2021-02-15
In Kosovo vincono gli anti serbi, ma Ue e Usa chiedono il disgelo con Belgrado
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Albin Kurti (Ansa)
Albin Kurti, il presidente del partito sovranista Autodeterminazione!, è il vincitore delle elezioni parlamentari tenutesi domenica in Kosovo. Ottenendo il 48,9%, in attesa di conoscere i voti della diaspora che può portare il risultato a oltre il 50%, si vedrà raddoppiare il numero dei seggi conquistati nella precedente tornata elettorale del 2019 in seguito alla quale divenne premier di un governo che però ebbe breve durata.
Albin Kurti, il presidente del partito sovranista Autodeterminazione!, è il vincitore delle elezioni parlamentari tenutesi domenica in Kosovo. Ottenendo il 48,9%, in attesa di conoscere i voti della diaspora che può portare il risultato a oltre il 50%, si vedrà raddoppiare il numero dei seggi conquistati nella precedente tornata elettorale del 2019 in seguito alla quale divenne premier di un governo che però ebbe breve durata.Le sue posizioni eccessivamente rigide nei confronti dell’influenza statunitense sulla vita del Paese e nei confronti della Serbia portarono Washington a congelare gli aiuti economici, a destabilizzare la coalizione di governo e a preferire il leader del partito LDK, Avdullah Hoti, quale nuovo primo ministro. Il popolo kosovaro, stremato dalla corruzione dilagante e dalle conseguenze della pandemia ha dimostrato domenica di non aver gradito la defenestrazione di Kurti. Il risultato, in attesa di conoscere i voti della diaspora che può portarlo a oltre il 50% con circa 100.000 voti di cui il 95% potrebbe andare a Kurti, denota come agli occhi della quasi maggioranza degli elettori egli sia l’unica speranza di una possibile lotta alla corruzione contro la quale l’establishment dei partiti storici non ha mai saputo, o perfino voluto, contrapporsi.L’arresto per crimini di guerra del presidente Hashim Thaci, storico rappresentate del PDK, ha spalancato a novembre le porte alle nuove elezioni. Il suo partito ha perso solo tre punti percentuale dalle ultime elezioni attestandosi al 16,93%. Gli elettori invece hanno punito fortemente il premier uscente Hoti facendo crollare LDK di ben dieci punti ovvero garantendogli solo il 13,34% del sostegno. Saranno settimane convulse per la politica del più giovane stato europeo. Kurti, una volta confermati i risultati, dovrebbe ottenere 55 seggi in un Parlamento di 120. Un’eventuale coalizione con le liste rappresentanti tutte le minoranze etniche, a esclusione di quella serba, gli garantirebbe ulteriori dieci voti e quindi la maggioranza necessaria a governare praticamente da solo. Seppur meno probabile visti i numeri a disposizione, il vincitore potrebbe anche giocare la carta di una coalizione col l’Alleanza per il Kosovo dell’ex premier Ramush Haradinaj che all’ottenimento del 10% dei voti si è congratulato per primo, pubblicamente, con Kurti per la strepitosa prestazione. Toni amichevoli che lasciano intravvedere alcune affinità politiche tra i due leader di partito, soprattutto nell’atteggiamento di forte critica nei confronti di Belgrado.Affinché la consultazione si svolgesse senza intoppi e la parti non fossero minimamente tentate di disconoscere i risultati, l’Unione europea ha inviato una missione di monitoraggio che avrà anche il compito di dirimere le eventuali contestazioni. Bruxelles, attraverso un comunicato stampa della locale rappresentanza, ha chiarito di desiderare l’immediata elezione del capo dello Stato, nonché un governo capace di continuare il dialogo con Belgrado. In caso di coalizione tra Autodeterminazione! e AAK potrebbe essere Haradinaj stesso a pretendere il posto di presidente quale contropartita per la premiership di Kurti. Questi invece aveva promesso nelle settimane scorse la posizione di Capo dello Stato alla leader del Parlamento Vjosa Osmani, che per tale motivo ha perfino abbandonato il partito LDK. Tuttavia, sia Haradinaj che la Osmani hanno delle posizioni fortemente anti serbe che dietro le quinte questa volta, oltre agli Usa, potrebbero portare ad intervenire più incisivamente anche l’Ue. Tanto Bruxelles, quanto Washington oramai concordano sulla necessità di chiudere una volta per tutte la questione del reciproco riconoscimento e in merito all’opportunità di continuare sulla strada impostata da Donald Trump con gli accordi economici sottoscritti tra le due parti a settembre alla Casa Bianca. La Osmani ritiene che una regionalizzazione eccessiva dei comuni a maggioranza serba possa essere un pericolo peggiore del cambio dello scambio di territori mentre Haradinaj è stato in passato il primo ministro che, con l’innalzamento insensato dei dazi, ha portato le relazioni tra Pristina e Belgrado al livello più basso dai tempi della guerra.A pochi giorni dalle elezioni, Kurti ha provato ad ammorbidire il dibattito dichiarandosi pronto a sostenere il principio di reciprocità nei confronti della Serbia. Potrebbe essere un primo segno di pragmatismo politico da parte di un leader che a causa delle sue posizioni intransigenti ha in passato già perso il potere. Ma soprattutto potrebbe essere il segnale di disgelo che si attendeva a Washington.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».