2021-01-11
Jury Chechi: «Dai giallorossi solo aiuti fantasma»
Il ginnasta olimpionico diventato imprenditore: «Ho ricevuto qualcosa in primavera e basta, ho pagato di tasca mia la cassa integrazione ai dipendenti. Nello sport tanti hanno investito per poi chiudere: è incomprensibile».Vola ancora Jury Chechi. Cinquantuno anni e controllo, potenza, eleganza: le trazioni e i piegamenti della leggenda dello sport fanno il pieno di visualizzazioni online e di commenti sbalorditi. Quando si mostra agli anelli - sì, li ha anche accanto al divano - scrive sotto al video che «l'età conta, ma in fondo è solo un numero». Vedere per credere. Anche quando parla di sé, il primo ginnasta della storia a vincere 5 ori iridati consecutivi in una specialità, non ha sbavature. Ragionamento, concretezza. Dopo l'attività agonistica è diventato imprenditore. Tre settori diversi, una caratteristica in comune: sono tutti stati travolti dalle chiusure.Cosa la appassiona oggi?«Ho iniziato a fare l'imprenditore con una società di servizi: comunicazione, eventi, formazione. E ho poi diversificato. Nel 2013 mi sono innamorato di un colle nelle Marche e con un'amica abbiamo aperto un agriturismo-resort, costruito con tecniche di bioarchitettura, con l'obiettivo di far sentire le persone a casa, a contatto con la natura e la terra. Vino di nostra produzione, ristorante, centro benessere, nove stanze».Oggi chiuso causa Covid. «Esatto». Poi c'è l'attività legata allo sport, giusto? «Due anni fa ho avviato il progetto di un'accademia sportiva per la disciplina del Calisthenics, uno sport completo arricchito dalla dinamicità della ginnastica artistica. Abbiamo una piccola sede a Prato, c'era e c'è il progetto di un ampliamento e di un franchising. Lo avremmo già avviato, ma aspetto tempi migliori». Dice il ministro Vincenzo Spadafora che entro gennaio si punta a riaprire le palestre. Si fida?«Lo spero, a febbraio almeno. Esattamente come spero che riaprano teatri, cinema, musei. È un momento di grande difficoltà per tutti - è una promessa doverosa - ma qualche critica sulla gestione che si è avuta fin qui la avrei».Facciamo qualche esempio?«Posso capire che occorreva limitare gli spostamenti, ma non ci sono evidenze scientifiche che nelle palestre - e nei luoghi della cultura - ci fosse alto rischio di contagio. Poi è successo che nella seconda chiusura è stato dato un ultimatum, per mettersi in regola con le normative di sicurezza. In tanti hanno investito, e poi non hanno potuto restare aperti. Faccio fatica a comprendere questo tipo di scelta da parte del governo. So che alcune attività hanno ricevuto i ristori, ma con cifre non all'altezza delle risorse spese. E comunque non sono arrivati a tutti. Soprattutto, però, c'è stato un problema di non chiarezza nella comunicazione».Voluta?«Nonostante la difficoltà che chiunque avrebbe avuto in un momento del genere, bisogna dirlo: ci sono stati errori. Sono appassionato di politica, come normale ho delle idee, ma qui non è questione di parte. Vado sul concreto, se vuole». Prego. «Porto l'esempio del mio albergo-ristorante: come è facile immaginare è l'attività che ha risentito di più delle chiusure. Se in media le mie società hanno perso il 60%, l'agriturismo ha accusato maggiormente: prenotazioni cancellate, struttura ferma. Ho chiesto i ristori, e i primi sono arrivati. Una piccola somma, irrisoria rispetto al fatturato perso. Ma so dare il giusto valore ai soldi: i miei genitori sono una casalinga e un muratore che hanno fatto di tutto perché i propri figli realizzassero le proprie passioni. Quindi: anche se poco, quel denaro è servito. Sto però poi semplicemente ai fatti: il ministro dell'Economia Gualtieri ha assicurato che entro metà novembre chi avesse già ricevuto quella prima tranche avrebbe visto accreditate in automatico le altre compensazioni, maggiorate addirittura del 100-200%. Io il giorno 15 del mese sono andato a controllare, perché ne avevo bisogno, ma nulla».Saranno state solo un po' in ritardo?«In realtà a oggi ancora non ho visto niente. Io mi fido e aspetto. E ho meno necessità di altri: non sono facoltoso, ma ho le spalle coperte ancora per qualche tempo. Ma c'è chi ha davvero necessità di ricevere quanto promesso, e in fretta. Perché rischia grosso. Molti stanno aspettando. Piuttosto non si diano annunci, era forse meglio dire: “Vedremo, faremo il possibile"».Ha dovuto mettere in cassa integrazione qualche dipendente?«Sei persone, quattro assunte come coltivatori. Ma non l'hanno ancora ricevuta».Ci ha pensato lei?