2021-12-12
Ennesima conferma dai dati dell’Iss. Più certificazioni verdi, più contagi
L’obbligo mascherato è un flop: dal 22 ottobre al 21 novembre ricoverati 4.532 vaccinati e 4.402 persone senza dose. La card non ferma il virus e forse lo favorisce mettendo in pericolo anche gli «immunizzati».Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Istituto superiore di sanità, in Italia «nelle ultime tre settimane» si è osservato «un aumento dell’incidenza settimanale» dei casi da nuovo coronavirus «in tutte le fasce d’età». Vengono sì fatti più tamponi, necessari per lavorare e da pochi giorni anche per viaggiare sui bus, ma è indubbio che cresce il numero dei positivi malgrado sia vaccinato l’84,8% della popolazione over 12. Quindi i green pass semplici e rafforzati non servono a bloccare il virus, contrariamente a quanto sostiene la task force sanitaria guidata dal ministro Roberto Speranza. Gli obblighi vaccinali mascherati si rivelano un flop, anche perché i dati dell’ultimo bollettino dell’Iss, pubblicato due giorni fa e aggiornato al 7 dicembre, segnalano un peggioramento dell’efficacia degli anti Covid nel «prevenire la malattia, sia nella forma sintomatica che asintomatica», con un calo «dal 74% a 39,6%» dopo cinque mesi dal completamento del ciclo. Basta fare due conti, ci saranno milioni di vaccinati con protezione inferiore al 40% ma autorizzati a circolare e a infettare grazie a un paradossale green pass. Certo, se si ammalano sarà in maniera non grave, ma comunque in ospedale e in terapia finiscono purtroppo pure i vaccinati con doppia dose. Secondo il rapporto Iss, dal 22 ottobre al 21 novembre le ospedalizzazioni dei non vaccinati sono state 4.402, quelle dei vaccinati a ciclo completo 4.532 (immunizzati negli ultimi cinque mesi 1.616 e ben 2.916 i ricoveri tra quanti avevano completato il ciclo da oltre cinque mesi). Per gli ingressi in terapia intensiva i dati sono rispettivamente 618, 160 e 188. Come ovvio, la mole dei vaccinati è largamente superiore a quella dei non vaccinati, quindi il dato va relativizzato. Se due dosi anti Covid non bastano a tenere i cittadini lontani dagli ospedali, e si parla non solo di terzo ma di quarto richiamo, come si può pensare di ingabbiare il virus imponendo ai non vaccinati «una sorta di micro lockdown», come li ha definiti il filosofo Massimo Cacciari? Ripercorriamo le tappe dei lasciapassare, e il loro effetto sulla popolazione nel prevenire i contagi. Venerdì 6 agosto il green pass diventò obbligatorio in Italia per poter entrare in luoghi al chiuso, come bar o ristoranti, ma anche palestre, piscine, musei e concerti, per partecipare alle feste per cerimonie civili e religiose, per accedere a rsa. Con il 1° settembre, la certificazione verde è stata estesa a treni ad alta velocità, aerei, navi e traghetti, autobus interregionali e da quella data senza pass né personale scolastico e universitario, né studenti universitari possono entrare a scuola o partecipare alle attività accademiche. Il 15 ottobre il green pass è diventato obbligatorio per accedere al posto di lavoro, dal 6 dicembre funziona il certificato rafforzato con ulteriori limitazioni per i non vaccinati che non possono pranzare e cenare nei ristoranti al chiuso, e sono esclusi da cinema, stadi, discoteche. Il tampone negativo, infatti, consente solo di viaggiare su bus, tram e metropolitane dove è diventato obbligatorio. Il 6 agosto scorso l’incremento di nuovi casi di Covid rispetto al giorno precedente segnava +6.599, i ricoverati erano 2.449, i pazienti in terapia intensiva 277. Totale positivi: 104.685. A fine agosto i positivi erano 137.925 (+33.240), i ricoverati con sintomi erano passati a 4.252 ed erano quasi raddoppiati (544) anche i pazienti in rianimazione. I decessi in 25 giorni registrarono +1.064, per un totale di 129.221. Il primo settembre, ai luoghi in cui è obbligatorio mostrare il green pass per l’accesso si aggiunsero scuole, università e trasporti nazionali. Due settimane dopo i ricoverati con sintomi erano scesi a 4.128, a 540 i pazienti in terapia intensiva e il totale dei positivi segnava 118.487 (-1.064). L’Iss sottolineava la diminuzione dell’incidenza settimanale a livello nazionale, con crescita di prenotazioni nei centri vaccinali. Il 30 settembre altra conferma del calo, con 3.198 ricoverati con sintomi e un totale di positivi sceso a 94.308 (-24.179 rispetto a 15 giorni prima). Calo pure delle terapie intensive, scese a 440. Il governo però non è soddisfatto, agita lo spettro del Natale con troppi contagi e dal 15 ottobre rende il green pass obbligatorio per andare al lavoro. In quella data l’incremento dei positivi rispetto al giorno precedente era di 2.732, il primo novembre segna +2.818, quindi il lasciapassare non frena la circolazione del virus. Il 15 novembre i nuovi casi sono 5.144, il 20 sono balzati a 11.555, il 30 novembre segnano +12.764, con 5.227 ricoverati e 683 pazienti in intensiva. Il 6 dicembre si inaugura il super green pass, che vorrebbe creare un triplo cordone sanitario attorno ai non vaccinati, escludendoli da ogni socialità, ma ieri i contagi non mostravano rallentamenti, con +21.042 positivi a dispetto delle imposizioni. L’ennesima conferma che il lasciapassare non blocca la circolazione del virus e forse la favorisce, creando falsi ambienti protetti per i vaccinati che in molti casi hanno ormai perso l’immunità e possono contagiare, al pari di chi non ha mai fatto una dose.