
Alla vigilia della visita di Kaja Kallas, ira del ministro per l’attacco antisemita a Orleans. Ucciso il capo politico di Hamas. Sit-in davanti alla casa di Bibi: tensioni con la polizia.Il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza, secondo il ministero della Salute di Hamas, supera le 50.000 persone. Tra le vittime anche Salah al-Bardawil, uno dei capi politici della milizia, ucciso in un raid aereo a Khan Younis insieme alla moglie. Vittime degli attacchi dell’Idf degli ultimi giorni anche il capo del governo de facto di Hamas, Essam Addalees, e il capo della sicurezza interna, Mahmoud Abu Watfa. Il messaggio di Israele è chiaro: chiunque si ponga alla guida del gruppo terroristico firma la sua condanna a morte. La ripresa delle operazioni nella Striscia coincide con una nuova ondata di antisemitismo in Europa: in Francia, un rabbino è stato aggredito da un sedicenne. Intanto, si inaspriscono i contrasti interni a Israele.A questo proposito, ieri il governo ha votato all’unanimità la sfiducia alla procuratrice generale, Gali Baharav-Miara. Benjamin Netanyahu non ha partecipato al voto, vincolato da un accordo che gli vieta di influire sul processo penale a suo carico. Per la procuratrice, da tempo in frizione con l’esecutivo, si avvia l’iter (di non breve durata) che porterà al suo licenziamento. «Il governo cerca di essere al di sopra della legge e di operare senza controlli ed equilibri», ha attaccato lei prima della voto. Nel frattempo, le proteste fuori dalla residenza privata di Bibi sono degenerate: un sit-in silenzioso delle famiglie degli ostaggi, riporta il Times of Israel, ha innescato scontri violenti tra manifestanti antigovernativi e polizia, intervenuta per bloccare i tentativi di sfondamento.A Sud di Parigi, un ragazzo di 16 anni (le generalità non sono state divulgate) è stato arrestato sabato sera con l’accusa di aver aggredito il rabbino di Orlean, Arié Engelberg. Questi, mentre era di ritorno dalla sinagoga con il figlio di nove anni, è stato «colpito alla testa, morso sulla spalla e insultato», e ora il presunto responsabile è indagato per «violenze volontarie commesse in ragione dell’appartenenza della vittima a una religione». Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, si è detto sconvolto per l’accaduto, definito «un atto vile e intollerabile»: «La recrudescenza dell’antisemitismo in Francia e in tutta Europa», ha scritto su X, «non è solo allarmante: è un campanello d’allarme per i governi, i leader e la società civile europei. L’antisemitismo è pericoloso e richiede una risposta senza compromessi. L’antisemitismo deve essere combattuto con incrollabile determinazione». Dello stesso avviso anche Emmanuel Macron, che ha recapitato il suo sostegno alle vittime e a tutti i francesi di fede ebraica: «L’antisemitismo è veleno. Non ci arrenderemo al silenzio o all’inazione».Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’Ue, è attesa oggi in Israele e nei territori palestinesi per incontrare i principali leader istituzionali, a cui chiederà «un immediato ritorno alla piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi». Previsti colloqui con il presidente israeliano Isaac Herzog, il ministro degli Esteri, Gideon Sa’ar, e il leader dell’opposizione Yair Lapid, mentre, nei territori palestinesi, Kallas vedrà il presidente dell’Anp, Abu Mazen, e il premier Mohammad Mustafa. Dal Cairo, ieri, ha fatto sapere che l’Ue non sostiene «alcuna partecipazione di Hamas al governo di Gaza in futuro», promettendo aiuti per la ricostruzione della Striscia.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






