2025-09-26
Il cristiano Kirk infangato pure da «Famiglia cristiana»: «Martire? Tribuno dell’odio»
La vittima di un omicidio, se di destra, può essere vilipesa. Ma tra gli sfrontati sorprende il settimanale cattolico che demolisce i funerali: «Una liturgia politica».La lezione degli ultimi giorni è piuttosto chiara: si può riversare odio su Charlie Kirk, la vittima di violenza politica - se è di destra - può essere serenamente vilipesa, e a nulla valgono proteste e richieste di rispetto. Il fatto è che il vilipendio giunge anche da luoghi inaspettati.Non stupisce, tanto per fare un esempio, che l’Internazionale sfoderi una copertina con la foto di Charlie e un sommario in cui si dice che la violenza è alimentata da social e «influencer di destra». Sorprende un filo di più l’astio con cui Famiglia cristiana ha commentato i funerali di Kirk. Da una testata con quel nome non sarebbe folle arrendersi a un filo di commozione per il brutale omicidio di un cristiano ammazzato proprio mentre parlava anche e soprattutto della sua fede. E invece il settimanale ha dedicato alle esequie di Charlie un articoletto colmo di veleno. «Il funerale di Charlie Kirk è stato una liturgia politica mascherata da celebrazione di fede, in cui le bandiere hanno preso il posto dei paramenti e la retorica Maga di Trump ha trasformato un personaggio controverso in un martire. Un’operazione costruita a tavolino, che cerca di attribuire al tragico e orrendo assassinio - purtroppo non raro nella società americana -connotati politici che secondo le indagini, ad oggi, non risultano». Apprendiamo dunque che i connotati politici non risultano: è così perché lo ha deciso Famiglia cristiana.Ma non è finita. Secondo il giornale, attorno a Kirk «la memoria diventa apologia e l’omaggio funebre propaganda, cancellando le parole che Kirk davvero ha lasciato, come le invettive antisemite, l’attacco al Civil Rights Act del 1964 che garantì il diritto di voto agli afroamericani. Di tutto questo, nel rito dell’incoronazione, non resta traccia. Ma canonizzare un tribuno dell’odio rischia di avvelenare ancora di più un Paese già lacerato». Questo passaggio ha dell’incredibile. Il cristiano Kirk viene definito da un giornale cristiano «tribuno dell’odio» sulla base di false accuse (chi ha scritto l’articolo con tutta evidenza non ha mai udito le frasi di Charlie o non le ha capite), la sua memoria è infangata per il gusto di apparire progressisti e alla moda.Famiglia cristiana disprezza Kirk, ma in compenso ha altri nobili punti di riferimento: «Quando alla Camera i repubblicani hanno presentato una risoluzione per onorare la vita e l’eredità di Charlie Kirk», scrive il giornale, «la deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez ha detto: «Condannare l’atrocità di un assassinio è doveroso. Ma trasformare una tragedia in arma ideologica è irresponsabile». Fenomenale. Per vituperare il defunto prendono a esempio la più intollerante delle democratiche, nonché la più forsennata attivista pro aborto del mondo democratico. A quanto pare, queste sono le ultime tendenze in campo cattolico, confermate da quanto dice Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire che proprio al quotidiano dei vescovi ha dichiarato: «Ho sempre pietà per i morti e per chi resta. Ma credo che Kirk masticasse il Vangelo, ma anche lo sputasse addosso agli altri. Queste dinamiche possono crescere ed emozionare negli Usa di Trump e nell’Ungheria di Orbán, ma nemmeno del tutto, perché poi la realtà si impone». Allucinante: Kirk che parlava con tutti, che ascoltava tutti, viene accusato da uno che probabilmente non lo ha mai ascoltato di usare il Vangelo come arma.Con tutta evidenza, il pregiudizio sta offuscando la visuale a troppi, specie nel mondo cattolico. Facciamo subito chiarezza: lungi da noi voler santificare Kirk. Il quale andrebbe per altro contestualizzato: era evangelico, non cattolico. I toni che usava in certe occasioni e le posizioni che talvolta esprimeva erano figlie della sua cultura e della sua chiesa di appartenenza. Quindi non ci si deve attendere che i cattolici condividano tutto ciò che diceva o che lo ritengano una nuova incarnazione di Cristo. Ma da qui a coprirlo di insulti sulla base di falsità ideologiche di sinistra, beh, ce ne passa.Un articolo di Steven Forti, professore di Storia contemporanea all’Universitat Autònoma de Barcelona, apparso ieri su MicroMega, definiva Charlie Kirk un «suprematista bianco» e ne derideva i «funerali kitsch», ma allo stesso tempo sosteneva che essi servissero - assieme alla retorica post mortem - a favorire una svolta autoritaria. Posto che Kirk non era affatto un suprematista e che almeno riguardo a morti e funerali ci si potrebbe anche mostrare appena più rispettosi, questo è esattamente ciò che ci si attende da MicroMega, che è una rivista rigidamente laicista e piuttosto spiccia nei modi, quando si tratta di liquidare gli avversari ideologici. E lo è già dai tempi di Berlusconi. Certo, a pensarci bene è mostruoso che si debbano dare per scontati la mistificazione e il disprezzo, ma questo è (non da oggi) il clima. Questa è la situazione del dibattito culturale in Occidente, dove si sdoganano volentieri teorie del complotto, fake news e bugie assortite se si tratta di distruggere l’immagine dell’avversario.C’è un fatto: i cattolici, almeno quelli, avrebbero gli strumenti per sottrarsi alle banalità e alle meschinerie del pensiero unico. Ma tanti di loro preferiscono, anche in queste ore, una strada diversa, che garantisce molto apprezzamento da parte del bel mondo politico e culturale. Essi, sentendosi migliori, deprecano l’odio che Kirk non aveva per dare libero sfogo al proprio.
Erika Kirk, la moglie di Charlie (Ansa)