2020-11-19
Indagine sulle mascherine di Arcuri: 72 milioni al prodiano. E per uno yacht
L'antiriciclaggio ha segnalato a Bankitalia le mostruose commissioni che un esperto di marketing e un giornalista hanno incassato per far arrivare in Italia i dispositivi richiesti dall'uomo di Giuseppe Conte. Parte dei soldi usati per acquistare uno scafo. E i conti non tornano. La farsa calabrese continua: adesso ci provano con un finanziere reduce di Mani Pulite. Il coronavirus sta uccidendo migliaia di italiani. Ma sta anche facendo arricchire chi si è lanciato nel business delle mascherine e dei dispositivi di protezione per tempo. C'è chi addirittura grazie alle scorte acquistate dal nostro governo in Cina ha incassato decine di milioni di euro di provvigioni e ha ordinato un lussuoso yacht in Francia per festeggiare. Ci sono almeno due imprenditori, uno milanese e uno romano, che grazie agli addentellati con il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, e il suo vice Antonio Fabbrocini, avrebbero ottenuto dalla Cina la promessa di 72 milioni di euro di provvigioni, soldi che in buona parte sono già affluiti sui conti correnti dei fortunati imprenditori, in particolare un esperto di sistemi di difesa militare e un ex giornalista in rapporti con Romano Prodi e l'ex sottosegretario Sandro Gozi.Questo fiume di denaro ha insospettito i risk manager di uno degli istituti bancari utilizzati dalle due aziende, i quali hanno segnalato le presunte anomalie all'unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia. L'alert, di fine luglio, riguarda un'operazione del giugno scorso e ha come causale «disposizione di trasferimento stesso intermediario». Il soggetto attenzionato è Andrea Vincenzo Tommasi, cinquantacinquenne ingegnere aerospaziale, titolare al 99% e presidente della milanese Sunsky Srl. Nata nel 2001 ha un capitale sociale di 100.000 euro e nel 2019 a prodotto un fatturato di quasi 1,8 milioni di euro e utili per mezzo milione. Ma i funzionari della banca evidenziano che ha avuto un «fatturato inferiore al 1 milione di euro nel 2017 e 2018».L'oggetto sociale della ditta, però, non è il commercio o l'intermediazione di dispositivi di protezione, bensì sono i servizi di marketing per la promozione di prodotti relativi ai settori difesa, aeronautica, aerospaziale e marina. Nella segnalazione si legge che Tommasi, di fronte alla richiesta di chiarimenti da parte dei risk manager avrebbe dichiarato che «a seguito dell'emergenza Covid avrebbe deciso di sfruttare le sue relazioni in Cina, per mettere in contatto la presidenza del Consiglio con produttori di mascherine. Conoscendo il commissario Arcuri e ancora meglio il suo vice preposto Fabbrocini, avrebbe avuto la possibilità di proporre società cinesi che potessero procurare i dispositivi anti Covid a prezzi ritenuti accessibili e nella tempistica richiesta dalla Protezione civile e dal governo italiano». Per portare in Italia le mascherine ha utilizzato l'aviazione israeliana anziché quella italiana e dopo vedremo perché. L'imprenditore avrebbe fornito copia dei contratti da cui risulterebbero provvigioni riconosciute dalle aziende cinesi direttamente a Sunsky del valore di poco meno di 60 milioni di euro di cui 19 «canalizzati verso un altro intermediario».Le commesse per la fornitura di dispositivi di protezione individuale sarebbero state «sottoscritte da (…) Arcuri e da tre società cinesi» e «in tali documenti è indicato quale responsabile unico di procedimento Fabbrocini». Di queste tre società solo di Luokai trade Co.Ltd, però, «è stato possibile rintracciare il sito internet mentre gli accordi siglati da Tommasi il 16 marzo con Wenzhou Light industrial products artscrafts import-export Co.Ltd e il 10 marzo con Wenzhou moon-ray import and export Co.Ltd parrebbero identici variando solo le date e la carta intestata».I funzionari segnalano alla Banca d'Italia un ulteriore anomalia: «Il totale delle mascherine da consegnare non pare coincidere con il quanto indicato nelle lettere di commessa». Ma ci sarebbero anche altre cose che non tornano: «Appare sospetto» scrivono sempre i risk manager, «che una società che ha sempre operato come procacciatrice d'affari di aziende esportatrici operanti soprattutto nel settore della difesa, incassando provvigioni dall'esportatore italiano e dall'importatore estero, con un fatturato che solo nel 2019 ha superato 1.000.000 di euro, improvvisamente riceva bonifici per circa 24.000.000 di euro e annunci provvigioni per quasi 60.000.000 solo per il contatto tra il Commissario per l'emergenza Covid e diversi produttori cinesi di mascherine». Tommasi avrebbe dichiarato che «è stato possibile far proporre dalle società intermediarie cinesi con cui già intratteneva delle relazioni un prezzo ritenuto congruo e accettabile dal