucia Azzolina hanno commissariato l'Ufficio scolastico territoriale diretto dal suo predecessore, l'ex ministro dell'Istruzione Marco Bussetti. Un blitz criticatissimo anche dai sindacati che hanno subito scritto alle più alte cariche dello Stato e ai referenti istituzionali lombardi, lamentando un'azione che arriva «al posto dei ringraziamenti». Nell'ultimo fine settimana, da venerdì a domenica, le tre commissarie Amanda Ferrario, Mariastella Fortunato e Antonella Iunti hanno spedito nomine a supplenti, che ieri si sono presentati ai presidi. Secondo il Corriere della Sera sarebbero state più di 600 ma dall'Ust di Milano smentiscono. «Hanno fatto 400 nomine, di cui una cinquantina sono sbagliate. Stiamo correggendole. Delle tre “commissarie" solo una sapeva come farle, quindi il nostro personale è stato impegnato a dare supporto», fanno sapere dall'ufficio. Ma c'era davvero bisogno di ispettori per sveltire il lavoro? «Facciamo centinaia e centinaia di nomine ogni giorno», risponde Marco Bussetti. «Se ne stanno occupando una trentina di persone che hanno già accumulato 3.000 ore di straordinario». A Milano, con più di 100 classi di concorso tra scuole medie e superiori e dove il numero delle nomine è 10 volte superiore a quello non di altre città, ma di regioni, ieri si era a quota 9.000 nomine. «Ne mancano circa 2.000. Domani le avremo completate», tranquillizza Bussetti. Si concluderà prima che in altre parti d'Italia. La procedura è stata rallentata dalle numerose rinunce dei docenti, solo per le 1.700 supplenze della prima area di Milano sono stati contattati 6.000 insegnanti. I sindacati dicono di aver «sempre sperato che qualcuno mandasse aiuti per incrementare la pianta organica dell'Ust di Milano ormai ridotta al solo 40% e invece i lavoratori si ritrovano con un ufficio “commissariato"». Al presidente Sergio Mattarella, al premier Giuseppe Conte e al ministro Lucia Azzolina i sindacati sottolineano di «aver profuso il massimo sforzo per pubblicare una graduatoria di 112.000 candidati, che non ha precedenti nella storia degli ex provveditorati (la provincia di Milano è quella che in assoluto ha ricevuto più domande, solo a titolo esemplificativo: tutta la Regione Veneto ha gestito complessivamente circa 120.000 posizioni mentre la sola provincia di Milano ne ha gestite 112.000) e sopperire alla copertura di circa 11.000 posti». In tutta Italia si stanno ancora facendo nomine, ma l'Azzolina ha pensato bene di mandare commissari proprio a Milano. Per altro non richiesti, assicurano dall'Ust: «Dovevano occuparsi della Lombardia, invece si sono fermati solo nei nostri uffici». Da Roma cercano di spostare il tiro su Bussetti, ipotizzando una sua cattiva gestione dell'emergenza graduatorie, mentre a sostegno dell'ottimo lavoro amministrativo svolto dal responsabile si alzano le voci delle rappresentanze sindacali di Milano, Monza e Lodi, concordi nel segnalare come il suo ufficio sia «diventato ormai sede di attacchi politici e personali senza precedenti, che hanno colpito ingiustamente non solo il dirigente, ma tutti i lavoratori». Non solo, ricordano che «fin dal mese di giugno tutti gli addetti ai lavori sapevano che pubblicare una graduatoria come quella dei docenti tra fine luglio e inizio agosto, avrebbe avuto conseguenze e ripercussioni catastrofiche che si sono puntualmente verificate nei primi giorni di settembre in quasi tutti gli uffici scolastici d'Italia». Bussetti si era già espresso contro l'inefficienza di un software che ha provocato una marea di errori nelle graduatorie. I disagi sono noti, gli errori generati dal sistema informativo hanno escluso dalle Gps molti insegnanti o hanno tolto loro punteggi. L'ex ministro dell'Istruzione spiegava che per rispondere alla richiesta di rivedere le graduatorie era stata «addirittura istituita una task force dedicata. E a maggior garanzia degli aspiranti, come richiesto dagli stessi sindacati, non abbiamo validato in modo massivo le domande, come invece avvenuto in altre province italiane». Aveva compreso che per garantire l'avvio dell'anno scolastico serviva utilizzare le graduatorie degli anni precedenti, in attesa che venissero pubblicate le nuove Gps corrette, ma gli era stato impedito di farlo. Così, per sistemare problemi creati dall'amministrazione centrale, in molti istituti gli insegnanti non hanno potuto essere in classe e garantire l'avvio dell'anno scolastico. Altro che ritardi dell'Ust di Milano. Il documento dei sindacati si conclude con un appello e la richiesta di un intervento dall'alto «affinché le becere battaglie politiche vengano spostate altrove e si eviti di strumentalizzare anche “l'impossibile" stravolgendo la realtà dei fatti, cercando di infangare l'impegno, la professionalità e l'abnegazione di chi ha lavorato e sta lavorando per evitare le catastrofiche conseguenze delle insensate decisioni stabilite in altre sedi».