2023-04-17
In nome della scienza o solo per i soldi? I conflitti d’interessi di medici e fondazioni
Soldi da Big Pharma: da Roberto Burioni a Matteo Bassetti a Ranieri Guerra, tutti i conflitti d’interessi.Il sistema con il quale medici e operatori sanitari, enti pubblici e privati, associazioni di categoria, federazioni, fondazioni, Asl, università e ospedali percepiscono denaro a vario titolo dall’industria farmaceutica è quello della pesca a strascico. È organizzato in scatole cinesi e va descritto nel dettaglio per comprendere parte del funzionamento del mercato dei farmaci che complessivamente, soltanto in Italia, vale più di 30 miliardi di euro l’anno.Prendiamo ad esempio le tabelle che documentano i finanziamenti dell’industria farmaceutica all’universo mondo della salute italiana: sono pubblicate annualmente da ogni azienda, constano di non meno di 50 pagine, scritte fitte e ripartite in circa 30-35 righe. Ogni riga è riferita a un singolo medico/operatore sanitario o a un’organizzazione, e distingue a sua volta più capitoli: donazioni, contributi (per manifestazioni congressuali, visite ai laboratori, corsi di aggiornamento e meeting) e consulenze e prestazioni scientifiche. I contributi a loro volta sono distinti in accordi di sponsorizzazione, quote d’iscrizione ai congressi e spese per viaggi e ospitalità, mentre le consulenze sono distinte tra i corrispettivi o compensi e le «spese accessorie concordate nel contratto». Nella fantasiosa diversificazione dei destinatari gli italiani danno il meglio, come sempre: se prendiamo ad esempio le sovvenzioni e donazioni generosamente elargite dall’industria farmaceutica a quel sistema di potere complesso e articolato che va sotto il nome di Università del Sacro cuore, le voci non fanno riferimento al solo ateneo. Ci sono i finanziamenti offerti alla sede di Roma e quelli dati alla sede di Milano; quelli che vanno al Policlinico Gemelli e quelli che vanno alla Fondazione Policlinico Gemelli. Ci sono poi quelli donati alla spin-off Vihtali («Value In Health Technology and Academy for Leadership and Innovation») dell’Università cattolica del Sacro Cuore e quelli che vanno alla «Banca Biorep» o XBIOGem, società della Fondazione Policlinico Gemelli, il cui comitato scientifico è presieduto da Luca Richeldi, presidente della Società Italiana di Pneumologia e volto garbato della comunicazione pro vax anti covid in pandemia. Mille destinatari - facenti capo a un unico indirizzo, quello del Sacro Cuore - che nel 2019 hanno ricevuto 248.432 euro, passati a 1 milione 245.675 euro nel 2020 e lievitati a 1 milione 872.478 nel 2021. E stiamo parlando soltanto delle sovvenzioni concesse da Pfizer, Astrazeneca, Jannsen (Johnson & Johnson), Msd e Merck (produttrice del farmaco anticovid Molnupiravir), Amgen, AbbVie, Sanofi, Bayer (aspirina), Angelini (Tachipirina), Eli Lilly, Gsk-Glaxo e Gilead (azienda produttrice del Remdesivir, l’antivirale anti covid dal costo di 2.070 euro a ciclo rivelatosi «un fallimento»). Sulla stessa scia il gruppo dove troneggia la virostar Roberto Burioni, l’Ospedale San Raffaele di Milano, che ha percepito 185.139 euro nel 2019 da Pfizer, Astrazeneca, Amgen, Sanofi, Gsk-Glaxo, AbbVie e Eli Lilly, aumentati a 388.243 euro nel 2020 grazie ai contributi di Gilead e Bayer, e quasi raddoppiati nel 2021, arrivando a 612.106 euro.Anche per il Gruppo Humanitas di Rozzano vale lo stesso discorso: i finanziamenti sono divisi tra l’Istituto Clinico Humanitas, il cui direttore scientifico è l’illustre immunologo Alberto Mantovani (sostenitore dell’estensione della vaccinazione anti covid anche a bambini e ragazzi), la Fondazione Humanitas, presieduta dallo stesso Mantovani e l’ateneo dove insegna, la Humanitas University. I finanziamenti per il 2019 di Pfizer, Astrazeneca, Msd, Eli Lilly e Gsk-Glaxo sono stati di 182.327 euro, cui si sono aggiunti quelli di AbbVie, Bayer e Gilead che hanno portato il pacchetto sovvenzioni del 2020 al Gruppo Humanitas a 503.924 euro. Nel 2021, poco meno: 426.480 euro.L’università romana di Tor Vergata, il cui rettore dal 2019 era l’attuale ministro della salute, Orazio Schillaci, nel suo piccolo non è stata da meno: ai 319.637 