2021-05-01
Italiani fermi in India e Latina blindata. Il ministero va in tilt
Fuori controllo il monitoraggio della variante. Mentre il blocco dei voli è pieno di falle. Coppia di Firenze: «Fateci ritornare».Mentre l'ala più intransigente del governo e degli scienziati pensa a come tenere il punto su un'ora in più o in meno di coprifuoco serale, ritenendola fondamentale nel contenimento del contagio, la mancanza di controlli alle frontiere sta rischiando di innescare la tempesta perfetta. Ne sanno qualcosa i cittadini di Sabaudia (Latina), località balneare tra le più gettonate del litorale laziale, in cui la totale perdita di tracciamento del contagio nella nutritissima comunità indiana ha determinato l'insorgenza di un cluster con potenziale nuova variante, che ormai non è più possibile monitorare. Morale della favola: le autorità locali sono state costrette a dichiarare la zona rossa e, come ciliegina sulla torta, a rinviare almeno di settimana l'apertura degli stabilimenti, prevista per oggi e slittata provvisoriamente all'8 maggio. Come se non bastasse, il cluster indiano di Sabaudia ha provocato anche la chiusura delle scuole, che da poco erano tornate alla didattica in presenza, con il ripristino di quella a distanza dal 3 al 7 maggio e il divieto di ogni spostamento nella frazione di Bella Farnia. Tutto questo perché, su 568 test rapidi effettuati nella citata frazione nella comunità indiana, 87 sono risultati i positivi, il che ha portato in pochissimi giorni a circa 400 i casi di Covid complessivi, sempre nello stesso contesto. E che la situazione sia potenzialmente esplosiva, lo testimoniano i reiterati allarmi lanciati nelle ultime ore dai medici delle Asl impegnati sul territorio e nei maggiori aeroporti, i quali hanno lamentato la mancanza di ogni filtro per i voli provenienti dall'India, nei giorni in cui già era stata accertata la diffusione della nuova variante. Il provvedimento adottato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha decretato il blocco dei voli da India, Bangladesh e Sri Lanka, è arrivato dunque in ritardo, dopo giorni in cui ai voli provenienti da zone a rischio non è stato applicato alcun controllo, con i passeggeri che hanno potuto agevolmente eludere qualsiasi misura di contenimento. Inoltre, le nuove e tardive misure coprono solo i voli diretti, perdendo di vista le cosiddette «triangolazioni», vale a dire i voli provenienti da nazioni terze e atterrati in Italia, che però hanno imbarcato passeggeri partiti da Paesi a rischio. Se si pensa che solo nella comunità sikh di Latina e provincia si stimano, a fronte di circa 15.000 residenti censiti, altrettanti irregolari, è facile comprendere come sia impossibile imporre una quarantena efficace e restano minime le probabilità che queste persone si autodenuncino alle autorità sanitarie. Stesso problema a Castel Volturno e a Grazzanise, nel casertano, dove le locali Asl stanno cercando di rintracciare, su indicazione dei sindaci, circa 400 cittadini di origine indiana, per i quali sono stati certificati reiterati viaggi di andata e ritorno tra l'Italia e il Paese d'origine ed è quindi urgente uno screening, che difficilmente sarà possibile effettuare ai numerosi stagionali irregolari. Uno stato di cose che ha suscitato una protesta bipartisan: dopo l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, a chiedere a Speranza misure più efficaci per bloccare i voli con scalo provenienti dai Paesi a rischio, anche esponenti dei partiti di centrodestra stanno sollevando il problema. Il senatore Francesco Giro, di Forza Italia, ha chiesto al ministro di «smettere di fare casino come ha fatto l'anno scorso con i voli provenienti dall'India e di bloccare anche i voli indiretti», mentre dalla Lega sale la richiesta di controlli più rigorosi sulle comunità indiane presenti nel nostro Paese, sul cui numero vige totale incertezza. La conseguenza delle negligenze, come sempre, potrebbe trasformarsi in una beffa per lavoratori e cittadini che hanno diligentemente osservato le regole e che si apprestano a ripartire. Le considerazioni dell'Iss, secondo cui «la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguate», non lascia ben sperare. Nel quadro di una situazione di per sé molto problematica, vi sono poi i casi degli italiani bloccati all'Estero. In particolare, quello di una coppia di Firenze, da 15 giorni in India per un'adozione internazionale, che non può fare ritorno in Italia e che ha chiesto aiuto alla nostra ambasciata, per la condizione di disagio che si è determinata dopo che la donna, Simonetta Filippini, è risultata positiva al Covid in aeroporto mentre si apprestava a rientrare a casa e ha dovuto andare in un albergo sanitario, che le autorità indiane non intendono farle lasciare fin quando non sarà tornata negativa. Mentre il marito, Enzo Galli, è in un hotel con la bambina appena adottata di due anni. «Siamo 70 famiglie italiane in India», ha dichiarato la signora Filippini, contattata dall'Ansa, «e tutti si sono contagiati. L'ambasciata e il console stanno facendo veramente tutto il possibile, vogliamo uscire di qua. Ogni ora, ogni giorno», ha proseguito, «è un rischio grandissimo, per noi, per la bambina. L'unico modo per essere protetti è tornare in Italia».