
Voci indignate si sono alzate per il gesto di pietà di mettere una croce con scritto un nome in memoria di un bimbo che non è nato, ma non per questo non è esistito. La mancanza di pietas uccide la civiltà. Oggi si spaccia un aborto eugenetico per uno terapeutico.Come ricorda Ugo Foscolo ne I Sepolcri, il primo segno della civiltà è la pietas: il funerale, la lapide, i fiori sulla tomba. Il primo segno di una grandissima civiltà è il rispetto del corpo del nemico: gli sconfitti seppelliti sotto piccole lapidi invece delle loro teste mozzate e montate sui pali. L'ultimo segno della completa perdita di civiltà è la perdita della più elementare pietà anche per il corpo del padre, del fratello, e soprattutto del figlio. La legge 194 sancisce il diritto umano di sterminare il proprio figlio nel proprio ventre, e di farlo in assoluta gratuità.Gli argomenti di discussione qui sono due, non uno solo. Il primo è il diritto della donna di fare col suo corpo quello che vuole, incluso negarlo al proprio figlio. Il corpo delle donne è fatto in maniera che noi possiamo ospitare, custodire e costruire una creatura umana nelle nostre viscere. Questa è la potenza del corpo femminile, può essere una dannazione, ma resta una potenza, una potenza assoluta e ancestrale. Una legge che depenalizzasse l'aborto, avrebbe sancito la libertà della donna di fare il male, negando l'ospitalità e quindi la vita al piccolo essere, esattamente come sancita è la libertà di non donare il proprio sangue nemmeno per salvare la vita di un bimbo, esattamente come sancita è la piena libertà di passare di fianco a un moribondo per inedia e non mettergli in mano una bottiglietta d'acqua e un panino. L'egoismo è un diritto umano sancito dalla costituzione, giustamente, altrimenti nel momento in cui il bene è obbligatorio, si ha la dittatura etica. I romani garantivano al padre il diritto di vita e di morte sul figlio. Dato che il padre era quello che doveva mantenerlo, gli era riconosciuto il diritto di determinarne la morte. I romani però erano gente con gli attributi. Nessuno negava che un padre che assassinava suo figlio fosse un male. Nessuno negava l'umanità del figlio e il suo diritto a una tomba e a una lapide affermando fosse un grumo di cellule. Noi siamo un branco di mezze cartucce annegate nel politicamente corretto, non abbiamo gli attributi per dire che riconosciamo alla donna il diritto di fare il male negando il proprio ventre al proprio figlio, che di questo morirà. Ci siamo inventati che non è male disumanizzando il figlio. La legge 194 sancisce non solo la libertà della donna di fare il male, ma nega che sia male, questo è la spaventosa gravità di una legge che non è libertà ma dittatura totale. La distruzione del grumetto di cellule è male, è talmente nauseante che le sue immagini sono sotto censura, se le mostrassimo nelle scuole gli studenti si alzerebbero dalle loro sedie per cacciare i cosiddetti esperti della cosiddetta educazione sessuale che spiegano che se la contraccezione ha fallito c'è sempre l'aborto. La morte è male, ma dato che contrariamente ai romani che gli attributi li avevano, noi siamo mezze cartucce, ci siamo inventati che non lo è, che il grumetto di cellule non è vivo e non è umano, non ha i fasci spinotalamo corticali, è equiparabile a una cisti da echinococco o a un cancro che deve essere estirpato a spese della comunità. La sua distruzione è bene, come è bene l'estirpazione di un cancro o di una cisti da echinococco. Il primo gradino di una civiltà è la capacità di distinguere il bene dal male ed è questo che la 194 abolisce. Nel momento in cui qualcuno da sepoltura al piccolo corpo, tutta la narrazione della disumanità del feto salta. Se l'adulterio è una faccenda privata perché privato è il corpo della donna, perché i soldi con cui viene fatto devono essere pubblici? Una dittatura immonda impone a tutti i cittadini di pagare una scelta privata di distruzione di una creatura umana, o - se preferite - di una creatura umana in potenza. L'utero è mio e me lo gestisco io con i soldi miei è una frase durissima, ma non priva di una brutale coerenza. L'utero è mio e me lo gestisco io con i soldi della comunità è una frase dittatoriale. Informo che il 97% degli aborti sono aborti di feti sani concepiti non dopo stupro da donne in grado di tirare fuori i 3.000 euro necessari senza mettersi in mano a una «mammana» (in realtà un ginecologo o un'ostetrica che lavorano in nero). Prima di preoccuparci delle eccezioni, cominciamo a stabilire che questo 97 % la gestione del suo utero se la finanza da sola. La gratuità trasforma il grumetto di cellule a forma di bimbo o di bimba con i fasci spinotalamo corticali già formati per condurre al cervello l'informazione del dolore, e lo equipara a un tumore o parassita. Gli interventi chirurgici per estirpare cancro o una cisti da echinococco sono effettuati, infatti, in assoluta gratuità. Qualsiasi forma di pietas per il grumetto di cellule è quindi intollerabile perché fa saltare tutta la narrazione. È quindi fondamentale che l'oggetto in questione venga trattato come un rifiuto ospedaliero e quindi serenamente avviato all'inceneritore insieme alle garze sporche ove l'interruzione volontaria di gravidanza avvenga in ospedale, oppure, nel