Dopo l’allarme di Elon Musk, l’autorità della privacy ordina la sospensione della piattaforma ChatGpt (che però funziona ancora): non chiarisce l’uso dei dati personali e rappresenta un pericolo per i minori.
Dopo l’allarme di Elon Musk, l’autorità della privacy ordina la sospensione della piattaforma ChatGpt (che però funziona ancora): non chiarisce l’uso dei dati personali e rappresenta un pericolo per i minori.L’Autorità garante della privacy ha aperto un’istruttoria e disposto la limitazione provvisoria della piattaforma ChatGpt: forti dubbi sul trattamento dei dati degli utenti, in particolare dei minorenni, di cui non verifica l’età. Il «blocco» è facilmente aggirabile, ma l’attrito tra questi strumenti e le leggi in vigore è desinato ad aumentare. Il Garante della privacy ha scoperto che c’è un problema di dati raccolti dalle nuove chat di intelligenza artificiale. Ieri ha così disposto con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma ChatGpt. L’Autorità, precisa in una nota, ha contestualmente aperto un'istruttoria dopo aver rilevato «la mancanza di un’informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI», ma soprattutto «l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di addestrare gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma». Oltre alla presunta raccolta illecita dei dati personali, il Garante ha rilevato inoltre l’assenza di sistemi per la verifica dell’età dei minori nonostante il servizio, secondo i termini pubblicati da OpenAI, sia rivolto ai maggiori di 13 anni. Non è la prima volta che il controllore dei dati italiano intraprende azioni del genere contro un chatbot di intelligenza artificiale. A febbraio aveva infatti fermato Replika, che basandosi sull'intelligenza artificiale genera un «amico virtuale», per non rispettare il principio di trasparenza ed effettuare un trattamento di dati personali illecito, «in quanto non può essere basato, anche solo implicitamente, su un contratto che il minorenne è incapace di concludere».ChatGPT è comunque il più noto tra i software di intelligenza artificiale relazionale in grado di simulare ed elaborare le conversazioni umane. Lo scorso 20 marzo ha subito una perdita di dati relativi alle conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento. In sostanza, a causa di un bug, ChatGPT ha esposto pubblicamente i dati di alcuni utenti consentendo ad altri di accedere alla cronologia delle conversazioni. OpenAI, che non ha una sede nell’Unione europea ma ha designato un rappresentante nello spazio economico europeo, deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.L’intervento dell’Autorità italiana ha ordinato a OpenAI di interrompere immediatamente la raccolta dei dati degli utenti italiani fino a quando non modificherà le sue pratiche. Ciò però non implica necessariamente un divieto definitivo all’uso del servizio che, infatti, ieri continuava a funzionare (tramite una VPN reindirizzando il traffico). Serve, piuttosto, una discussione necessaria sulla cosiddetta data retention e un quadro normativo a livello europeo perché la tutela dei dati e della privacy in ambito tecnologico è un contributo al progresso, non un freno. Nel caso del bug di OpenAI, per altro, è stato violato un regolamento Ue ma non esiste un garante europeo che faccia enforcement per tutti.La mossa ha comunque innescato il dibattito, anche politico. Il primo ad alzare la voce è stato Matteo Renzi su Twitter: «L’idea che le istituzioni italiane possano bloccare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è una barzelletta. Non si ferma l’innovazione per decreto. Preoccupiamoci di costruire il futuro, non di fare battaglie ideologiche con la testa rivolta al passato», ha cinguettato il leader di Italia Viva. Usando proprio la piattaforma social di proprietà di Elon Musk che nei giorni scorsi , con il cofondatore di Apple, quelli di Pinterest e Skype e altri leader hi-tech, ha chiesto una pausa di almeno sei mesi nell'«addestramento» dei sistemi più avanzati di intelligenza artificiale come GPT-4 (la chatbot di OpenAI capace di raccontare barzellette e superare facilmente esami come quello per diventare avvocato) per consentire lo sviluppo di protocolli di sicurezza condivisi. Nel frattempo, però, non si fermano i progetti di ChatGpt. Il software di intelligenza artificiale nei prossimi mesi potrebbe diventare indistinguibile da un essere umano con l’aggiornamento numero 5. A svelare il progetto di ChatGpt-5 è stato lo sviluppatore Siqi Chen che ha dichiarato su Twitter di aver appreso che la nuova versione del software, che sarebbe rilasciata il prossimo inverno, dovrebbe raggiungere l'Agi, acronimo di artificial general intelligence, cioè la capacità di un programma di pensare e agire esattamente come una persona. Ergo, parlare con ChatGpt-5, tra qualche mese potrebbe assomigliare sempre di più al parlare con un essere umano. OpenAI dovrà affrontare intanto negli Stati Uniti una denuncia rivolta alla Federal Trade Commission: è stata sporta dalla società di ricerca senza scopo di lucro Center for AI and Digital Policy e chiede all’agenzia americana di far sospendere alla società l’implementazione commerciale di modelli linguistici di grandi dimensioni come ChatGpt. L’associazione definisce Gpt-4, l’ultima versione del software, «di parte, ingannevole e con un rischio per la privacy e la sicurezza pubblica».
