2023-05-18
Pannicello caldo per le aziende stangate da Speranza
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
I fornitori di dispositivi medici, obbligati a ripianare i disavanzi pubblici, ora potranno scorporare l’Iva.Il decreto Bollette torna nelle commissioni Finanze e Affari sociali della Camera per l’esame di alcuni emendamenti. Il presidente della commissione Affari Sociali, Ugo Cappellacci (Fi), ha spiegato che sulla base del parere della commissione Bilancio si deve eliminare l’articolo 16 bis sulla stabilizzazione del personale Irccs (istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) e degli istituti zooprofilattici sperimentali. Le commissioni hanno inoltre anche dovuto rivedere altri emendamenti soppressivi tra cui l’articolo 23 bis che riguarda il passaggio dei compiti in materia di previdenza complementare di Previdenza Italia ad Assoprevidenza e l’articolo 4 bis che riguarda l’inserimento di un contributo a favore del polo didattico dedicato alle vittime di Marcinelle. Sul provvedimento, da convertire in legge entro il prossimo 29 maggio, il governo, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha posto la fiducia alla Camera. In base alle intese intercorse tra i vari gruppi, il voto finale è programmato per oggi.Tra gli articoli che invece non hanno subito modifiche c’è quello riguardante la delicata questione del payback sui dispositivi medici. Misura concepita qualche anno fa e implementata nel decreto Aiuti bis, dagli ex ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell’Economia, Daniele Franco, nel quale si definivano le regole per l’applicazione del sistema di compartecipazione delle imprese fornitrici di dispositivi medici, allo sforamento dei tetti regionali di spesa sanitaria. Si obbligavano, di fatto, le aziende del settore ad un prelievo forzoso, a posteriori dal fatturato, basato sulla loro quota di mercato che in alcuni casi poteva arrivare anche al 50% di quanto sforato dalla Pubblica amministrazione, rispetto al tetto di spesa fissato. Meccanismo che fin da subito ha scatenato le proteste degli imprenditori tanto da indurli a presentare ricorsi al Tar. Situazione che l’attuale governo si è dunque trovare a gestire, decidendo di affrontare il problema all’interno del decreto Bollette concedendo alle imprese del settore un’agevolazione che ben poco aiuta. L’articolo 9 stabilisce infatti che le aziende fornitrici di dispositivi medici, tenute all’effettuazione di versamenti finalizzati al ripiano dello sforamento dei tetti pubblici della spesa sanitaria, possono portare in detrazione l’Iva inclusa nel payback, scorporandola dall’ammontare di quanto è stato pagato. Il testo in Commissione precisa inoltre che il diritto alla detrazione dell’Iva è previsto nel momento in cui sono stati fatti i versamenti e che ai fini delle imposte sui redditi e di quella regionale sulle attività produttive la detrazione vale solo per il periodo d’imposta nel quale i versamenti sono stati effettuati. Tutte le aziende fornitrici di dispositivi medici che vorranno sfruttare l’agevolazione fiscale dovranno successivamente emettere un apposito documento contabile nel quale sono indicati gli estremi dei provvedimenti regionali. Per quanto riguarda infine le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, il computo dell’Iva sarà effettuato da quest’ultime e si baserà sulle fatture emesse dalle aziende nei confronti del Servizio sanitario nazionale.