2022-11-30
John Elkann vince in mezzo alle macerie
John Elkann (Imagoeconomica)
Decapitata la Juve, via il manager della Ferrari, azioni in discesa e risultati sportivi che latitano. A Torino continuano a ripetere che gli uomini passano ma la Juventus continua il suo viaggio e che alla fine quest’ultima, sofferta, partita l’ha vinta John Elkann. Il problema è che il nipote dell’Avvocato, azionista di maggioranza con Exor, rischia di ritrovarsi con in mano un pallone su un campo alle macerie e a dover rimettere mano al portafoglio con un altro aumento di capitale dopo quelli del 2021 e del 2020, pari rispettivamente a 400 e 300 milioni.In Piazza Affari si guarda, infatti, all’impatto finanziario di tutta questa vicenda, improvvisa ma non imprevista, che lunedì ha portato la dirigenza del club bianconero a dimettersi in blocco. E che ieri è stata accompagnata da altre due notizie importanti: la nomina del commercialista torinese Gianluca Ferrero alla presidenza della Juve ma soprattutto le dimissioni (nell’aria da tempo) del team principal della scuderia Ferrari, Mattia Binotto, che era a Maranello da 28 anni. Ieri è arrivata anche la reazione della Borsa: un tonfo del 9,4% in apertura, poi ridotto a -0,93% a fine seduta, per le azioni Juventus a Milano; una partenza a -1% invece per la controllante Exor ad Amsterdam (-0,89% alla fine). Giù anche i titoli della Ferrari - altra controllata chiave della holding degli Agnelli - con un -0,86%.Il terremoto ai vertici del club bianconero è legato alle cosiddette «manovre stipendi», gli accordi raggiunti con i calciatori nella fase Covid finiti sotto la lente della Procura di Torino e della Consob per gli effetti sui bilanci. Lo spostamento per due volte della data dell’assemblea per recepire le correzioni da apportare al bilancio conseguenti ai rilievi della commissione che regola i mercati ha inevitabilmente messo pressione ai consiglieri di amministrazione e l’azzeramento dell’organo consiliare dovrebbe contribuire a resettare i rapporti o perlomeno a fare scendere la temperatura dello scontro. In una nota, la società ha annunciato l’adozione di un «approccio maggiormente prudenziale» nella contabilizzazione delle operazioni che avevano riguardato la rinuncia da parte degli atleti di parte dei compensi nel biennio 2019-20 e 2020-21 e la sigla di accordi di integrazioni salariali e di loyalty bonus. Questo approccio comporterà rettifiche a bilancio i cui effetti «sono sostanzialmente nulli sui flussi di cassa e sull’indebitamento finanziario netto, sia degli esercizi pregressi che di quello appena concluso e futuri, e non sono materiali sul patrimonio netto al 30 giugno 2022», ha chiarito la società. Comunque, il club dovrà redigere un nuovo progetto di bilancio d’esercizio e di bilancio consolidato per il 2021-22 includendo gli effetti contabili delle rettifiche, progetto che sarà sottoposto all’assemblea degli azionisti del 27 dicembre ma il cda, a cominciare dalle figure operative rappresentate dal presidente Andrea Agnelli, dal vicepresidente Pavel Nedved e dall’ad Maurizio Arrivabene, si è dimesso. Il nuovo board sarà nominato nell’assemblea del 18 gennaio e Exor ha già annunciato l’indicazione di Ferrero (vicepresidente di Banca del Piemonte e componente del cda di Italia Independent, Lol srl e Pygar) alla presidenza. Maurizio Scanavino è stato nominato direttore generale e il consiglio ha chiesto a Maurizio Arrivabene di mantenere la carica di ad. Secondo alcuni analisti ora la cassaforte Exor (ha il 63,7%) potrebbe essere nuovamente chiamata a sottoscrivere un aumento di capitale del club dopo quelli portati a termine nel dicembre 2021 e nel gennaio 2020, pari rispettivamente a 400 e 300 milioni di euro. Non lo escludono, ad esempio, i broker di Equita considerando anche il fatto che con i 254 milioni di perdite dell’esercizio 2021-22 il patrimonio al 30 giugno scorso si era ridotto a 169,4 milioni. Per la Sim l’andamento di Juventus è una delle ragioni, ma non la principale, che contribuiscono a spiegare il forte sconto rispetto al valore netto degli asset a cui tratta Exor ad Amsterdam. Sulla stessa lunghezza d’onda gli esperti di Mediobanca Securities, secondo cui le dimissioni del board in seguito al quadro che sta emergendo sulla contabilità dei bianconeri «è una notizia negativa per Exor in quanto ci aspettiamo che il prezzo delle azioni della Juventus sarà piuttosto volatile nelle prossime settimane» anche se «l’impatto dovrebbe essere limitato» per l’incidenza «inferiore al 2% della quota della Juventus sulla totalità degli asset» della holding di Elkann. Le prime mosse di quest’ultimo sembrano volte a dotare la Juventus di manager esterni ma rodati: Ferrero è un commercialista di fiducia che ha una lunga militanza nei collegi sindacali di società quotate, mentre il nuovo direttore generale Scanavino è già al timone del gruppo editoriale Gedi. In continuità rispetto alla passata gestione, Arrivabene resterà ad esercitare le deleghe di amministratore delegato. A questa squadra saranno forse affiancati altri consiglieri che potrebbero essere scelti anche fra rappresentanti della famiglia Agnelli ed ex calciatori. I nomi più gettonati sono quelli di Alessandro Nasi e di Alessandro del Piero.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».