2023-07-08
Per ora il governo resiste a oltranza. Ma si complica il dossier Santanchè
Nell’esecutivo certi che l’attacco delle toghe sia ideologico Il ministro è però in bilico: a settembre possibile un rimpasto.«La faccenda si chiude a settembre, come gli ombrelloni». La metafora stagionale anticipa un destino e (forse) rappresenta la deadline sull’esperienza di governo di Daniela Santanchè. Dentro Fratelli d’Italia non vola una mosca, sul caso del ministro del Turismo c’è riservatezza d’ordinanza ma qualche spiffero diventa risolutivo per cogliere una verità: la difesa della Pitonessa non sarà a oltranza. La premier Giorgia Meloni è molto contrariata, non solo con le toghe rosse che hanno riaperto «la caccia grossa» al centrodestra con metodi da Tangentopoli, 29 anni dopo. Lo è anche con la sua titolare di dicastero e collega di partito, che andava in aula a sbandierare («sul mio onore») di non essere indagata quando lo è dal novembre 2022. A chi la giustifica adducendo che non poteva saperlo perché le modalità della scoperta sono perverse, arriva una risposta raggelante: «Ma le modalità non fanno politica e complicano ancora di più la situazione».Paradossalmente, ad allungare la vita di Santanchè nell’esecutivo sono proprio i magistrati, che in 48 ore sono riusciti a pasticciare a orologeria sia su Andrea Delmastro a Roma (prosciolto dalla Procura ma rinviato a giudizio coatto dal gip), sia sul ministro (fuga di notizie secretate). Con il bignè al cioccolato dell’inchiesta sul figlio di Ignazio La Russa per stupro. Di fronte a quello che appare un assalto all’arma bianca Palazzo Chigi ha deciso di difendere graniticamente i suoi. «Se qualcuno ha pensato di farci paura per fermare la riforma sulla Giustizia sbaglia di grosso», rivela chi lavora a contatto con la premier, «Delmastro e Santanchè rimangono al loro posto». Sembra un ordine di scuderia, Meloni è convinta che «attaccano loro per attaccare me». Una conclusione a cui è arrivata dopo aver visto le sceneggiate in aula di Pd e Movimento 5 stelle sui casi giudiziari ma anche sulla Commissione d’inchiesta Covid, con l’abbraccio fra Giuseppe Conte e Roberto Speranza, gli Olindo e Rosa della pandemia.Dentro Fratelli d’Italia sono tutti convinti che non sia il momento di mostrare debolezze. Anche per questo tendono ad accorpare una vicenda da Fort Alamo (quella di Delmastro) con l’altra. E la legittima volontà «di non trasformare il caso Visibilia in un impedimento per il governo» viene rimandata a dopo l’estate. Gli alleati osservano, la Lega mostra solidarietà ma chiede chiarezza; Forza Italia non vorrebbe ricadere nelle paralizzanti trappole antiberlusconiane. «Ciò che succede è già successo, inutile incaponirsi nel difendere l’indifendibile, finiremmo solo per rianimare un’opposizione moribonda» è il consiglio criptato che arriva dai colonnelli del partito azzurro. I saggi di Fdi, Guido Crosetto e Alfredo Mantovano, ascoltano e prendono nota. Perché al di là delle inchieste, il domino «Santanchè-ministero del Turismo-Twiga-questione balneari» non è normale e prefigura un conflitto di interessi a pila. Il destino del ministro rimane in bilico e il Twiga rischia di diventare l’ultima spiaggia anche per un altro motivo: tutti sapevano dei problemi finanziari pregressi della ministra, e al momento della costruzione della squadra di governo Meloni era tutt’altro che convinta di esporla in prima linea. Temeva che prima o poi sarebbe arrivato il siluro «con il danno d’immagine». Ma ha dovuto cedere davanti alle insistenze di La Russa e dell’ala milanese del partito, in cui la lady dal tacco 12 ha voti, potere, relazioni e conta eccome.Detto questo, una chiusura indagini con richiesta di rinvio a giudizio per bancarotta e falso in bilancio sarebbe difficile da reggere, perché darebbe un’immagine opposta a quella «law and order» a cui la premier tiene moltissimo. A via della Scrofa lo sanno. E se oggi legittimamente punteros del partito di maggioranza come Tommaso Foti e Lucio Malan fanno muro con frasi inequivocabili («La mozione di sfiducia ha solo valore propagandistico», «Questo è un avviso di campagna elettorale in vista delle Europee»), domani lo stillicidio potrebbe cominciare a erodere consensi e a creare fibrillazioni, cavalcate con immenso piacere dalla sinistra e dai numerosi media cocchieri. Le pressioni presso il gran visir La Russa sono già cominciate; in caso di rinvio a giudizio, la richiesta a Santanchè di fare un passo indietro sarebbe automatica.Dovesse avvenire lo showdown sarebbe pronto un rimpasto che coinvolgerebbe qualche altro ministro poco soddisfacente. Giorgia Meloni terrebbe per sé la delega al Turismo in attesa di darla al deputato Gianluca Caramanna, esperto del settore pronto a diventare super-consulente, o a un alleato da accontentare. Per esempio la Lega, che vedrebbe di buon occhio sullo scranno Gianmarco Centinaio, oggi vicepresidente del Senato. La situazione non è granitica ma fluida come una goccia di sudore. Quando disse «Io non sono ricattabile», Meloni intendeva per il passato, per il presente e per il futuro. A settembre si chiudono gli ombrelloni. Neppure la Venere del Botticelli in versione influencer aiuterà chi ci rimane sotto.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.