2020-02-23
In un paio di giorni 60 ammalati. Siamo il Paese più infetto d’Europa
Il coronavirus ha colpito anche a Milano e in Piemonte, nulla sembra in grado di arginare la diffusione. E pensare che Roberto Speranza si era vantato: «Siamo i migliori». Intanto chiudono scuole, negozi e tribunali. In totale i contagiati sono 60. E dopo l'anziano deceduto in Veneto, la morte da coronavirus arriva in Lombardia. Con molta probabilità è vittima del focolaio di Codogno la seconda vittima del coronavirus: Giovanna Carminati, 76 anni, di Casalpusterlengo, che viveva da sola ed è morta a casa sua. Nei giorni scorsi era stata al pronto soccorso di Codogno, lo stesso dal quale era passato il trentottenne indicato ormai come il «paziente uno». Mentre il suo amico, il manager che era stato individuato come il «paziente zero», è risultato negativo: non è lui l'untore. In Lombardia il numero di infetti, con la conferma di un caso a Milano (si tratta di un uomo di 78 anni, originario di Sesto San Giovanni, ricoverato al San Raffaele), è salito a 47 (dei quali 35 nella zona di Codogno, ma l'area d'infezione si è estesa anche al Pavese). Ancora una volta sono i sanitari i più a rischio: due medici di Pieve Porto Morone, un comune della Bassa vicino alla provincia di Lodi, sono malati. Da venerdì notte sono ricoverati al reparto di malattie infettive dell'ospedale San Matteo di Pavia. I due, marito e moglie, sono risultati positivi al tampone. Lui opera come medico di base a Pieve Porto Morone e Chignolo Po (Pavia). Lei è pediatra e lavora nella zona di Codogno (Lodi). Colpite tre persone anche nella provincia di Cremona. Si tratta di una donna di Sesto Cremonese, di un uomo di Pizzighettone e di un anziano residente a Soresina. Il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, ha emesso un'ordinanza che prevede la chiusura delle scuole - di ogni ordine e grado - e la sospensione a titolo precauzionale di manifestazioni sportive ed eventi pubblici, comprese le feste di Carnevale e il mercato settimanale. Eni, Saipem e Snam hanno contattato i dipendenti in provincia di Lodi dando loro la disposizione di restare a casa. Anche il Comune di Milano ha fermato i dipendenti provenienti dalle zone a rischio. E rimarrà chiuso al pubblico da lunedì prossimo il Tribunale di Milano. Mentre il presidente della Corte d'appello ha disposto, in via precauzionale, che non vadano a lavorare magistrati, personale amministrativo e tutte le persone che svolgono stage formativi negli uffici giudiziari, che provengono dai Comuni del cluster di infezione. L'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, ha annunciato: «Abbiamo la conferma che l'area del Basso Lodigiano è centro di un focolaio. Possiamo dirlo in maniera abbastanza certa, tutte le situazioni di positività hanno avuto contatti nei giorni 18 e 19 col pronto soccorso e l'ospedale di Codogno». Da lì è stato trasferito al San Matteo di Pavia - dove è ricoverato in condizioni definite «gravi» ma «stabili» - il trentottenne dipendente della Unilever di Casalpusterlengo indicato come «paziente uno». Tra i contagiati c'è anche la moglie, incinta all'ottavo mese, ricoverata in buone condizioni. I pazienti positivi al coronavirus in ospedale a Piacenza invece sono tre, tutti casi legati al focolaio lombardo. Oltre alla donna di 82 anni residente a Codogno, sono risultati positivi anche altri due tamponi: quelli di un infermiere piacentino che lavorava a Codogno (che si è occupato del triage del trentottenne lodigiano contagiato) e quello di un cittadino di Maleo (Lodi). Entrambi si trovano in isolamento, ma non sono in condizioni critiche. Nella provincia emiliana è stata disposta la chiusura di scuole e impianti sportivi fino a martedì 25 febbraio. In Veneto salgono a 12 i casi registrati, uno dei quali, Adriano Trevisan, 78 anni, è deceduto a Schiavonia (per precauzione l'ospedale è rimasto chiuso con all'interno 300 pazienti e 150 dipendenti ed è stato evacuato via via che venivano effettuati i tamponi di verifica). Gli altri 11 contagiati sono tutti cittadini di Vo' Euganeo. Eccetto uno: un sessantasettenne di Mira (Venezia) portato la notte scorsa dall'ospedale di Dolo a Padova. È grave ed è ricoverato in rianimazione. Il focolaio è quindi stato individuato a Vo' Euganeo, dove otto cinesi che gestiscono un'attività imprenditoriale sono stati portati in ospedale per verifiche sul loro stato di salute. Il laboratorio che gestiscono è uno dei luoghi che il Comune e le strutture di prevenzione stanno sottoponendo a verifiche per individuare il «punto zero» della diffusione del virus. È legato al ceppo lombardo, invece, il primo caso scoperto in Piemonte: il contagiato è un quarantenne torinese, dipendente di una azienda di Cesano Boscone nella quale lavorano altri due contagiati. È ricoverato all'ospedale Amedeo di Savoia e non è in pericolo di vita. Nelle prossime ore le persone che sono entrate in contatto con lui saranno sottoposte al tampone. La strategia è la stessa messa in campo in Lombardia e Veneto: a partire dai casi acclarati, si cerca di risalire a coloro che sono entrati in contatto. Per ogni infetto certificato, il lavoro dei sanitari per individuare i potenziali contagiati moltiplica. Scuole chiuse in Trentino, dove il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha raccomandato ai cittadini di non recarsi nelle zone del contagio. Lo «stato d'emergenza» è stato dichiarato in Friuli Venezia Giulia. Il coronavirus sta mettendo in ginocchio il Nord Italia. Ma con un caso sospetto segnalato ieri in tarda serata in Umbria, l'allarme si sposta anche al Centro. La persona è in isolamento e, secondo le autorità, «presenta sintomi respiratori e avrebbe avuto contatti in tempi recenti con un paziente del ceppo lombardo». La contaminazione sembra inarrestabile. E Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, conferma: «È solo l'inizio». E pensare che il ministro Roberto Speranza, pochi giorni fa, s'era vantato: «Siamo i migliori».