
Lo scorso maggio, l'ente di Ginevra ha creato un istituto per drenare maggiori fondi e avere mano libera per gestirli. È solo l'ultimo di una serie di atteggiamenti inquietanti dell'organismo nelle mani della Cina.Gli enormi danni umani ed economici causati dalla pandemia da Covid-19 sono stati amplificati per la reticenza della Cina nel tacere sull'origine del coronavirus e l'inizio dell'epidemia e per la cattiva gestione della pandemia da parte degli attuali dirigenti dell'Organizzazione mondiale della sanità. L'Oms è - com'è noto- l'agenzia dell'Onu deputata alla salute della popolazione mondiale. Essa entrò in funzione il 7 aprile 1948. Ha una sede centrale, quella di Ginevra e sedi regionali che si occupano della salute della popolazione che vive nella regione geografica di competenza. Quella europea ha sede a Copenaghen. L'Oms ha un enorme apparato burocratico fatto da funzionari nominati dai vari stati e si avvale della collaborazione di una rete di «Centri collaboratori» che contribuiscono scientificamente agli scopi dell'Organizzazione. Quello che io ho diretto dal 1988 al 2008 è stato il primo centro collaboratore Oms nel campo della travel medicine. Nella sua attività, l'Oms ha ottenuto importanti successi, il più importante dei quali è stata l'eradicazione del vaiolo attraverso una campagna mondiale di vaccinazione di massa . La necessità di un'organizzazione sovranazionale era emersa fin dalla fine dell'Ottocento, inizi del Novecento, durante le conferenze internazionali indette per far fronte alle pandemie di colera. Già nell'Ottocento dunque, gli Stati erano consapevoli che fosse interesse comune collaborare per far fronte a malattie come colera, peste, vaiolo, febbre gialla, tifo, tubercolosi che facevano milioni di morti. Nel 1969, l'Oms si diede un regolamento sanitario internazionale che obbligava gli Stati a dichiarare all'Oms casi relativi alle principali malattie epidemiche. Questo regolamento fu aggiornato nel 2005 obbligando gli stati a segnalare tempestivamente all'Oms anche casi di qualunque malattia, anche nuova, che avrebbe potuto rappresentare una minaccia per la comunità internazionale.Non vi è dubbio che gli attuali dirigenti dell'Organizzazione mondiale della sanità non abbiano saputo gestire efficacemente la pandemia in corso. Dal giorno in cui ricevette notizia da Pechino di un elevato numero di polmoniti di eziologia sconosciuta, era il 31 dicembre 2019, l'Oms impiegò un mese per dichiarare ufficialmente lo stato di «emergenza sanitaria internazionale» senza peraltro dare l'indicazione di bloccare i voli da e per la Cina, probabilmente al fine di non provocare danni economici al governo di XI-Jinping. Contrariamente a quanto fatto in passato in occasione di eventi epidemici insorti in tanti paesi del mondo, nei giorni successivi al 31 dicembre 2019, l'Oms non inviò una sua delegazione per verificare la situazione sul campo. Lo farà soltanto nella seconda metà del mese di febbraio, per poi redigere un rapporto in cui esprimerà un elogio appassionato su quanto la Cina avrebbe fatto per contenere il contagio, senza alcun riferimento a quando l'epidemia era realmente iniziata, alla sua origine (da dove era partita) e al fatto che il cordone sanitario attorno a Wuhan era stato imposto dalle autorità cinese solo il 20 febbraio quando ormai oltre 5 milioni di abitanti aveva lasciato la città per le festività del nuovo anno. Solo l'11 marzo il direttore generale Oms definì come «pandemia» l'emergenza sanitaria globale. Numerose le contraddizioni dei dirigenti Oms sui rischi legati ai viaggiatori internazionali, sull'uso delle mascherine, sulla necessità di effettuare i tamponi diagnostici non solo ai pazienti con sintomi conclamati alimentando la confusione e l'incertezza.Attraverso i due mandati quinquennali della cinese Margaret Chan e del mandato attuale dell'etiope Tedros Gebrayesus, la Cina controlla la politica dell'Oms e accresce sempre più la sua influenza su Paesi africani e asiatici destinatari di risorse economiche, di attrezzature sanitarie ed altri aiuti. La comunità mondiale dovrebbe interrogarsi anche su come vengono gestiti gli enormi flussi di denaro che vengono elargiti all'Oms. Il governo italiano e l'Europa hanno il sacrosanto diritto di chiedersi come e dove vengono spesi i denari che l'Oms riceve dagli Stati e dai tanti donatori. Una delle questioni da chiarire è il ruolo della Fondazione Oms ratificata ufficialmente a Ginevra durante la conferenza stampa Oms del 27 maggio 2020. In quell'occasione Tedros Gebrayesus disse che l'Oms aveva poco margine di manovra nella gestione delle sue risorse per il fatto che meno del 20% di queste derivavano dai finanziamenti annuali degli Stati ed erano pertanto «flessibili» nel senso che l'Oms poteva gestirli secondo sue scelte, mentre più dell'80% derivava da finanziamenti volontari da parte di stati o da donazioni di enti privati (come ad esempio la Fondazione Bill & Melinda Gates) i quali condizionavano la donazione a determinate finalità, impedendo in tal modo all'Oms di averne il controllo. In quella conferenza stampa, il dg disse che per avere piena disponibilità del denaro, aveva voluto creare una Fondazione Oms, presentando in quella stessa conferenza stampa il presidente, Thomas Zeltner, uno svizzero, privato cittadino. Quest'ultimo specificò che la fondazione, pur chiamandosi Fondazione Oms, era in realtà un'ente privato, del tutto indipendente dall'Oms, che rispondeva alle leggi svizzere. Tale fondazione aveva come scopo generici obiettivi di salute globale e intendeva, attraverso forme «non tradizionali», contribuire al finanziamento dell'Oms. Poteva ad esempio ricevere donazioni da enti privati ed anche da privati cittadini. Un nuovo approccio al finanziamento dell'Oms, diceva. La cosa curiosa era che questa Fondazione Oms dava all'Oms il 71% delle donazioni ricevute e tratteneva il rimanente dicendo che l'avrebbe messa a beneficio della salute globale citando la salute mentale, le malattie croniche, ed altro. Alla fine del suo discorso lui, per conto della Fondazione Oms, e Tedros Gebrayesus, per conto dell'Oms firmavano ufficialmente l'accordo. Non so quanto questa fondazione abbia raccolto in questi mesi, ma si tratta secondo me di una scorrettezza almeno formale. Una persona che intende donare sa di donare all'Oms, non a una fondazione privata che legalmente risponde alla Svizzera!Il governo italiano e i governi di tutti i Paesi democratici devono finalmente esprimersi su come l'Oms abbia gestito la pandemia e interrogarsi su come intervenire per riappropriarsi di un'agenzia internazionale che potrebbe svolgere un ruolo fondamentale per la salute mondiale, se fosse libera e indipendente. Devono farlo adesso.Oggi più che mai è forte la necessità di una leadership sanitaria credibile ed autorevole, trasparente nella raccolta dei fondi e nella distribuzione delle risorse, capace di raccogliere e coordinare il meglio della scienza al fine di migliorare la salute degli abitanti del pianeta, capaci di orientare gli stati nella risposta a qualsiasi minaccia per la salute globale.*Direttore centro Travel medicine and global health, già direttore del Centro collaboratore Oms per la travel medicine
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Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.