
L’attacco di Hamas contro Israele è rapidamente entrato nel dibattito politico americano. Donald Trump è andato all’attacco di Joe Biden, accusandolo di debolezza.“L'attacco israeliano è stato effettuato perché siamo percepiti come deboli e inefficaci e con un leader davvero debole”, ha tuonato l’ex presidente, parlando in Iowa. “In tutto il mondo le cose non sono più quelle di solo tre anni fa”, ha aggiunto. “Purtroppo, i dollari dei contribuenti americani hanno contribuito a finanziare questi attacchi, che secondo molti rapporti provenivano dall’amministrazione Biden”, ha proseguito Trump. “Abbiamo portato così tanta pace in Medio Oriente attraverso gli Accordi di Abramo, solo per vedere Biden eliminarla a un ritmo molto più rapido di quanto si pensasse possibile. Ci risiamo”. In un comunicato a parte, l’ex presidente ha anche sottolineato che Israele ha diritto di difendersi. Una posizione, questa, fatta propria anche da vari altri candidati alla nomination presidenziale repubblicana. “Ogni americano dovrebbe condannare l’attacco immotivato e massiccio contro Israele da parte dei terroristi di Hamas”, ha detto l’ex vicepresidente Mike Pence. “I vili attacchi terroristici perpetrati contro civili israeliani innocenti dal gruppo terroristico Hamas, sostenuto dall’Iran, meritano una risposta rapida e letale”, ha dichiarato, dal canto suo, il governatore della Florida, Ron DeSantis. “Israele ha tutto il diritto di difendere i suoi cittadini dal terrorismo. Dobbiamo sempre stare dalla parte di Israele e contro il regime iraniano”, ha affermato l’ex ambasciatrice all’Onu, Nikki Haley, mentre il businessman Vivek Ramaswamy ha dichiarato: “Il diritto di Israele ad esistere e difendersi non dovrebbe mai essere messo in dubbio e non si può permettere che Hamas e Hezbollah, sostenuti dall'Iran, prevalgano”.L’amministrazione Biden, dal canto suo, ha respinto le accuse di Trump, negando che i dollari dei contribuenti americani abbiano finanziato l’attacco di Hamas. Il riferimento era ai sei miliardi di dollari iraniani che la Casa Bianca ha recentemente scongelato nell’ambito di uno scambio di prigionieri tra Washington e Teheran. Resta tuttavia il fatto che, nel mondo conservatore americano, fioccano le accuse contro l’attuale presidente americano, considerato eccessivamente arrendevole nei confronti del regime khomeinista. Accuse, va detto, che non risultano esattamente infondate. E che potrebbero danneggiare Biden in vista della battaglia per la rielezione nel 2024. D’altronde, non dimentichiamo che l’attuale presidente americano sta ancora cercando di ripristinare l’accordo sul nucleare iraniano: un’intesa da cui Trump si era ritirato e che rappresenta un pericolo per la sicurezza dello Stato ebraico. Nel frattempo, la questione israeliana è entrata anche nel dibattito per l’elezione del nuovo Speaker della Camera. In particolare, il presidente della commissione Esteri della Camera, il repubblicano Michael McCaul, ha auspicato un’elezione rapida, per fornire a Israele l’assistenza necessaria a fronteggiare l’attacco di Hamas.
(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputata di Fratelli d'Italia e vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna in occasione dell'evento «Mattei Plan for African and Global Gateway» sul Piano Mattei come motore di sviluppo per il futuro.
2025-11-13
«Piano Mattei: le parole chiave sono partnership, dignità e trasferimento tecnologico»
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(Totaleu)
Lo ha detto il presidente della Fondazione Social Economic Development Aroldo Curzi Mattei, a margine dell'evento «Mattei Plan for Africa and Global Gateway», sul Piano Mattei e le sue finalità.
Giorgia Meloni (Ansa)
Una delegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles guidata da Fidanza illustra i punti di forza del programma Sono 14 le nazioni coinvolte, con oltre 1 miliardo di euro di risorse impiegato in progetti nel continente
Un’Europa che torni protagonista in Africa. È l’obiettivo del Piano Mattei, voluto dal presidente del consiglio Giorgia Meloni e discusso per la prima volta a Bruxelles in un convegno «Piano Mattei e Global Gateway» organizzato dal capodelegazione di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza. Con lui anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo e i commissari Dubravka Šuica, con delega per il Mediterraneo, e Josef Šikela, commissario Ue alle Partnership internazionali. Il convegno è stato arricchito dai preziosi interventi di Meloni e del sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano. Per l’esecutivo, presente anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Ansa
Fabiano Mura, astro nascente della Cgil, aveva denunciato un’aggressione con tanto di saluti romani e skinhead rasati In piazza per lui scesero Salis, Landini e Orlando. Ma non era vero niente. E ora farà quattro mesi di servizi socialmente utili.
Quella mattina del 15 aprile una notizia che sembrava uscita da un film di denuncia sociale aveva scosso Sestri Ponente. L’ex segretario genovese della Fillea Cgil, Fabiano Mura (in quel momento tra gli astri nascenti del sindacalismo locale e ancora in carica), aveva raccontato di essere stato aggredito da due estremisti di destra («uno con la testa rasata») mentre si recava su un cantiere per incontrare degli operai ai quali avrebbe dovuto parlare del referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno. Gli ingredienti suggestivi, a dieci giorni dal 25 aprile (e a un mese dalle urne referendarie), c’erano tutti: la tensione ideale, la ferita simbolica inflitta al mondo del lavoro, i saluti romani, gli insulti e pure la fuga disperata fino alla sede del sindacato e poi in ospedale (dove Mura rimediò un certificato con cinque giorni di prognosi).






