2022-01-12
Individuato il branco di molestatori del veglione in piazza. Sono tutti magrebini
Perquisiti in 18 fra immigrati e italiani di seconda generazione. Ben 15 minorenni. Sono arrivati in Duomo dai rioni di periferia.Sono tutti ragazzi magrebini o italiani di seconda generazione quelli indagati per le violenze di Capodanno in piazza Duomo a Milano. È la conferma delle preoccupazioni del centrodestra milanese, che in questi giorni ha continuato a sottolineare i rischi che corre il capoluogo lombardo nei prossimi anni con un modello di integrazione che appare molto carente sotto la giunta di centrosinistra di Giuseppe Sala. Ieri mattina sono stati perquisite 18 persone tra il capoluogo lombardo e Torino. Quindici sono maggiorenni, tre minorenni, il più piccolo ha 15 anni, quello più vecchio 21. Sono per la maggioranza egiziani e magrebini. A trovarli è stata la Squadra Mobile di Milano coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella. Di aiuto sono state le immagini delle telecamere della piazza ma anche le testimonianze dei presenti. È stato anche utilizzato un software per il riconoscimento facciale, oltre l’analisi dei commenti sui social network di alcuni di loro. Insomma, il lavoro di questi giorni ha permesso di identificare gli aggressori. E ieri sera in Procura sono state di nuovo ascoltate anche alcune ragazze che hanno denunciato le violenze subite. In questo modo è stato possibile avere conferma dei profili degli aggressori. I reati contestati sono violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni aggravate. Le vittime fino a questo momento sono nove, ma non è escluso che possano aumentare nelle prossime ore. Gli indagati arrivano tutti dalle periferie, alcuni da Rozzano, altri dalla Bovisa oppure da quartieri intorno alla Stazione Centrale. A quanto pare non fanno parte dei gruppi che spesso transitano nel centro di Milano. Si sarebbero trovati per caso in piazza del Duomo durante il Capodanno e avrebbero agito allo stesso modo, rubando borse e cellulari delle malcapitate per poi aggredirle sessualmente. Dovranno rispondere soprattutto dell’aggressione di gruppo a danno di due ragazze tedesche, che hanno spiegato nel dettaglio agli inquirenti e anche in televisione quanto accaduto la notte di Capodanno. «Quando sono caduta a terra è stato tutto così veloce, ho pensato “mio Dio stanno per stuprarmi”». Ha dichiarato una delle due straniere in un’intervista a Quarta Repubblica. «Vedevano che piangevo, li supplicavo di fermarsi ma non si fermavano, ridevano. Quelle mani erano così aggressive, con forza le infilavano tra le gambe. Non posso immaginare cosa sarebbe accaduto, se non avessimo avuto i pantaloncini». Proprio le ragazze tedesche di Mannheim avevano già detto agli investigatori che i ragazzi parlavano tra loro in arabo. «Sono caduta a terra, hanno iniziato a toccarmi in tanti, tenendomi ferma. Mi hanno aperto la giacca, mi hanno alzato la gonna, hanno cominciato a mettere le dita tra le mie gambe. Grazie a Dio che per il freddo avevo messo dei pantaloncini sotto la gonna. Ricordo che giravo la testa velocemente e vedevo una mano, poi l’altra, così tante mani sul mio corpo, sul mio seno, tra le gambe, sul sedere. Non so quante mani avevo addosso, ma erano tante. Penso fossero 30 uomini, non lo so forse 50, non si fermavano e mi hanno strappato via il reggiseno e mi toccavano il seno. Ero nuda, ero nel panico, ho cercato di proteggere il mio corpo da tutte quelle mani». Nel 2020 l’Istat aveva effettuato una ricerca sui figli degli immigrati, dal titolo. «Identità e percorsi di integrazione delle seconde generazioni in Italia». I dati sono chiari. «Gli stranieri residenti in Italia con meno di 18 anni erano circa 26.000 al censimento del 1991, 285.000 a quello del 2001 e oltre 940.000 a quello del 2011. Secondo i dati anagrafici sarebbero diventati un milione e 40.000 all’inizio del 2018». Si tratta di «una cifra accresciutasi di 40 volte in un quarto di secolo, che comunque non tiene conto, da una parte, di tutti i minorenni diventati italiani e di quelli nati con il passaporto italiano in quanto figli di coppie miste (con uno dei genitori italiano) e, dall’altra, dei maggiorenni figli di immigrati, nati in Italia o arrivati in età prescolare o scolare e attualmente ancora stranieri o cittadini italiani». Sono tutti ragazzi che stanno ancora finendo la loro formazione scolastica, che confidano di avere una vita migliore rispetto a quella dei propri genitori. Nel testo sono evidenziate diverse problematiche, a cominciare dalla scuola. «I ragazzi stranieri hanno una dispersione scolastica maggiore di quella dei coetanei italiani, hanno tassi di ripetenza più alti, più bassi livelli di apprendimento, voti in media meno elevati, un diffuso ritardo scolastico dovuto prevalentemente ad un primo inserimento in classi inferiori rispetto a quella corrispondente all’età dell’alunno proprio a causa delle difficoltà linguistiche», si legge. «Optano più di frequente per percorsi formativi meno impegnativi (soprattutto istituti professionali) quando si passa dalla secondaria di primo a quella di secondo grado». È una realtà con cui una città come Milano dovrà presto fare i conti. Anzi, a Capodanno ha già iniziato a farli.