2024-08-07
Khelif demolisce un’altra avversaria. Il carro armato algerino verso l’oro
Imane Khelif e la thailandese Janjaem Suwannapheng (Ansa)
La controversa boxeur liquida comodamente in semifinale la thailandese Janjaem Suwannapheng. I cronisti della Rai: «Ha braccia più lunghe, superiorità netta». Intanto ai Giochi c’è una nuova disciplina: il lancio della bufala.Imane Khelif batte ai punti la thailandese Janjaem Suwannapheng nella semifinale 66 chilogrammi delle Olimpiadi di Parigi e va in finale. Un incontro tutt’altro che spettacolare, quello di ieri sera, che vede la pugile algerina prendere il largo già nel primo dei tre round, per poi gestire il vantaggio fino alla fine, tenendo a distanza l’avversaria. Nessuna polemica da parte della Suwannapheng, nessuna protesta, le due si salutano tranquillamente sia all’inizio che alla fine dell’incontro. Un match caratterizzato dalla preponderanza atletica di Imane Khelif, le cui lunghe leve tengono a distanza la thailandese, che non riesce a avvicinarsi per colpire e, quando ci riesce, arriva a distanza talmente ravvicinata da non riuscire a colpire. I telecronisti Rai, in visibilio, accompagnano l’incontro con frasi di incoraggiamento alla Khelif, sottolineandone più volte il «vantaggio».La giornata di ieri è stata caratterizzata da una valanga di fake news, e del resto la disciplina più praticata durante le Olimpiadi di Parigi è fino ad ora il lancio della palla, non in quanto sfera, ma intesa come bufala, bugia, notizia falsa. Da quando sono iniziati i Giochi, ma pure da qualche giorno prima, i famigerati social, che sono ormai purtroppo diventati una fonte primaria di informazione per milioni di persone, sono letteralmente infestati di notizie false, diffuse a volte per ingenuità, molto spesso invece in malafede. Una guerra psicologica che vede da una parte, inevitabilmente, la Russia, esclusa dalle Olimpiadi e impegnatissima a screditarle, e dall’altra i suoi nemici, che spesso e volentieri rispondono alle palle fabbricate a Mosca con altre palle made in Occidente.Quello che è successo ieri è assai significativo: su X diventa virale un video girato dalla pugile russa, Azalia Amineva, e pubblicato sul suo profilo Instagram. La bellissima Azalia accarezza il gattino d’ordinanza (sui social i gattini sono una specie di additivo) si rivolge a Imane Khelif: «Ciao Imane», dice la Amineva, «non pensi che ci sia troppa pubblicità infondata intorno a te? Ricordi quando combattemmo ai mondiali del 2023 in India? Dove ti misi a terra? Sono pronta a ripetere quel momento e spedirti di nuovo al tappeto».Il video viene immediatamente rilanciato da una lunghissima serie di account dichiaratamente filorussi, con centinaia di migliaia di followers, cresciuti a dismisura in questi anni di guerra in Ucraina. I nostri lettori più esperti conosceranno bene alcuni di questi account: Dd Geopolitics, Rusia Informa, Lord Bebo, Capitàn Bitcoin, tanto per dare qualche indicazione. Con il sistema della condivisione, la «sfida» di Azalia Amineva diventa virale. Ma c’è un ma: non è vero che la pugile russa ha sconfitto Imane Khelif. O meglio, e qui il discorso è sottile: durante quell’incontro, disputato il 21 marzo 2023, valido per gli ottavi di finale dei Mondiali èlite (dilettanti) organizzati dalla Iba a Nuova Dehli, Imane finisce a terra, ma poi si aggiudica il match 4-1 ai punti. La Amineva è eliminata. Il giorno dopo, il 22 marzo, l’algerina di cui parla (e spesso straparla) tutto il mondo ai quarti di finale batte la pugile uzbeka Navbakhor Khamidova per 5-0, e poi, poche ore prima di affrontare in semifinale proprio la thailandese Janjaem Suwannapheng, viene squalificata dalla Iba, guidata dal russo Umar Kremlev e sponsorizzata da Gazprom. A quei Mondiali partecipa anche Angela Carini, eliminata al primo turno dalla francese Emilie Sonvico.Ma torniamo alla palude di fake news rappresentata dai social: alla bufala di Imane Khelif sconfitta da Azalia Amineva, si risponde con un’altra palla, ovvero che l’algerina sarebbe stata squalificata per rimettere in gioco la russa. Falso: Imane prima di essere rispedita a casa, aveva battuto pure l’uzbeka. L’unico vantaggio per la Amineva è stato che, non avendo mai perso un incontro prima di incontrare la Khelif, con la squalifica di quest’ultima è tornata a potersi vantare di essere imbattuta. Viene però da chiedersi: perché, dopo tanto clamore sul genere di Imane Khelif, la Amineva ora vuole sfidarla, sostanzialmente riconoscendone la legittimità a partecipare alle competizioni femminili? Probabilmente la Amineva, che sa perfettamente che l’algerina non accetterà mai, si prende la sua rivincita virtuale e tenta di dimostrare, per conto dei suoi connazionali, che senza atleti russi in gara le Olimpiadi di Parigi sono una farsa.Non è questo l’unico caso, anche se è il più clamoroso, di fake news propalate da account social. Qualche giorno fa è circolato un video di una intervista a Imane Khelif, accompagnata da una descrizione in cui si afferma che la pugile algerina aveva dichiarato di essere un maschio e un soldato. Sarebbe stato clamoroso, ma La Verità ha affidato la traduzione a una esperta di lingua araba ed è venuto fuori che Imane non pronuncia nessuna di quelle frasi. Controllare, verificare, confrontare le fonti: il mestiere di giornalista richiede preparazione, impegno e tanta pazienza. Si può sbagliare, certo, ma più è accurato il lavoro più si è in grado di fornire ai lettori una informazione corretta. Lasciare che siano i social a condizionare le nostre valutazioni, le nostre scelte, è molto pericoloso: si rischia di ritenere vero ciò che è falso, magari ben costruito ma falso.Ci sono anche fake news talmente grossolane da essere incredibili. Pensate che nei giorni scorsi sui social è circolata la «notizia», con tanto di falso «articolo», che Thomas Jolly, direttore artistico della chiacchieratissima cerimonia di apertura dei Giochi, fosse stato colpito da un fulmine e ricoverato in ospedale. In tanti hanno gridato al miracolo e al giudizio di Dio. Trattavasi di palla, grande quanto il cielo stellato.