2025-04-20
Nucleare, l’Iran pensa di coinvolgere Mosca
Antonio Tajani e il ministro degli esteri dell'Iran Abbas Araghchi (Ansa)
Secondo incontro a Roma tra Washington e Teheran sulle atomiche. Gli emissari degli ayatollah chiedono di includere il Cremlino nelle trattative: vogliono che la Russia custodisca il loro uranio impoverito. Ira di Israele che pensa all’azione militare senza Usa.Sono durati quattro ore i colloqui sul nucleare tra Usa e Iran che si sono tenuti ieri a Roma presso l’ambasciata dell’Oman (Paese mediatore). Secondo quanto riportato dall’agenzia semi-ufficiale Tasnim, che cita fonti ben informate, i negoziati tra Iran e Stati Uniti si sono svolti in un clima definito «costruttivo».Il ministro degli Esteri dell’Oman, Sayyid Badr Al Busaidi, ha affermato che i colloqui stanno guadagnando slancio. In un messaggio pubblicato su X, Al Busaidi ha ringraziato i protagonisti del negoziato, «il ministro degli Esteri iraniano, Seyed Abbas Araghchi, e l’inviato presidenziale, Steve Witkoff, per il loro approccio altamente costruttivo ai colloqui di oggi». Il capo della diplomazia omanita ha poi aggiunto: «Questi colloqui stanno prendendo slancio e ora anche l’improbabile è possibile». Al termine dell’incontro tra Iran e Stati Uniti, il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Esmail Baghai, ha annunciato che il prossimo round di colloqui è previsto per sabato prossimo a Muscat (Oman) ma i tecnici si vedranno già mercoledì.Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, in un post su X ha dichiarato: «Roma diventa capitale di pace e dialogo. Ho ricevuto il ministro degli Esteri iraniano Seyed Abbas Araghchi e l’ho incoraggiato a proseguire nel cammino del negoziato contro l’arma nucleare». Tajani ha poi aggiunto che l’auspicio del governo italiano è quello di giungere, insieme, «a una soluzione positiva per il Medio Oriente». I colloqui sono partiti con discussioni indirette, condotte attraverso la mediazione di funzionari dell’Oman, durante le quali le delegazioni di Iran e Stati Uniti sono rimaste in stanze separate.Secondo una fonte a conoscenza dei negoziati che ha parlato con il Wall Street Journal (Wsj), i confronti sono poi sfociati in un incontro diretto di 45 minuti tra Araghchi e Witkoff. Un portavoce dell’inviato americano ha rifiutato di commentare i dettagli dei colloqui, incluse eventuali richieste di garanzie da parte iraniana, ma ha ribadito la posizione degli Usa: «Il presidente è stato chiaro: l’Iran non può ottenere un’arma nucleare né portare avanti un programma di arricchimento mentre i colloqui proseguono. Puntiamo a definire un quadro e un calendario per raggiungere, in modo pacifico, gli obiettivi fissati dal presidente».Teheran continua a sostenere che il proprio programma nucleare abbia esclusivamente finalità pacifiche. Washington e Gerusalemme, tuttavia, accusano da tempo l’Iran di mantenere aperta l’opzione di sviluppare un’arma nucleare e insistono sulla necessità di smantellare il programma o, quantomeno, sottoporlo a severissimi limiti. Dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare del 2015 e la reintroduzione delle sanzioni da parte di Washington, Teheran ha progressivamente disatteso i termini dell’intesa, come forma di ritorsione. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, l’Iran sta attualmente arricchendo uranio fino al 60%, un livello nettamente superiore al limite del 3,67% fissato dall’accordo, ma ancora al di sotto della soglia del 90% necessaria per la produzione di armi nucleari.Durante i colloqui è emerso che tra le potenze firmatarie dell’accordo sul nucleare iraniano del 2015, la Russia potrebbe giocare un ruolo centrale in un’eventuale intesa futura tra Teheran e Washington e, secondo alcuni analisti, Mosca potrebbe persino assumersi la responsabilità di custodire l’uranio iraniano arricchito al 60%, una soglia vicina al livello del 90% necessario per l’uso militare.A proposito di questo, il presidente russo Vladimir Putin incontrerà martedì prossimo a Mosca il sultano dell’Oman Haitham Bin Tariq Al Said. Lo ha annunciato il Cremlino in un messaggio pubblicato su Telegram, precisando che i due leader «discuteranno dei legami commerciali ed economici tra i loro Paesi e delle principali questioni internazionali e regionali». Alla vigilia dei colloqui di Roma il ministro degli Esteri iraniano ha incontrato a Mosca l’ omologo russo Sergei Lavrov. Dopo il faccia a faccia, Lavrov ha espresso la disponibilità della Russia «a mediare e svolgere qualsiasi ruolo utile per Iran e Stati Uniti».È evidente che per Israele la soluzione che vede la Russia (che ha scelto Hamas da tempo come suo interlocutore) come custode dell’uranio arricchito è una pessima notizia. Indipendentemente dall’esito dei colloqui, Israele non ha escluso la possibilità di un attacco contro gli impianti nucleari iraniani nei prossimi mesi. Lo ha riferito al Times of Israel un funzionario israeliano, confermato da altre due fonti a conoscenza della questione. La posizione arriva nonostante Donald Trump abbia comunicato a Benjamin Netanyahu che, al momento, Washington non è disposta a sostenere un’azione militare in tal senso.I vertici israeliani hanno ribadito l’impegno a impedire che Teheran acquisisca capacità nucleari militari, mentre Netanyahu ha più volte sottolineato che qualsiasi negoziato con l’Iran dovrà prevedere lo smantellamento completo del suo programma nucleare. Su X, il giornalista di Axios Barak Ravid, sempre ben informato, ha scritto, citando una fonte vicina alla questione, che il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, si trovava ieri a Roma, dopo che lui e il direttore del Mossad David Barnea avevano incontrato Witkoff venerdì a Parigi.
Ursula von der Leyen (Ansa)