2019-04-25
Kim sfida Trump e dialoga con Putin per riaffermare la propria leadership
Il dittatore nordcoreano vuole aggirare le sanzioni occidentali. E Mosca chiede il rilancio dei «colloqui a sei» sul nucleare.Da Paese non ostile ad alleato, facendo uno sgarbo agli Stati Uniti di Donald Trump. Così il presidente russo Vladimir Putin vede la Corea del Nord e in questa direzione ha preparato l'incontro di oggi con il leader nordcoreano Kim Jong Un, che si terrà nella città portuale di Vladivostok, sulla costa pacifica. Il leader di Pyongyang è arrivato ieri mattina in Russia: il suo treno blindato si è fermato nella stazione di Khasan, vicino al confine con la Corea del Nord. Ad attenderlo a Vladivostok, capolinea della leggendaria Transiberiana, la sua limousine, la Mercedes blindata spedita anche a Hanoi per il summit con il presidente statunitense Donald Trump. Accolto da alcuni funzionari locali con fiori e pane tradizionale, Kim Jong Un ha incontrato ieri alcuni esponenti del governo locale, il viceministro degli Esteri Igor Morgulov e il ministro per lo Sviluppo dell'Estremo Oriente e l'Artico Alexander Kozlov. Si tratta della prima visita di un leader nordcoreano in Russia dal 2011, quando il padre di Kim, Kim Jong Il, visitò il Paese.Pare sia stato proprio Kim, che rientrerà in Corea del Nord già domani, a sollecitare all'omologo russo Putin l'incontro di oggi, a meno di due mesi dal fallimento dei negoziati tra Corea del Nord e Stati Uniti ad Hanoi, in Vietnam, a causa delle divergenze sullo smantellamento del programma missilistico e nucleare nordcoreano. Secondo molti analisti, infatti, il summit di oggi servirà a entrambi i leader per ricordare a Washington, un po' distratta da altri dossier come quello venezuelano, che la Corea del Nord ha altre opzioni nella regione per affermare la propria leadership. Kim, infatti, è a caccia di legittimazione sullo scacchiere internazionale e, persa l'occasione con Trump, ora ci vuol provare con Putin. Obiettivo: aggirare le sanzioni imposte dai Paesi occidentali per concludere accordi commerciali e sostenere lo sviluppo dell'economia nordcoreana. Difficilmente Kim otterrà garanzie sulle sanzioni visto che, per quanto concerne i rapporti economici, la Russia rimane vincolata ai provvedimenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Tuttavia, Mosca e Pechino sono ormai da mesi attive nella comunità internazionale nel chiederne un allentamento. Putin, in cambio, chiede un posto al tavolo dei negoziati internazionali con il regime nordcoreano. Inoltre, secondo quanto riferito dai media giapponesi, il presidente russo, che avrebbe già informato sia gli Stati Uniti sia la Cina, potrebbe proporre a Kim di rilanciare i colloqui a sei sul nucleare (con anche Giappone e Corea del Sud), da cui la Corea del Nord si ritirò ormai dieci anni fa, nel 2009, cioè quattro anni dopo essersi proclamata potenza nucleare. Rimane comunque l'interrogativo sulla reazione di Tokyo e Seul, visto anche il riavvicinamento tra quest'ultima e la Russia sulla scorta dei buoni rapporti tra Putin e il presidente Moon Jae In.Denuclearizzare la Penisola coreana è l'intento: Mosca, Washington e Pechino sono concordi, almeno sull'obiettivo. Ma se da una parte la Cina auspica il successo dei colloqui di oggi, come riferito ieri da Geng Shuang, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, dall'altra gli Stati Uniti guardano con grande ostilità al summit sull'isola Russkij. Washington teme la «mossa del cavallo» di Mosca, cioè di venire scavalcata, con i ruoli rovesciati. Generi alimentari e gas hanno sempre mantenuto discreti i rapporti tra Russia e Corea del Nord. Ma ora, falliti i colloqui ad Hanoi, Putin, che pur teme i missili intercontinentali nucleare nelle mani di un leader imprevedibile come Kim,cerca il salto di qualità, facendo diventare la Corea del Nord un partner strategico. O meglio, utilizzando la questione del nucleare nordcoreano per tornare a sedere al tavolo con gli Stati Uniti. Per Putin potrebbe bastare quindi l'aver portato Kim in Russia, a prescindere dall'esito del summit odierno. Infatti, Mosca vuole mettere pressione su Washington anche soltanto agitando lo spauracchio di un'intesa militare e tecnologica con Pyongyang. La sfida a Donald Trump, che era convinto di aver sorpreso Russia e Cina riaprendo il dialogo con Kim salvo poi dopo fermare tutto al vertice di Hanoi, è lanciata.Soltanto lo scorso gennaio, un mese prima del summit di Hanoi, il Washington Post aveva rivelato che Mosca e Pyongyang avevano raggiunto un accordo segreto in autunno: in cambio di accordi energetici vantaggiosi, la Russia si sarebbe sostituita agli Stati Uniti nei negoziati sul nucleare. Ma l'intesa era saltata vista la porta allora aperta da Trump. Ma dopo il vertice in Vietnam, le cose sono cambiate. Kim si è fatto ingolosire dai suoi vicini e dai loro grandi piani infrastrutturali: Mosca ha in progetto una ferrovia euroasiatica, Pechino la Nuova via della seta. I rapporti tra Cina e Corea del Nord sono più forti, e di molto, di quelli tra Corea del Nord e Russia, riavvicinatisi soltanto con la fine della Guerra fredda. Ma il dialogo tra Kim e Putin può soddisfare entrambi: può far tornare gli Stati Uniti al tavolo negoziale con la Corea del Nord e può garantire alla Russia un ruolo di primo piano nelle trattative.