2023-04-26
In Borsa si ribaltano le gerarchie
Uno sguardo alle capitalizzazioni delle principali aziende riserva sorprese: Eni vale un decimo del big del lusso Lvmh. E Amplifon supera il colosso della Difesa Leonardo.In questi giorni Lvmh, il colosso del lusso che annovera tra i suoi marchi Louis Vuitton e Christian Dior, ha segnato un nuovo record. La società guidata dall’uomo più ricco del mondo, l’imprenditore francese Bernard Arnault, è diventata la prima in Europa a superare la soglia di 500 miliardi di dollari di capitalizzazione, a distanza di meno di due settimane dal suo ingresso nella classifica delle dieci più grandi aziende al mondo. Il gruppo è reduce da cinque sedute di rally in Borsa a Parigi, in scia a un trimestre record che ha visto i ricavi salire del 17% a 21 miliardi di euro, beneficiando della riapertura della Cina dopo le restrizioni e di una domanda globale di beni di lusso che non risente dei morsi dell’inflazione. E al superamento della soglia dei 500 miliardi di dollari contribuisce anche il rafforzamento dell’euro sul biglietto verde che consente ai 454 miliardi di euro di capitalizzazione del gruppo francese di tradursi in 500 miliardi di dollari. Ma al netto delle variabili endogene ed esogene che hanno garantito il nuovo primato del gigante del lusso, quel che salta all’occhio è anche un’altra sorpresa. Prendiamo l’elenco di alcune big di Piazza Affari, nonché del sistema industriale del nostro Paese e facciamo un confronto delle capitalizzazioni in euro: rispetto ai 454 miliardi di Lvmh, Eni vale in Borsa circa un decimo, ovvero quasi 50 miliardi, mentre Enel viaggia sui 60. Un altro colosso come quello della Difesa, Leonardo, capitalizza attorno ai 6,5 miliardi. L’asticella è assai più bassa rispetto non solo al lusso di Arnault ma anche a concorrenti europei come la tedesca Rheinmetall che supera i 12 miliardi di market cap o Thales (29,4 miliardi), e noccioline se guardiamo i quasi 100 miliardi di Airbus. Il problema della ex Finmeccanica, che ha una posizione internazionale forte negli elicotteri e discreta nell’elettronica e nei velivoli da combattimento, è che l’attività rimane frammentata in troppi settori, ma se nell’ultimo anno le azioni di Leonardo sono aumentate dell’8,7%, quelle di altri gruppi europei sono cresciute di più (Thales +13%, Rheinmetall +28%).Cambiamo settore e vediamo le banche: Intesa Sanpaolo di miliardi ne capitalizza 47, comunque più dei 19,6 miliardi di Deutsche Bank e dei 32,7 miliardi del Credit Agricole, ma meno dei 71,3 miliardi di Bnp Paribas. Osservando i «campioni» di Piazza Affari spuntano altre sorprese interessanti che mostrano come stia cambiando il «peso» delle aziende non solo sui listini ma anche all’interno dei singoli comparti di attività a livello europeo. Per esempio si scopre che Amplifon capitalizza 7 miliardi e mezzo. Ovvero più di Leonardo e molto di più rispetto al Monte dei Paschi che ormai in Borsa non arriva a valere tre miliardi. Se vogliamo tornare al settore della moda e del lusso c’è poi Moncler con 18,3 miliardi che supera anche Cnh Industrial (17,7 miliardi), Snam (17) e Campari (13,6 miliardi).Certo, non conta solo il valore di mercato ma anche la resistenza delle società. Soprattutto ai morsi dell’inflazione e all’aumento dei tassi. Alla fine del 2022 la spesa per interessi netti (interessi pagati meno gli interessi ricevuti) calcolata in percentuale del risultato lordo di gestione (il profitto delle imprese dopo aver pagato i lavoratori) ha continuato a oscillare intorno ai minimi storici, mentre il tasso di interesse sui nuovi prestiti bancari è aumentato in modo significativo. La cavalcata dei tassi per ora non ha intaccato pesantemente i bilanci delle imprese anche perché l’aumento del costo dei prestiti bancari è iniziato «solo» nell’autunno scorso, ma contenere gli interessi passivi sarà sempre più complicato per le aziende. Vanno dunque monitorati anche i livelli di debito e la capacità di produrre cassa per individuare, in attesa della pubblicazione dei dati sul primo trimestre 2023, quelle più resistenti ai tassi e, di fatto, le più liquide. Di fatto, però, in molti settori cambia la geografia dei Davide e dei Golia.