euro ricevuti nel 2019 da Pfizer, Astrazeneca, Gsk-Glaxo e Abbvie si sono aggiunti i 291.903 euro del 2020 da Sanofi, Dompé, Amgen e Gilead, aumentati a 401.601 del 2021 grazie anche ai contributi della Merck. La pesca a strascico ha funzionato proficuamente anche per la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp), forse anche grazie al «metodo D’Avino», in onore dell’omologo ideatore Antonio D’Avino, presidente Fimp, che ancora a ottobre 2022 dichiarava che «per far aumentare le vaccinazioni anti covid dei bambini occorrerà che aumentino i casi, ovvero che si inneschi un po' di paura nei genitori». La Fimp ha raccolto 307.917 euro nel 2019 da Pfizer, Angelini (Tachipirina) e Gsk-Glaxo, saliti a 466.976 euro nel 2020 e altri 652.140 nel 2021 grazie anche ai contributi di Sanofi. Buoni risultati anche per la Simit-Società Italiana di Malattie Infettive, presieduta fino al 2022 dall’infettivologo Massimo Galli: la società ha raccolto negli anni 2019, 2020 e 2021 ben 1 milione 151.988 euro grazie alle generose sovvenzioni di Glaxo e AbbVie, Jannsen, Gilead e Merck-Msd.Spostandoci a Genova, troviamo due grandi collettori: l’IRCCS Ospedale San Martino, dove lavora Matteo Bassetti, e l’Accademia Nazionale di Medicina. Il San Martino ha ricevuto 146.014 euro nel 2019 da Pfizer, Bayer, Merck-Msd, AbbVie, Astrazeneca, Gsk-Glaxo e Sanofi, nel 2020 ne sono arrivati altri 83.117 e nel 2021, i finanziamenti sono stati 203.868. Lo stesso Bassetti, nel 2019 e nel 2021, ha ricevuto da Angelini (Tachipirina), Gilead (Remdesivir), Merck-Msd (Molnupiravir), Sanofi, Eli Lilly (monoclonali) e Bayer 87.910 euro in sponsorizzazioni, consulenze scientifiche e rimborsi per viaggi. L’Accademia Nazionale di Medicina, che ha sede a Genova e ha ai suoi vertici Ranieri Guerra (ex membro del Comitato Tecnico Scientifico istituito dall’ex ministro Roberto Speranza in pandemia), è riuscita ad accumulare 1 milione 9.900 euro nel 2019, lievitati a 1 milione 456.900 euro nel 2020 e saliti ulteriormente a 1 milione 602.200 euro nel 2021. Non male, per essere un ente pubblico soi-disant indipendente.L’industria farmaceutica sta lavorando anche sul futuro vaccino anticancro, oliando gli ingranaggi delle società, istituti e associazioni che si occupano a vario titolo di tumori: l’Istituto Italiano di Tumori e la Fondazione Pascale di Napoli (314.000 euro di contributi negli anni 2019, 2020, 2021) e La Lega Italiana per la Lotta ai Tumori - Lilt (284.200 euro negli stessi anni). Ma la parte del leone la fanno l’Associazione Italiana di Oncologia Medica - Aiom (1 milione 176.300 euro nel 2019, 1 milione 518.200 euro nel 2020 e altri 1.381.000 euro nel 2021) e l’Associazione Italiana contro le Leucemie-Ail (1.086.100 negli anni 2019-2022 da Pfizer, Astrazeneca, Jannsen, Amgen, Novartis, Bayer e Merck), che tra i rimborsi include anche i «servizi navetta».«Tutta l’informazione che arriva al medico viene da chi produce i medicinali, e naturalmente non può essere che un’informazione tendente ad aumentare le vendite dei farmaci. Anche i rimborsi che vengono dati quando si va ai convegni - convegni sostenuti dall’industria farmaceutica - fanno sì che poi i medici finiscano per privilegiare l’informazione che viene data dall’industria», spiega Silvio Garattini, farmacologo e presidente fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Garattini non parla a caso di «convegni»: una parte importante delle sovvenzioni non va soltanto ai medici ma anche alle società di congressi, che raccolgono milioni di euro l’anno (le cifre, enormi, le abbiamo documentate nei precedenti approfondimenti della Verità) e li redistribuiscono sotto forma di consulenze e di una efficace attività di lobbying, funzionale agli stessi medici che promuovono i congressi. «Manca completamente un’informazione indipendente - commenta Garattini - è in qualche modo strano che le associazioni dei medici accettino questa forma, diciamo un po’ degradante - perché sono solo oggetto di pubblicità - e non richiedano invece di avere un’informazione indipendente». Il sistema, però, non sta rallentando, anzi: il «bello» deve ancora venire.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.