Lo studio di Confcommercio: i rincari hanno già obbligato sei persone su dieci a ridurre o eliminare le spese per viaggi e cultura. Carlo Sangalli: «Servono moratorie e fondi d’emergenza: non si può reggere la crisi continua».
Lo studio di Confcommercio: i rincari hanno già obbligato sei persone su dieci a ridurre o eliminare le spese per viaggi e cultura. Carlo Sangalli: «Servono moratorie e fondi d’emergenza: non si può reggere la crisi continua».Degli 8 milioni di italiani pronti a partire per Pasqua solo la metà ha confermato la vacanza. E le previsioni per l’estate sono ancora più pesanti: otto su dieci non partiranno o ridurranno durata e spesa. A lanciare l’allarme è Confcommercio sulla base dei dati Radar swg e dall’Osservatorio di Confturismo di marzo che mostrano l’impatto della guerra in Ucraina e del caro energia sull’economia del nostro Paese. Il freno a mano è già stato tirato sulle spese, soprattutto per il settore della cultura e la filiera turistica, che ancora scontano le conseguenze della pandemia.Per il turismo, i circa 60 milioni di arrivi e 160 milioni di presenze in Italia che nel 2021 continuano a mancare all’appello rispetto al 2019, uniti agli oltre 22 milioni di viaggi degli italiani all’estero in meno, confermano la crisi che ancora vive il settore che ha davanti prospettive ancora meno incoraggianti: tra i primi consumi tagliati ci sono, infatti, la ristorazione, le vacanze e la cultura, tutti casi in cui almeno il 60% degli intervistati dichiara di avere già modificato le proprie abitudini di acquisto. Il primo dato preoccupante si registra appunto per le vacanze pasquali, con quasi 8 milioni di italiani intenzionati a partire di cui solo 4 milioni hanno già concretamente programmato. Anche le scelte di viaggio fanno capire come sia critica la situazione: spostamenti brevi e di corta durata e all’interno della regione di residenza per la metà dei vacanzieri; probabilmente un solo pernottamento e spesa nell’ordine dei 200 euro a persona tutto incluso, mentre solo il 6% opterà per mete estere, contro il 13% del 2019. Non sono le tipologie di destinazione - mare o montagna - a determinare le scelte in questo periodo, ma le motivazioni: prime fra tutte, il bisogno di «stare in relax con la propria famiglia» o di vivere un’esperienza di «arte e cultura», anche solo visitando una città d’arte o un borgo. Aumentano le vacanze nelle seconde case, scelte quest’anno da cinque italiani su dieci (erano il 40% nel 2019), conseguentemente l’altra metà sceglierà una struttura turistico-ricettiva. Per la spesa, quattro intervistati su dieci dichiarano che si attesteranno sui livelli dello scorso anno, mentre due su dieci spenderanno addirittura tra il 10% e il 25% in meno. Anche in vista dell’estate non può che esserci allarme, considerato che otto intervistati su dieci dichiarano che o rinunceranno a partire o ridurranno i giorni e le spese delle vacanze. Nei consumi culturali prevale invece nettamente la rinuncia tout court, mentre per la ristorazione e l’intrattenimento la scelta prevalente è quella di ridurre il numero delle occasioni di acquisto. «Le famiglie italiane», dice preoccupato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, «hanno già ridotto drasticamente i consumi per turismo e cultura a causa della pandemia. E proprio turismo e cultura risentiranno di più degli effetti del conflitto in Ucraina e del caro energia. Occorre un’operazione fiducia per le imprese attraverso l’aumento dei fondi emergenziali e la proroga delle moratorie bancarie e fiscali. Ma occorre farlo subito perché il sistema imprenditoriale non può reggere una situazione di crisi continua». Anche il settore discoteche, che pur festeggia il ritorno della capienza al 100%, non nasconde la preoccupazione come spiega Fiepet Confesercenti: «I ristori non sono ancora arrivati alla maggior parte di noi. E con ingressi contingentati, obbligo di mascherine e super green pass il comparto, anche se aveva ripreso l’attività, stava operando in grande affanno», ha dichiarato Filippo Grassi, membro della giunta nazionale della federazione con delega all’intrattenimento. «Ora l’auspicio», continua Grassi, «è che si riesca a tornare gradualmente a una piena normalità ricominciando a vivere e lavorare come prima della pandemia. Ricordo che le discoteche sono state tra le attività rimaste più chiuse, durante la pandemia, e che ora si trovano a riprendere a operare con costi delle merci e dell’energia notevolmente aumentati». Proprio ieri il ministro del Turismo Massimo Garavaglia alla presentazione della Bit, la Borsa del turismo che si svolgerà a Fieramilanocity dal 10 aprile, ha dato un quadro degli effetti del conflitto con l’Ucraina: «Il turismo russo vale il 2% del fatturato» del settore in Italia. Si tratta di un numero generale «in alcune realtà pesa di più, in altre meno ma è importante lavorare con il restante 98% per compensare», ha aggiunto.
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
L’infettivologo Matteo Bassetti «premiato» dal governo che lui aveva contestato dopo la cancellazione delle multe ai non vaccinati. Presiederà un gruppo che gestirà i bandi sui finanziamenti alla ricerca, supportando il ministro Anna Maria Bernini. Sarà aperto al confronto?
L’avversione per chi non si vaccinava contro il Covid ha dato i suoi frutti. L’infettivologo Matteo Bassetti è stato nominato presidente del nuovo gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’Università e della Ricerca, con la funzione di offrire un supporto nella «individuazione ed elaborazione di procedure di gestione e valutazione dei bandi pubblici di ricerca competitivi».