Maurizio Landini (Ansa)
- Aumentano gli scontenti dopo il divorzio dalla Uil. Ma il leader insiste sulla linea movimentista e anti Meloni In vista di elezioni e referendum è pronto a imporre il fedelissimo Gesmundo come segretario organizzativo.
- Proteste contro l’emendamento che chiede di comunicare 7 giorni prima l’adesione.
Lo speciale contiene due articoli.
Da mesi, chi segue da vicino le vicende del sindacato e della politica economica del Paese si pone una domanda, se vogliamo banale: ma è possibile che di fronte alla trasformazione della Cgil in una sorta di movimento d’opposizione al governo, ai continui no rispetto a qualsiasi accordo o contratto di lavoro che possa coinvolgere la Meloni e a cospetto di un isolamento sempre più profondo, non ci sia nessuno che dall’interno critichi o comunque ponga qualche domanda a Maurizio Landini?
2025-11-16
Borghi: «Tassare le banche? Sostenibile e utile. Pur con i conti a posto l’Ue non ci premierà»
Claudio Borghi (Ansa)
Il senatore della Lega: «Legge di bilancio da modificare in Aula, servono più denari per la sicurezza. E bisogna uscire dal Mes».
«Due punti in più di Irap sulle banche? È un prelievo sostenibilissimo e utile a creare risorse da destinare alla sicurezza. Le pensioni? È passato inosservato un emendamento che diminuisce di un mese l’età pensionabile invece di aumentarla. La rottamazione? Alla fine, anche gli alleati si sono accodati». Claudio Borghi, capogruppo della Lega in commissione Bilancio del Senato e relatore alla legge di bilancio, sciorina a raffica gli emendamenti di «bandiera» del suo partito con una premessa: «Indicano una intenzione politica che va, poi, approfondita». E aggiunge: «Certo, la manovra avrebbe potuto essere più sfidante ma il premier Giorgia Meloni non ha fatto mistero di volerci presentare nella Ue come i primi della classe, come coloro che anticipano il traguardo di un deficit sotto il 3% del Pil. Io, però, temo che alla fine non ci daranno alcun premio, anche perché, ad esempio, la Bce ha già premiato la Francia che ha un deficit superiore al nostro. Quindi, attenti a non farsi illusioni».
Roberto Fico (Ansa)
Dopo il gozzo «scortato», l’ex presidente della Camera inciampa nel box divenuto casa.
Nella campagna elettorale campana c’è un personaggio che, senza volerlo, sembra vivere in una sorta di commedia politica degli equivoci. È Roberto Fico, l’ex presidente della Camera, candidato governatore. Storico volto «anticasta» che si muoveva in autobus mentre Montecitorio lo aspettava, dopo essere stato beccato con il gozzo ormeggiato a Nisida, oggi scaglia anatemi contro i condoni edilizi, accusando il centrodestra di voler «ingannare i cittadini». «Serve garantire il diritto alla casa, non fare condoni», ha scritto Fico sui social, accusando il centrodestra di «disperazione elettorale». Ma mentre tuona contro le sanatorie, il suo passato «amministrativo» ci racconta una storia molto meno lineare: una casa di famiglia (dove è comproprietario con la sorella Gabriella) è stata regolarizzata proprio grazie a una sanatoria chiusa nel 2017, un anno prima di diventare presidente della Camera.
Edmondo Cirielli e Antonio Tajani (Ansa)
L’emendamento alla manovra di Fdi mira a riattivare la regolarizzazione del 2003. Così si metterebbe mano a situazioni rimaste sospese soprattutto in Campania: all’epoca, il governatore dem Bassolino non recepì la legge. E migliaia di famiglie finirono beffate.
Nella giornata di venerdì, la manovra di bilancio 2026 è stata travolta da un’ondata di emendamenti, circa 5.700, con 1.600 presentati dalla stessa maggioranza. Tra le modifiche che hanno attirato maggiore attenzione spicca quella di Fratelli d’Italia per riaprire i termini del condono edilizio del 2003.
I senatori di Fdi Matteo Gelmetti e Domenico Matera hanno proposto di riattivare, non creare ex novo, la sanatoria introdotta durante il governo Berlusconi nel 2003. Obiettivo: sanare situazioni rimaste sospese, in particolare in Campania, dove la Regione, all’epoca guidata da Antonio Bassolino (centrosinistra), decise di non recepire la norma nazionale. Così migliaia di famiglie, pur avendo versato gli oneri, sono rimaste escluse. Fdi chiarisce che si tratta di «una misura di giustizia» per cittadini rimasti intrappolati da errori amministrativi, non di un nuovo condono. L’emendamento è tra i 400 «segnalati», quindi con buone probabilità di essere discusso in commissione Bilancio.






