2021-12-19
Judit Varga: «Criticati per il muro, ora altri ci copiano. Indifesi i confini Ue»
Il ministro della Giustizia ungherese Judit Varga (Getty Images)
Il ministro della Giustizia ungherese: i liberal calpestano valori e regole comunitari. Intoccabile la nostra sovranità. Nelle ultime settimane, come spesso accade, l’Ungheria è tornata al centro del dibattito europeo per la gestione dell’immigrazione clandestina. Viktor Orbán e il suo governo sono stati accusati - tra le altre cose - di violare i diritti umani, e di essere venuti meno allo spirito europeo di accoglienza. Ma secondo Judit Varga, ministro ungherese della Giustizia, la situazione è molto, molto diversa da come viene raccontata. Ministro, la sua nazione ancora una volta è stata molto attaccata nei giorni scorsi, in particolare per le gestione dei migranti alla frontiera. Come risponde alle tante accuse che vi vengono rivolte? «I politici liberal e di sinistra dell’Europa occidentale ci attaccano solo perché abbiamo detto no all’immigrazione e abbiamo deciso di costruire una barriera fisica al confine. Lei si ricorda qual è stata la reazione dell’Europa occidentale nel 2015 quando abbiamo annunciato la costruzione?».Siete stati contestati duramente. «Contro di noi è stato sferrato un attacco senza precedenti, nonostante stessimo semplicemente difendendo la comunità dalla massa dei migranti irregolari. Da allora, però, sempre più Paesi hanno deciso di utilizzare la stessa misura, in quanto la barriera si è rivelata uno strumento efficiente. Negli ultimi mesi, inoltre, abbiamo visto che la pressione migratoria non sembra diminuire, anzi, prende nuove direzioni». Che dobbiamo dedurne? «Che la necessità di atti reali è più urgente di prima e Bruxelles deve ammetterlo. Non ci aspettiamo scuse, poiché nelle crisi attuali non abbiamo più tempo per il protocollo, ma chiediamo a Bruxelles di aprire finalmente gli occhi e finanziare misure di protezione delle frontiere. Questo è nell’interesse di ciascuno Stato membro».Però sulla questione migratoria le istituzioni europee si sono pronunciate contro di lei, così come la vostra Corte costituzionale. Che cosa avete intenzione di fare? «Prima di tutto spieghiamo. La Corte costituzionale ha chiarito che abbiamo il diritto di rifiutarci di vivere con popoli diversi da quelli con i quali abbiamo condiviso per secoli un comune destino. Ha inoltre affermato che fino a quando non sarà garantita la completa efficacia delle norme dell’Ue in materia di migrazione, l’Ungheria ha il diritto di esercitare le competenze in materia. Al fine di proteggere efficacemente i propri confini, l’Ungheria ha anche il diritto di adeguare le proprie norme nazionali alla realtà mediante l’adozione di misure aggiuntive. In effetti, tale decisione fornisce indicazioni su come le regole europee dovrebbero essere adattate alla realtà al fine di proteggere efficacemente i confini dell’Europa dall’immigrazione illegale».Quindi continuerete ad agire come avete fatto finora? «Quello che posso dire è che nulla cambierà la politica sui rifugiati del governo ungherese, le misure attuali rimarranno in vigore e intanto useremo ogni occasione per evidenziare le carenze delle attuali regole dell’Ue, e incoraggiare tutti a riformare l’approccio di Bruxelles nei confronti della migrazione».Pensa che l’ingerenza dell’Unione Europea negli affari ungheresi sia eccessiva? «Il problema è che gli Stati membri che seguono una vera agenda europea e insistono sempre nell’agire secondo i trattati, sono descritti come i cattivi. Nel frattempo, però, quelli che chiedono un’unione sempre più stretta e che sostengono il trasferimento furtivo di poteri all’Ue si presentano come i difensori dei valori e della comunità europea. A questo punto mi faccio una domanda».Quale? «Oggi che la nostra comunità deve affrontare così tante sfide, in che modo l’élite liberal di sinistra vuole proteggere i valori europei, se può farlo solo violando gli stessi valori e le stesse regole dei trattati? Più ci avviciniamo alle elezioni legislative ungheresi, più aggressiva sarà la campagna di Bruxelles, ma noi ungheresi resisteremo, rimarremo fedeli a noi stessi e difenderemo gli interessi degli ungheresi».Ad aprile ci saranno appunto le elezioni. Come vi state preparando per questo appuntamento? Crede che Orbán possa vincere ancora? «Vorrei poter prevedere i risultati, tuttavia non sono un Nostradamus. Quello che so è che questa campagna elettorale sarà completamente diversa dalle altre. I partiti di opposizione (formati da partiti post-comunisti e antisemiti) useranno tutti gli strumenti per screditare il governo, anche se in cambio dovranno inginocchiarsi davanti a Bruxelles, alle Ong e alle multinazionali. Ma confido nel pensiero lucido che gli ungheresi hanno sempre avuto: la posta in gioco delle elezioni del prossimo anno è la possibilità di proteggere i risultati che abbiamo raggiunto finora. Le persone ad aprile dovrebbero scegliere tra sostegno alla famiglia o alla lobby Lgbtq; riduzione delle spese generali o alti prezzi dell’energia e - ultima cosa ma non meno importante - se l’Ungheria rimarrà fedele alla sua storia millenaria o rinuncerà alla sovranità per il bene degli eurocrati liberali e dei multimiliardari speculatori».