2021-01-08
In Italia gli sciacalli di Capitol Hill danno la colpa a Salvini e Meloni
Non basta la presa di distanza dalla rivolta a Washington da parte dei due leader sovranisti. La sinistra ne approfitta per girare in salsa italiana i fatti americani, secondo l'equazione folle «destra uguale violenza».Il commissario politico Bellanova dai microfoni del Tg4 non lascia spazio a dubbi e tentennamenti. «Ho molto apprezzato la condanna di un atto fascista e reazionario da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel. Ho meno apprezzato la reazione tiepida di Conte: in questi momenti bisogna condannare chiamando per nome e cognome i responsabili. Il responsabile è Trump».Questi di Italia viva quanti sono? E quanto rumore fanno? Tra un po' vorranno anche dirigere il traffico oltre che insegnare storia ai professori e occupare tutte le poltrone del governo. Quale occasione migliore degli incidenti a Washington per attaccare il detestato Trumpone, mai digerito al pari di Boris Johnson, fare un po' di salamelecchi al vecchio Biden che arriva, tirare un altro po' di fango addosso a Conte con cui governano e insinuare che la vera pandemia è il populismo sovranista di Salvini e Meloni. Nelle pieghe, si raccomanda di incensare la Merkel che dell'uscita di Trump ha profittato subito per firmare un accordo di intenti infame con il comunista Xi Jinping.Diritti umani violati? Hong Kong? Ma per favore, qui ci si indigna solo contro quei 45 milioni di americani convinti che le elezioni del 3 novembre siano state una truffa. E si usa quel che è accaduto a Washington per attaccare quelli che a Roma tentano di ricordare che cosa un governo decente dovrebbe fare dopo un anno di pandemia. Mi si può obiettare che sono fissata con dichiarazioni che domani saranno dimenticate da tutti e che si rivelano per quello che sono, una pagliacciata di chi non ha argomenti. Ma è il caso lo stesso di segnalare tanta indecenza da parte di chi ha usato anche la giusta condanna dell'assalto al Campidoglio per occuparsi essenzialmente dei cavoli suoi, per strumentalizzare, per manipolare; per mentire. Vi risparmio le sviolinate sul pericolo che incombe a causa del sovranismo populista trumpiano in Italia sciorinate in tv da un'armata Brancaleone compunta di giornalisti capitanata niente meno che da Alan Friedman, quello di cui il NY Times ha scritto «famoso in Italia per essere americano». Lasciamo stare lo scivolone di Enrico Mentana che a quanto pare nel suo speciale ha utilizzato come immagini dei saccheggi di ieri le scene di due film e le immagini del maggio scorso di un gruppo di famigerati antifa che buttano giù la statua di Cristoforo Colombo. Se gliele hanno propinate, dovrebbe licenziare il responsabile.Stiamo alla politica, già abbastanza indecorosa senza i suoi compagnucci dei media mainstream. Zitti, che parla la schiera organizzata dei deputati, senatori, dirigenti di Italia viva in missione di indignazione speciale. Sono pochi per fortuna ma come sempre fanno rumore come se fossero tanti e decisivi. C'è un testo consegnato in ciclostile, si sarebbe detto una volta, che viene ripetuto obbedientemente. «Quanto è accaduto in Usa ieri rappresenta una ferita profonda alla democrazia. Trump ha dimostrato nei fatti come il populismo abbia come diretta conseguenza solo caos e violenza». Amen e anche awoman, si stanno esercitando alla preghiera modificata in senso progressista.Poi però si improvvisa sul tema, e così il deputato di Italia viva, manco a dirlo, Davide Bendinelli, aggiunge: «Mi aspettavo che il presidente del Consiglio Conte prendesse le distanze, visti i suoi trascorsi di reciproca amicizia ed endorsement espliciti, dall'ormai ex presidente Usa e riconoscesse l'errore». I trascorsi, le distanze, l'errore. Non sentite un brivido correre lungo la schiena? Nel pacchetto pretese di Renzi, come se avesse il 20% e non il 2, entra anche la pubblica abiura di Trump.Ma niente eguaglia la comicità di Luciano Nobili, Italia viva naturalmente, che liquida rapidamente l'indignazione di giornata per «un attacco criminale al cuore della democrazia Usa. Ordito da chi dovrebbe proteggerla», e passa alla ciccia. «In Italia Donald Trump può contare su tre solidi alleati politici: Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. Perché balbettano? Dove sono le loro inequivocabili parole di condanna?».Ma come, Matteo Salvini trenta secondi dopo la prima notizia di assalto a Capitol Hill ha scritto che «la violenza non è mai la soluzione, mai. Viva la libertà la democrazia sempre e dovunque». Che gli doveva fare, un disegnino? Giorgia Meloni ha scritto: «Mi auguro che le violenze cessino subito come chiesto da Trump», ritenendo di ricordare una cosa non di scarso peso, che però in tv veniva allegramente omessa. Ma ai «migliori» non basta. Aspettate che per la serie «ho più chiacchiere che voti» arriva Benedetto Della Vedova di Più Europa a spiegarci che «abbiamo promosso Più Europa, due anni fa, proprio perché avevamo avvertito la necessità di una narrazione liberaldemocratica ed europeista opposta a quella che partiva da Trump e univa con un filo rosso Washington a Londra della Brexit, Parigi lepenista, Roma gialla e verde, Budapest illiberale ed orbanizzata... fino a Mosca, sempre putiniana». Chissà se riusciremo tutti sulle ali di Più Europa a diventare democraticamente filocinesi e sterminare i popoli che osino rivendicare come a Hong Kong libertà o mandare a morte anche i ladri di polli. Vuoi mettere rispetto al puzzone americano che aveva osato essere eletto da outsider della politica? Vuoi mettere la democrazia a Wuhan? In serata Luigi Di Maio si indigna, non è mica ministro degli Esteri per caso. Leu denuncia Trump come golpista. Leu, diretti eredi di quelli che «i brigatisti sono compagni che sbagliano». Sipario.