«Per forza». Non è scontato. «No, ma non sono stato a pensarci su troppo, non ci sono alternative, come facevano ad andare avanti altrimenti? Colleghi e amici con attività imprenditoriali sono però davvero in gravi difficoltà».Che fare?«Mi auguro che chi ha l'onere e l'onore di guidarci oggi abbia le competenze e la capacità per farlo al meglio. Alzare la voce secondo me non ha molto senso, piuttosto serve fare struttura, nei limiti del possibile».Si è fatto un'idea di quando ne saremo fuori?«Spero che un inizio di ritorno alla normalità coincida con le Olimpiadi di quest'estate e poi con l'autunno».Ottimista quindi. Angela Merkel ha detto che il peggio deve ancora venire.«Credo non sia una cazzata: dal punto di vista economico purtroppo ne sono convinto anche io, il peggio deve ancora venire. Non sottovaluto l'aspetto sanitario, ma il vaccino potrebbe risolvere qualche aspetto». Si vaccinerà?«Se mi chiamassero domani ci andrei senza esitazione. Ma confesso che non mi dispiace dover aspettare. La prendo come un'opportunità per vedere se ci sono eventuali controindicazioni. L'hanno prodotto davvero molto velocemente, può essere ci sia qualche cosa da verificare che emergerà con il tempo».Oggi i suoi due figli tornano a scuola?«Sì, sono entrambi al liceo scientifico con indirizzo sportivo, quindi da molto tempo in didattica a distanza». Era necessaria?«La mia personalissima ipotesi è che sarebbe stato meglio chiudere tutto per due o tre settimane e poi riaprire con poche regole, e chiare: scuola e sport soprattutto. Chiedo: non sarebbe convenuto, anche se il calcolo politico non riusciva a giustificarlo? Dobbiamo ridare ai ragazzi la possibilità della socialità. Le società sportive sono poi in grave crisi: a tante mancano i bonus previsti per novembre e dicembre. Il mio timore è che quando si ripartirà una percentuale importante non riaprirà. Creando, anche, un problema sociale».Il calcio nel frattempo va avanti. «Eh sì». Giusto?«Non sono un tifoso, ma seguo, è uno sport bellissimo. Non credo però di offendere nessuno dicendo che il calcio è proprio un mondo a parte. Dinamiche diverse, interessi diversi».Oso: una medaglia d'oro alle Olimpiadi guadagna tanto meno di un calciatore?«Se facciamo un paragone con Ronaldo, ma pure con un giocatore di medio livello, naturalmente sì. Dopodiché io ho avuto la mia dose di sfiga, ma ho anche centrato i miei obiettivi. Non la definirei fortuna, ho lavorato duramente. E se anche la ginnastica è meno popolare di altri sport, economicamente non ho mai potuto lamentarmi. Ho investito in società perché ho voluto far qualcosa di diverso nella vita».Lo sport la appassiona anche dal punto di vista politico. Quattro anni fa la sua candidatura alla Federazione della ginnastica.«Ho avuto qualche incarico, ma evidentemente ho dei limiti - che non mi dispiacciono, lo dico senza modestia - per cui la mia candidatura non è stata gradita. Ma ci riproverò, voglio dare il mio contributo. Qualcosa nello sport dovrebbe cambiare, ci sono valori che io credo possano coesistere con un equilibrio politico. Certe dinamiche non aiutano, servirebbe più collaborazione, più armonia. Penso anche che il fatto che nella Costituzione non si parli di sport sia grave».Dovrebbe essere un diritto?«In alcuni casi gratuito, sì. Sto seguendo due progetti sullo sport. Sono tra i testimonial di Legend, che promuove un racconto sullo sport così che possa essere messo al centro dell'agenda del Paese perché è un presidio sociale e civile. L'altro è Sport nei parchi, permette ai Comuni di accedere a risorse importanti per la messa a sistema, l'allestimento, il recupero le gestione di attrezzature, servizi, attività nei parchi urbani. Senza tanta burocrazia, che è poi uno dei mali del Paese. Lo sa che 1 euro investito nello sport fa risparmiare 5 euro in sanità? Secondo i calcoli del Coni e del ministero della Salute ci sarebbe un risparmio di 2,3 miliardi di euro all'anno in prestazioni specialistiche e diagnostiche, ricoveri e terapie. Ma oggi si parla solo di Mes».I suoi video hanno fatto partire una sfida sui social per seguire il suo circuito d'allenamento, ma a riuscirci sono in pochi. «Ho iniziato a fare i video nei giorni del lockdown, anche per stimolare le persone a non farsi prendere dalla noia. Basta muoversi un po', ognuno ha il proprio livello, capacità, obiettivo. So che è una cosa detta e stra-detta, ma un po' di attività fa bene per davvero, serve anche solo una mezz'ora al giorno con continuità».
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)
Ecco #DimmiLaVerità del 12 settembre 2025. Il capogruppo del M5s in commissione Difesa, Marco Pellegrini, ci parla degli ultimi sviluppi delle guerre in corso a Gaza e in Ucraina.