commissario straordinario Arcuri in quanto il prezzo di trasporto delle mascherine è stato trattato con “riguardo" dall'aviazione israeliana (…) che si è proposta per il trasporto». Nel business è stata coinvolta anche un'altra società, che è stata segnalata all'Antiriciclaggio al pari della Sunsky. Leggiamo: «Sospette appaiono anche le provvigioni (…) a Microproducts it Srl (…) per quasi 12.000.000 a fronte di ricavi nel 2019 di circa 72.000 euro: non è stata fornita infatti alcuna informazione sul ruolo di tale società. Da notare che tra gli amministratori di Microproducts sono presenti Mario Benotti (ex giornalista ed ex consigliere di vari ministri) e Daniela Rossana Guarnieri (per altro socia con il 20% delle quote), entrambi collegati all'inchiesta Vatileaks». Il restante 80% della società è controllato da Partecipazioni Spa, a sua volta di proprietà di Guido Pugliesi, ex ad di Enav e membro del Cda di Holding Cinecittà, e della Cordusio società fiduciaria per azioni. Partecipazioni ha come vicepresidente Benotti e come amministratore delegato la Guarnieri, compagna dello stesso Benotti. Quest'ultimo, caporedattore della Rai in aspettativa, è stato direttore generale di Rai World e capo della segreteria particolare del sottosegretario prodiano agli Affari europei Sandro Gozi, nonché consigliere giuridico del gabinetto del ministro Graziano Delrio e consigliere del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Da ultimo, anche consulente del sindaco di Firenze Dario Nardella per i rapporti con le confessioni per il dialogo interreligioso.Dal conto di Sunsky sono partiti diversi bonifici verso quello personale di Tommasi «in genere a titolo di compenso». Il 25 giugno 2020 sono stati pagati da Sunsky a Tommasi 297.000 euro come «versamento dividendi socio». La somma sarebbe stata utilizzata in parte per un assegno circolare di 147.300 euro a favore di un'immobiliare. Per i risk manager appare «anomalo» un bonifico di 20.000 di Sunsky verso la Francia a favore di una società di consulenza costituita solo il 15 giugno 2020. Il 28 maggio l'azienda avrebbe trasferito 363.571 euro, sempre Oltralpe, a favore di una non identificata Marcan indicando nella causale «saldo fattura 22 del 27 aprile 2020 imbarcazione». Tommasi avrebbe dichiarato che si trattava «dell'acquisto di uno yacht».L'imprenditore spiega alla Verità: «Un amico mi ha chiesto di aiutare il governo a trovare le mascherine e io mi sono adoperato grazie ai miei contatti. Non conoscevo personalmente Arcuri e sono stato messo in contatto con Fabbrocini dopo, quando ho informato il mio amico che i miei referenti che hanno società produttrici in Cina potevano fornire il materiale. Ho incontrato Fabbrocini, che ho sentito sempre solo telefonicamente, per salutarlo, dopo l'arrivo delle mascherine, nella sede della Protezione civile. La consegna era prevista a ottobre, ma il materiale è stato consegnato con tre mesi di anticipo». I contratti? «Wenzhou ha fornito 110 milioni di Ffp3 a un prezzo più basso di quello proposto da Consip l'anno scorso, pre Covid. Abbiamo portato anche 5 milioni di Kn95... dalla Luokai sono arrivati 450 milioni di chirurgiche e 121 milioni di Ffp3 sempre a un prezzo concorrenziale rispetto a quelli di Consip». Tommasi, alla fine, aggiunge un'ultima commessa da 100 milioni di protezioni, ma non sa dare ulteriori particolari. Dunque in tutto sarebbero arrivate circa 800 milioni di mascherine e su ognuna di esse Tommasi avrebbe preso quasi 8 centesimi di provvigione. E gli aerei? «Il commissario di Alitalia non è stato disponibile a offrire a prezzi di mercato dei Boeing 777 dalla Cina e allora abbiamo fatto accordi con El Al, la compagnia israeliana di cui conosco la proprietà, che ha messo a disposizione con un piccolissimo margine di guadagno i 777 che avevano e abbiamo fatto fino a sette voli al giorno... Alitalia costava 750.000 euro per ogni viaggio e l'El Al sui 375.000 dollari. Per lo stesso tipo di aereo. Il commissario Arcuri non è riuscito a far ragionare l'amministratore di Alitalia per avere la stessa tariffa. Quindi io sono soddisfatto per essere riuscito a fare tutto ciò e a questo prezzo...».Ha ricevuto 60 milioni di euro di provvigioni…«Su questo, se permette non vorrei rispondere... per correttezza... non c'è nessun segreto, però, mi capisce...»E i rapporti con Benotti?«Mi ha chiamato disperato. Le loro mascherine tardavano ad arrivare e, molto banalmente, mi ha chiesto di poter portare in Italia i dispositivi già comprati da loro». L'ex giornalista ha chiosato: «Noi non abbiamo venduto niente, abbiamo creato un contatto. Abbiamo messo a disposizione i link che avevamo visto che era un momento delicato». In cambio sembra che abbia incassato 12 milioni di euro.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)