La Taodue, che produsse il film «Tolo Tolo», pagò per affittare la Mare Jonio. I soldi finirono come al solito alla Idra social shipping di Beppe Caccia. Che ai suoi contatti raccomandava di non rivelare l’escamotage.
Ex volto inoffensivo della tv, il conduttore di Sanremo si è pian piano allargato. Per gli ascolti, ora ha imparato a polemizzare con i politici (ma anche a blandirli).
Secondo l'accusa, le donazioni fatte a Mediterranea sarebbero state classificate come prestiti infruttiferi e intascate dai «volontari» della Mar Jonio. Debiti, gratifiche di Natale, rapporti commerciali con armatori e menzogne sul personale medico qualificato a bordo. Nelle intercettazioni un aiuto di Checco Zalone, attraverso il suo film, «da tenere riservato».
In «Tolo tolo», il cantante ha interpretato lo zio del comico: «È un geniaccio, vero erede di Benigni e Troisi. Il Festival? Sto con Rita Pavone, è un'icona musicale».
Il critico Marco Giusti che ha sdoganato i B-movie: «Hanno sempre snobbato il cinema popolare, per questo attaccano Quentin Tarantino. Il cambio di linea credo sia responsabilità dei social. Per me la commedia e i film comici sono sempre stati più vicini alla realtà di quelli colti».