nuovo comodo aborto chimico e domiciliare fai da te, sia serenamente imbustato con l'umido, a meno che il problema non si sia brillantemente risolto da solo con la caduta dell'oggetto in questione nel water, amabile luogo di porcellana immacolata cui basta lo sciacquone per recuperare l'innocenza. Nel momento in cui un accenno, una sfumatura di pietas investe la piccolissima creatura umana che non è potuta diventare bambino o bambina, tutta la folle narrazione che si tratti di qualcosa di equiparabile a una garza sporca o un tumore crolla. Questa pietas quindi deve essere vietata. Nel momento in cui qualcuno accorda una croce a questi piccoli resti, a queste cartilagini che non sono diventate ossa, ai piccoli cuori che col loro piccolo battito ostinato hanno osato vivere una lapide, il re si mostra per quello che è: nudo. Molti bimbi vengono abortiti ben oltre il limite delle 12 settimane, quando il bimbo è già grande e ben formata è la sua capacità di sentire il dolore. Sono gli aborti eugenetici, che si fanno dopo amniocentesi e ecografie, cinguettosamente definiti aborti terapeutici. In teoria per aborto terapeutico si dovrebbe intendere l'interruzione di una gravidanza che comprometta la salute fisica della madre o addirittura ne metta in pericolo la vita, se una donna incinta ha un'insufficienza cardiaca e il suo cuore non può reggere la doppia circolazione, o se ha un cancro, anche se ci sono state madri che hanno preferito salvare la vita della propria creatura, come Chiara Corbello Petrillo. Come si fa a spacciare un aborto eugenetico per un aborto terapeutico? Col trucco di preservare non solo la salute fisica, ma anche quella psichica della madre, uno psichiatra firma il foglio che dichiara che la madre è devastata al punto che la sua psiche è in pericolo all'idea che suo figlio abbia un labbro leporino o un piedino torto e la macchina della morte si mette in moto. Si abortisce per un labbro leporino e un piedino torto. È successo il 24 maggio del 2010 a Rossano: malformazioni al palato e al labbro, ha detto l'ecografia. Abortito alla ventiduesima settimana, è stato messo in una scatola in attesa che avesse la cortesia di morire. Questi bambini nascono vivi. La legge vieta di rianimarli. Non si lega il cordone ombelicale, così che muoiano dissanguati in un tempo decente. Muoiono soli. È vietato che ricevano qualsiasi tipo di cura. Se si rianimassero avrebbero lesioni cerebrali permanenti per l'eccessiva prematurità. Se resistono a ipossia e dissanguamento, muoiono per disidratazione. Il piccolino di Rossano è riuscito anche a coagulare il sangue nel cordone, e ha continuato a respirare per ore e ore con un flebile lamento. Se qualcuno si fosse rifiutato di fare questo scempio, se qualcuno avesse spiegato alla madre che una palatoschisi si opera, che alla nascita il piccolo sarebbe stato operato e sarebbe stato imperfetto, come Dumbo, perché noi non dobbiamo perseguire i nostri deliri di perfezione, sarebbe stato un bambino particolarmente forte e robusto. A un mio amico tre ecografisti diversi hanno proposto l'aborto per un piedino torto. Ora voci indignate si sono alzate per il gesto di pietà di piantare una croce con scritto un nome in memoria di un bimbo che non è nato, ma non per questo non è esistito. Lesa privacy. Non si alzano croci per i cancri e le cisti da echinococco. Non rovinate la narrazione.Come ha ricordato il genetista premio Nobel, Jerome Lejeune, di tutte le città della Grecia, Sparta è l'unica di cui non ci resta nulla. Gli spartani non avevano ancora certo inventato la diagnosi prenatale, però avevano deciso di esporre sul monte Taigete i neonati che apparivano loro incapaci di diventare nel futuro dei bravi soldati o di generare altri combattenti per il bene di Sparta. Questo è l'unico popolo della Grecia antica che sistematicamente abbia praticato uno spietato eugenismo. Di tutte le città della Grecia, Sparta è anche l'unica a non aver lasciato all'umanità né uno scienziato, né un artista e nemmeno un segno della sua grande potenza. Perché quest'eccezione nell'antica Grecia che pure ha lasciato segni miracolosi della sua civiltà? Forse gli spartani, senza saperlo, eliminando i loro neonati malati o troppo fragili, hanno ucciso i loro musici, i loro poeti, i loro filosofi? Forse con una specie di selezione alla rovescia sono progressivamente diventati stupidi? La mancanza di pietas uccide la civiltà.Not with my money. L'aborto non deve e non può essere fatto con denaro pubblico, perché non è una necessità ma una scelta, una scelta che non è neutra eticamente ed è una scelta che non può essere rimpianta.
John Elkann (Ansa)
Il tesoro di famiglia nascosto al Fisco fino al 2025, collegato dalle indagini al fondo Private Wealth in Lussemburgo.
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Scioperi a oltranza e lotta politica: dopo aver tubato con Conte e Draghi, il segretario della Cgil è più scatenato che mai.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
L’eurodeputata del Rassemblement National: «Il presidente non scioglie il Parlamento per non mostrare la sua debolezza ai partner europei. I sondaggi ci danno al 33%, invitiamo tutti i Repubblicani a unirsi a noi».
L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.