2021-04-27
Il capo del Kosovo sfida i serbi e vota in Albania
Il gesto di Albin Kurti rimarca la continuità con Tirana, Belgrado protesta con l'Europa.Mentre domenica non si erano ancora assopite le polemiche scoppiate nel corso della settimana per le rivelazioni sull'esistenza presso il Consiglio europeo di un documento informale che prenderebbe in esame la possibilità di creare nei Balcani una grande entità albanese unendo l'Albania, il Kosovo e parte della Macedonia, il premier kosovaro Albin Kurti si recava a votare alle elezioni parlamentari in Albania.Il presidente serbo Aleksander Vučić, in visita alle istituzioni di Bruxelles, ha immediatamente denunciato il gesto come poco costruttivo e soprattutto quale chiaro messaggio di stampo nazionalista. Secondo Vučić la mossa del premier kosovaro comunica al mondo che non fa alcuna differenza da quale parte del confine votino i cittadini di Kosovo e Albania. L'Ue ha fatto di Pristina, sulla base di un dictat statunitense, la capitale di uno stato semi indipendente in cui l'euro ha regolare corso e le istituzioni sono state forgiate dalle missioni di Bruxelles. Tuttavia, travolti dalla notizia che a 13 anni dalla dichiarazione d'indipendenza del Kosovo l'Ue possa valutare anche la formazione di una Grande Albania, i leader europei sono rimasti silenti. Esattamente come sono rimasti silenti di fronte al voto di Kurti denunciato da Vučić, presidente di una Serbia che da anni si vede negare la prospettiva europea in quanto continuamente giudicata incapace di risolvere proprio la questione kosovara. Dopo aver incontrato Miroslav Lajćak, inviato speciale per il dialogo tra Belgrado e Pristina, il capo di Stato serbo ha accusato i rappresentanti di Bruxelles di usare due pesi e due misure chiedendo di riflettere con onestà intellettuale su quale sarebbe stata la loro reazione qualora fosse stato lui a recarsi al voto in una qualsiasi cittadina del Kosovo. La passività dell'Ue rischia di far esplodere le tensioni sopite della regione senza che sia pronto un progetto di attutimento degli inevitabili contraccolpi sociali e geopoltici. La spregiudicatezza delle mosse di Albin Kurti, leader di un partito socialista rivoluzionario che da marzo detiene la maggioranza dei seggi parlamentari, unita alla sua sempre manifesta simpatia per un'unione politica con l'Albania in chiave antiserba, è un modo per tastare il polso sulla reale volontà di Bruxelles e Washington. Vučić con minore teatralità, ma certamente non minore determinazione, risponde ritornando a ricordare che secondo la Risoluzione 1244 delle Nazioni Unite (e la Costituzione serba) il Kosovo non è un paese indipendente. Da questa rinvigorita posizione, che negli ultimi anni era stata lessicalmente attutita per poter portare innanzi le trattative internazionali sullo status della ex regione jugoslava ed il futuro di Belgrado nelle strutture euroatlantiche, Vučić si dichiara pronto a riprendere già a maggio il processo di dialogo Belgrado-Pristina. Forse a Bruxelles attendono istruzioni da Joe Biden, da sempre grande sostenitore della lotta kosovara.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)