2024-08-13
Venezuela, rapito un altro italiano. «È chiuso in un centro di tortura»
La figlia di De Grazia, oppositore di Maduro, alla «Verità»: «Il regime lo pedinava».La caccia ai membri dell’opposizione non si ferma in Venezuela e dopo le contrastatissime elezioni presidenziali del 28 luglio scorso la situazione nel Paese sudamericano è diventata insostenibile. Nicolás Maduro ha dichiarato di aver vinto le elezioni, ma l’opposizione guidata da Edmundo González Urrutia e María Corina Machado non ha mai lasciato le piazze per protestare contro questa falsa vittoria. Il Paese è stretto nella morsa del regime madurista, ma le pressioni internazionali non sembrano fare effetto sull’ex autista di bus e pupillo di Hugo Chávez. Sotto i colpi del regime di Caracas sono finiti alcuni politici di origine italiana per i quali anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è interessato in prima persona. Américo Giuseppe De Grazia Veltri, uomo simbolo dell’opposizione al presidente Maduro, da mercoledì è infatti scomparso. De Grazia è un ex parlamentare del partito La Causa Radical, radicato nello Stato di Guyana, e già nel 2019 si era dovuto rifugiare nell’ambasciata italiana per sfuggire al suo arresto. María Andreína De Grazia è la figlia dell’ex deputato ed è stata lei a lanciare l’allarme attraverso i social. E ora parla alla Verità: «Mercoledì scorso mio padre è stato sequestrato dal regime venezuelano. Non si tratta di un arresto, perché non esistono accuse nei suoi confronti, ma è soltanto l’ennesimo rapimento di Stato. Dal giorno delle elezioni mio padre era pedinato dagli uomini del regime e aveva ricevuto molte minacce. Si era spostato dallo Stato di Bolivar, di cui è originaria la mia famiglia, a Caracas per motivi medici. Mio padre non ha guardie del corpo e si muove da solo anche se è malato, soffre di un’infezione polmonare ed è una persona anziana». Dopo molte ore di angoscia la famiglia De Grazia è almeno riuscita a sapere dove è stato portato l’ex deputato. «Ora sappiamo che Américo è stato portato nel famigerato carcere El Helicoide, un luogo molto temuto in Venezuela dove non si rispettano minimamente i diritti delle persone. Io, come diversi membri della nostra famiglia, sono in “esilio”, lontano dal Venezuela e non posso aiutare mio padre. Alcuni nostri parenti lo hanno cercato per la città e alla fine lo hanno trovato nel carcere più temuto del Paese, dove però non gli è stato concesso di incontrarlo». María Andreína De Grazia è pronta a lottare per liberare il padre, un uomo che non ha mai fatto sconti al regime di Maduro. «I nostri avvocati non riescono a sapere con quali accuse mio padre è stato portato in carcere. Per noi è ancora più difficile aiutarlo perché siamo lontani e non possiamo rientrare in Venezuela. La nostra situazione è vissuta da milioni di venezuelani che soffrono sotto il regime di Maduro, che mio padre ha sempre combattuto. Voglio fare un appello per liberare tatti i prigionieri politici nelle carceri venezuelane e alla comunità internazionale di non abbandonare il nostro Paese. Voglio ripetere a tutti che mio padre Américo si trova nel più grande centro di tortura del Venezuela e non ci permettono nemmeno di sapere come sta. La narcodittatura di Maduro lo tiene prigioniero, così come tiene prigioniero il popolo venezuelano, e questo deve finire al più presto».Anche le Nazioni Unite hanno chiesto la fine della repressione che ha già causato 23 morti negli scontri e oltre 1200 arresti tra le file dell’opposizione, incarcerati con l’accusa di terrorismo. La vittoria di Maduro è stata riconosciuta soltanto dai suoi alleati storici come Cuba, Russia, Cina e Iran, ma anche il Brasile di Lula fatica ad accettare la sua vittoria e ha chiesto al presidente venezuelana di dialogare con l’opposizione. Intanto gli Stati Uniti, attraverso una serie di colloqui segreti, avrebbero offerto a Maduro la grazia per i reati di traffico di droga di cui lo accusa il dipartimento di Giustizia americano: in cambio, le sue dimissioni. Ma Washington smentisce seccamente.