L’inaugurazione della prima gigafactory europea è stata l’occasione per l’adozione di una linea comune Italia-Francia -Germania per evitare altre norme «restrittive» sulle auto. Mandato forte a Adolfo Urso che va negli Stati Uniti a parlare di Ira e rapporti con Pechino.
L’inaugurazione della prima gigafactory europea è stata l’occasione per l’adozione di una linea comune Italia-Francia -Germania per evitare altre norme «restrittive» sulle auto. Mandato forte a Adolfo Urso che va negli Stati Uniti a parlare di Ira e rapporti con Pechino.Ieri, come anticipato, Stellantis ha acceso la sua gigafactory. È avvenuto in Francia, a Billy-Berclau, vicino al sito storico stabilimento di Psa a Douvrin. Si tratta della prima fabbrica europea per la produzione di batterie per le auto elettriche di Acc, la joint venture costituita da Stellantis, TotalEnergies e Mercedes. All’inaugurazione presenti l’ad di Acc, Yann Vincent, l’ad di Stellantis, Carlos Tavares e il presidente John Elkann, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, i ministri francesi Bruno Le Maire, Agnes Pannier-Runachere e Roland Lescure, il ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing, e l’ad della Mercedes, Ola Kallenius. «È il primo passo di un progetto colossale che prevede la nascita di altre due gigafactory in Germania, a Kaiserslautern e in Italia, a Termoli, che inizieranno la produzione nel 2025 e nel 2026. Oggi le batterie rappresentano intorno al 40% dei costi di un veicolo elettrico e sono quasi tutte prodotte in Asia», ha spiegato Vincent. Dal 2030 i tre stabilimenti europei, che avranno ciascuno una capacità di 40 gigawattora e circa 2.000 dipendenti, produrranno complessivamente 2 milioni e mezzo di batterie all’anno che andranno a equipaggiare le auto elettriche di Stellantis e Mercedes. Confermata la tabella di marcia per Termoli con un investimento di oltre 2 miliardi e l’inizio della produzione nel 2026. «Qui siamo nel futuro, è un grande progetto europeo», ha dichiarato John Elkann durante l’inaugurazione confermando di saper prendere dall’Europa ciò che gli fa più comodo. Al di là però delle celebrazioni, i vertici di Stellantis avrebbero confermato a Urso l’obiettivo di proseguire negli investimenti lungo la Penisola italiana. Ma ciò che ha dato maggior senso e significato alla giornata di ieri, oltre all’incontro tra Le Maire, Urso e Wissing, sono state le parole del ministro francese sull’Euro 7. «La normativa europea è inutile, dobbiamo dimenticarla», ha detto, «Non dobbiamo spendere i soldi su norme che né la Cina né gli Usa impongono ai loro player». Salvo poi aggiungere: «Dobbiamo dirottare i fondi verso le nuove tecnologie e non spenderli su tecnologie vecchie. Con questo progetto, l’Europa è riuscita a creare una politica industriale comune con debito e investimenti condivisi ma non dobbiamo pensare che la battaglia è vinta», ha sottolineato. «L’Europa deve pensare a introdurre dei dazi per proteggere i nostri prodotti e le nostre industrie», ha concluso, «Dobbiamo affrontare la sfida cinese che non ci farà nessun regalo soprattutto su auto, aerei e lancia razzi spaziali. Dobbiamo reindustrializzare l’Europa e difendere i nostri campioni le nostre competenze e i nostri posti di lavoro». Abbiamo riportato nei particolari il suo intervento perché di fatto è stata anche la base delle conversazione a tre tra Francia, Italia e Germania. Temi: il futuro dell’industria automobilistica e l’approccio congiunto verso l’Ira, l’inflaction reduction act. Urso ha ribadito che l’Europa deve muoversi insieme e cooperare con gli Usa, sottolineando che nella sua missione a Washington di domani solleciterà l’amministrazione Usa a garantire pari condizioni di accesso al mega piano di sussidi da 400 miliardi alle imprese europee che vogliano accedere al mercato americano dell’automotive. «Non possiamo riproporre lo scontro che si verificò 25 anni fa durante la guerra commerciale su Boeing e Airbus. Non possiamo dividere l’Occidente a fronte della guerra della Russia in Ucraina. Dobbiamo dare insieme la risposta alla sfida sistemica della Cina». Dall’incontro, complice l’uscita di Le Maire contro l’Euro 7, sembra essere uscita per la prima volta una posizione congiunta da parte delle tre principali nazioni dell’Ue. L’aver espresso un’idea di dazi sulla Cina, potrebbe aiutare il nostro governo nella missione americana e nell’incontro con Gina Raimondo, segretario al Commercio di Joe Biden. Ma ciò che riporta il comparto nell’auto su una strada di maggiore buon senso è il forte «No» al progetto di introdurre la normativa Ue sull’Euro 7. Tradotto, ulteriori vincoli e prescrizioni sul plug-in, sugli pneumatici, catalizzatori e filtri. La speranza a questo punto che avendo ormai un gruppo di 8 nazioni contrarie all’Euro 7 le pressioni sulla Commissione comincino a essere sufficienti per imporre un freno anche alle altre normative e scelte di follia «green». Dallo stop ai motori a scoppio nel 2035, alle regole di coibentazione e ristrutturazione delle abitazioni fino alla messa al bando dei climatizzatori funzionanti con gas sintetici. Una enorme massa di scelte anacronistiche in grado di azzerare la competitività dell’industria Ue e portare deserto dove adesso ci sono posti di lavoro. I socialisti che guidano la Commissione hanno fretta di chiudere le partite prima di perdere le prossime elezioni del 2024. A questo punto i governi di Roma, Parigi e Berlino dovrebbero - con la stessa urgenza - adottare un ostruzionismo totale.
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Varato in nome della «sovranità monetaria» (ora è un valore?), il nuovo sistema nasce già vecchio. E c’è l’incognita privacy.
Ad un portale dedicato alla fornitura di energia green era collegato uno schema Ponzi, che prometteva forniture da impianti fantasma collocati all'estero. Circa 6.000 i clienti truffati. 95 i conti correnti sequestrati oltre a criptovalute e beni di lusso.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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2025-10-31
«The Traitors Italia», il gioco del sospetto sbarca su Prime Video con Alessia Marcuzzi
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«The Traitors Italia» (Amazon Prime Video)
Dopo il successo internazionale, arriva anche in Italia The Traitors. Nel cast quattordici vip e Alessia Marcuzzi alla conduzione, per un reality che rinuncia al gossip e punta tutto su logica, tensione e inganni all’interno di un castello misterioso.






