2025-06-27
Khamenei sfida il ridicolo: «Vittoria». Uranio distrutto, il balletto continua
L'ayatollah Ali Khamenei (Ansa)
Fonti israeliane: «Entro due settimane pace a Gaza e rilancio dei Patti di Abramo».Ali Khamenei è riapparso in video. E, nell’occasione, ha tenuto un discorso in cui ha cercato, per così dire, di cantare vittoria. «La Repubblica islamica ha vinto e, per rappresaglia, ha dato uno schiaffo in faccia all'America», ha dichiarato. Ha anche aggiunto che, se Washington non fosse intervenuta, «il regime sionista sarebbe stato completamente distrutto». L’ayatollah ha poi affermato che gli Stati Uniti «non hanno ottenuto alcun vantaggio da questa guerra» e che Donald Trump avrebbe «esagerato» l’impatto degli attacchi da lui ordinati contro i siti nucleari iraniani. «Hanno attaccato i nostri impianti nucleari, il che ovviamente meriterebbe un procedimento penale presso i tribunali internazionali, ma non hanno fatto nulla di significativo», ha proseguito.Ed è proprio sui danni al programma nucleare iraniano che, al di là delle roboanti parole di Khamenei, sono emerse delle versioni discordanti. Citando fonti europee, il Financial Times ha riferito che gli iraniani avrebbero spostato le riserve di uranio altamente arricchito dal sito di Fordow prima dell’attacco militare statunitense. Di parere opposto si è invece mostrato Trump che, ieri, su Truth ha dichiarato: «Le auto e i piccoli camion presenti sul sito erano quelli degli operai che cercavano di coprire la parte superiore dei pozzi. Non è stato portato via nulla dalla struttura. Ci vorrebbe troppo tempo, sarebbe troppo pericoloso, sarebbe molto pesante e difficile da spostare!».Sul presunto spostamento dell’uranio è stato interpellato, sempre ieri, anche il capo del Pentagono, Pete Hegseth durante una conferenza stampa. «Stiamo esaminando tutti gli aspetti dell'intelligence e ci assicuriamo di avere un'idea di cosa è successo e dove», ha replicato il segretario alla Difesa, per poi aggiungere: «Non sono a conoscenza di alcuna informazione che abbia esaminato che dica che le cose non erano dove dovevano essere, spostate o meno». Di «successo travolgente» ha parlato la Casa Bianca, aggiungendo che Teheran era «a settimane» dal conseguimento dell'atomica. Mercoledì, il direttore della Cia, John Ratcliffe, aveva inoltre riferito di essere in possesso di informazioni d’intelligence credibili, secondo cui il programma nucleare iraniano sarebbe stato «gravemente danneggiato» a seguito dei bombardamenti statunitensi. Dal canto suo, il capo di Stato maggiore congiunto degli Stati Unit, Dan Caine, ha rivelato che la realizzazione dei super ordigni necessari per colpire Fordow era cominciata addirittura 15 anni fa.Nel frattempo, l’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha annunciato che, dopo la conclusione della guerra dei dodici giorni, potrebbe essere ormai vicino un rilancio degli Accordi di Abramo. «Pensiamo che faremo annunci piuttosto importanti sui Paesi che aderiranno agli Accordi di Abramo», ha dichiarato. «Uno degli obiettivi principali del presidente è che gli Accordi di Abramo vengano ampliati e che altri Paesi vi aderiscano, e ci stiamo lavorando», ha continuato. In tal senso, citando una fonte a conoscenza della questione, il quotidiano israeliano Israel Hayom ha riferito che Trump e Benjamin Netanyahu avrebbero elaborato un piano, concordando innanzitutto di porre fine alla guerra di Gaza entro due settimane dall’attacco americano all’Iran. Secondo il progetto, la Striscia passerebbe quindi sotto il governo di quattro Stati arabi, mentre la leadership di Hamas verrebbe esiliata. A quel punto, Arabia Saudita e Siria normalizzerebbero le proprie relazioni con Israele. Se il piano fosse confermato, va da sé che avrebbe come premessa implicita la necessità di un Iran reso inoffensivo dal punto di vista nucleare.Una questione, quest’ultima, su cui sta intervenendo anche Mosca. Ieri, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha detto di auspicare che la cooperazione tra Teheran e l’Aiea prosegua: una presa di posizione arrivata dopo che il parlamento iraniano aveva approvato un disegno di legge volto a sospendere la collaborazione tra la Repubblica islamica e l’agenzia specializzata dell’Onu.