2022-05-14
In vista del prossimo Risiko bancario Cimbri si tiene buone le cooperative
L’ad di Unipol punta sulla promessa di ricchi dividendi per evitare mal di pancia.«Opening new ways», aprendo nuove strade. È questo il nome scelto da Unipol per il suo nuovo piano industriale presentato ieri che nel triennio prevede la generazione di utili cumulati per 2,3 miliardi e il pagamento di 750 milioni di euro di dividendi pari al 19% della capitalizzazione di mercato. Ma quali sono le nuove strade che intende aprire l’ad del gruppo bolognese, Carlo Cimbri? Sono previsti maggiori investimenti nel settore immobiliare a scapito dei titoli governativi italiani, che a fine 2021 rappresentavano il 39,2% del suo portafoglio di attività. Quanto alle prossime mosse sullo scacchiere bancario, la mossa del Credit Agricole sul BancoBpm, però, ha imposto un cambio di strategia alle ambizioni di crescita allo sportello del gruppo di via Stalingrado che fino a qualche mese fa era dato in pole position per diventare il partner bancassicurativo del Banco anche nell’ottica di un’ipotetica fusione con la controllata Bper, che deve ancora «digerire» l’acquisto di Carige. Ieri Cimbri ha detto che finché non lo farà, «non avremo orecchie sensibili a supportare altre operazioni di crescita nel nostro ruolo di azionisti». Poi ha escluso un rafforzamento nel capitale della Pop Sondrio di cui possiede già il 9,5% («Al momento siamo soddisfatti così»). Sull’ipotesi per Bper di candidarsi nel 2023 a rilevare Mps ha spiegato che «dipenderà da Bper e da quanto saranno bravi nel digerire le recenti acquisizioni». In merito alla possibile partecipazione di Unipol all’aumento del Monte ha definito «difficile» che il gruppo possa mettere soldi in Mps «perché fa investimenti solo se ha ritorni di natura strategica». Infine, incalzato sulla gestione dell’1,9% detenuto da Unipol in Mediobanca, e su come potrebbe schierarsi in caso di conflittualità nell’azionariato di Piazzetta Cuccia, l’ad ha detto di non voler entrare in un patto di sindacato «ma siamo soddisfatti della gestione e del management come investitori e come clienti». Cautela, insomma, sul fronte del ruolo che potrebbe avere il gruppo bolognese nelle prossime mosse del risiko. Cimbri sa che deve stare attento a far digerire eventuali «bocconi» ai suoi azionisti di riferimento, ovvero le cooperative cui ha promesso di distribuire ricche cedole dopo aver venduto Unipol Banca a Bper per 220 milioni (operazione al tempo costata 338 milioni di minusvalenze sul bilancio di Unipol e 50 milioni su quello di UnipolSai). Il mondo di quelle che un tempo venivano etichettate come coop rosse è stato stravolto da una complessa riorganizzazione che da una parte ha fatto pulizia, ma dall’altra ha messo ancora più in luce i rischi di un sistema che lega a doppio filo i consumatori alla finanza. Le coop socie un tempo riunite in Finsoe (l’ex cassaforte di controllo) hanno del resto finanziato con circa mezzo miliardo l’uscita di Unipol dal tunnel tramite le nozze con FonSai del 2012. Se qualche mal di pancia resta, passerà forse più in fretta sapendo che i dividendi nel prossimo triennio saranno ancora più ricchi dei 600 milioni distribuiti con il piano precedente. Alla Borsa però le «nuove strade» mostrate da Cimbri sembrano non piacere, almeno a giudicare dalla performance del titolo che ieri ha reagito ai conti con un -8,25%. Il gruppo ha chiuso il primo trimestre 2022 con un utile netto consolidato di 246 milioni, in calo del 31,7% rispetto allo stesso periodo del 2021, sul quale avevano inciso positivamente i 49 milioni di plusvalenza per la cessione di Torre Velasca in Milano e i 119 milioni del consolidamento pro-quota del risultato di Bper. Ma la raccolta è cresciuta dell’8,4% a 3,4 miliardi. «La spiegazione che mi do io è che una parte del mercato abbia potuto speculare sul cosiddetto accorciamento della catena di controllo», attraverso una fusione tra UnipolSai e Unipol, ha detto ieri Cimbri ribadendo che «l’accorciamento non è stato e non sarà all’attenzione del cda perché siamo soddisfatti dell’attuale assetto».
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