2024-01-17
Istigazione al suicidio. La Procura di Lodi ha aperto un’indagine sulla pizzaiola morta
Oggi autopsia sul corpo di Giovanna Pedretti, i parenti: «Tregua». Selvaggia Lucarelli minacciata via social lascia (per ora) il profilo su X.La Procura di Lodi ha disposto l’autopsia per accertare la dinamica della morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano originaria di Bergamo che si è portata nelle acque del Lambro i segreti sul pesantissimo fardello che l’ha spinta all’estremo gesto.Domenica mattina Giovanna, dopo essersi messa alla guida della sua auto all’alba, a meno di un chilometro da casa si sarebbe tagliata le vene dei polsi (la lametta è stata ritrovata) per poi gettarsi in acqua. Diverse tracce di sangue sono state trovate all’interno della Fiat Panda, che era parcheggiata non lontano dal fiume ed è stata sequestrata. Il sangue è stato trovato sui sedili e sui tappetini. L’ipotesi è che la donna, prima di raggiungere il fiume, si sarebbe tagliata le vene.Ma la parte più complicata dell’inchiesta riguarda le ragioni che potrebbero averla spinta a togliersi la vita. Il fascicolo per ora è contro ignoti e si procede per istigazione al suicidio. I carabinieri sono molto abbottonati. Si sa però che, oltre alle verifiche sulle condizioni economiche dell’attività commerciale, sullo stato di salute della ristoratrice (nella storia clinica ci sarebbe traccia di un malessere psicologico) e su altre questioni che potrebbero aver gravato sull’umore della donna, è già stata avviata un’azione investigativa sulle polemiche sorte per la recensione su Tripadvisor della pizzeria Le Vignole, della quale Giovanna era titolare.Un cliente si lamentava della presenza di gay e di un disabile nel locale. La risposta, garbata ma ferma, è stata però messa in dubbio e Giovanna, che era stata sentita in questura come persona informata sui fatti (si poteva prefigurare il reato di istigazione all’odio) ed era stata intervistata dalla TgR, è finita in un polverone mediatico, accusata di aver fatto tutto da sola per farsi pubblicità. La versione di Giovanna era questa: la recensione risaliva all’aprile 2023 e non aveva risposto per mancanza di tempo, ma aveva fatto uno screenshot che poi avrebbe incollato sulla risposta che ha pubblicato sui social.Il primo a mostrare dei dubbi sull’autenticità della recensione è stato il cuoco-ballerino cremonese Lorenzo Biagiarelli, compagno dell’ex giornalista Selvaggia Lucarelli, che ha telefonato alla signora incalzandola. E mentre Biagiarelli, a sua volta investito dall’ondata d’odio degli haters, come se fosse il responsabile della morte della ristoratrice, ha preferito disertare la puntata di È sempre mezzogiorno, programma tv condotto da Antonella Clerici su Rai 1, la Lucarelli ha deciso di prendersi una pausa da «X» dopo aver pubblicato i messaggi minacciosi che ha ricevuto («La pagherai pesantemente, ti sgozzo come un maiale», è scritto in un commento) e spezzato una lancia a favore del compagno: «Qui il non giornalista è forse l’unico ad aver scritto una cosa vera, con parole misurate e chiamando la signora per verificare». Poi, dopo aver polemizzato con Repubblica e il suo direttore, ha aggiunto: «Naturalmente io sono navigata e mi prendo tutto, spero lo sia altrettanto pure l’altra persona. Ovviamente nel caso dovesse succedere qualcosa (non a me, ripeto, io sono forte) diamo la colpa ai social, non ai giornali. Mi raccomando».L’Agcom, nel frattempo, ha messo a punto i paletti che dovrebbero regolamentare la comunicazione, non solo quella pubblicitaria, sui social network. Sono previste sanzioni da 10 a 250.000 euro per la trasparenza pubblicitaria e da 30 a 600.000 per la tutela dei minori. E c’è un dettagliato elenco di temi sconsigliati o esplicitamente vietati, oltre a una precisa definizione dei parametri secondo i quali si può essere definiti influencer. Si dovrà quindi far riferimento al Testo unico sui servizi di media audiovisivi. E gli influencer avranno «responsabilità editoriale sui contenuti», incluso «il controllo effettivo sulla creazione, sulla selezione o sulla organizzazione degli stessi». Ma bisognerà «garantire» anche «la presentazione veritiera dei fatti» e «verificare la correttezza e l’obiettività delle informazioni anche attraverso la menzione delle fonti».Un meccanismo simile a quello che in modo incontrollato sembra aver innescato la rivolta degli hater per la recensione in cui è incappata Giovanna. I carabinieri, per risalire all’identità dell’autore, hanno inviato una richiesta a Google. Giovanna non ha lasciato biglietti di addio né avrebbe inviato messaggi prima di togliersi la vita (su questo particolare, però, le indagini sono ancora in corso, soprattutto sul computer che usava la pizzaiola, dove potrebbero esserci ancora ulteriori insulti ricevuti per la recensione). Per i familiari, il marito, la figlia e l’anziana mamma, la morte di Giovanna è stato un fulmine a ciel sereno. «Stanno vivendo un enorme dolore, la loro richiesta alla stampa è di una tregua, con l’invito di rispettare la sofferenza di una famiglia, in attesa che dalle indagini arrivino elementi più solidi», fa sapere l’avvocato Simona Callegari per conto dei familiari.La mamma della ristoratrice, 85 anni, assediata pure lei dai giornalisti, vive una seconda tragedia. Pure l’altro figlio, Stefano, fratello di Giovanna, 13 anni fa si era tolto la vita (anche in quel caso era gennaio) e non è da escludere che la precedente tragedia possa avere avuto un certo peso specifico nella decisione della pizzaiola. Che di certo, però, non era pronta a fronteggiare da sola la pesante zuffa social che si è scatenata e che potrebbe aver trasformato in un attimo quello che sembrava un caso mediatico in una tragedia.
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